esecuzioni nel mondo:

Nel 2024

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Dal 2000 a oggi

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legenda:

  • Abolizionista
  • Mantenitore
  • Abolizionista di fatto
  • Moratoria delle esecuzioni
  • Abolizionista per crimini ordinari
  • Impegnato ad abolire la pena di morte

ALGERIA

 
governo: repubblica presidenziale
stato dei diritti civili e politici: Non libero
costituzione: 8 settembre 1963 effettiva il 22 novembre 1976, modificata più volte, l'ultima il 12 novembre 2008
sistema giuridico: socialista, si basa su quello francese e islamico
sistema legislativo: bicamerale, Assemblea Nazionale del Popolo (Al-Majlis Ech-Chaabi Al-Watani) e Consiglio delle Nazioni
sistema giudiziario: Corte Suprema, Consiglio Costituzionale. Il sistema giuridico algerino non include la corte della sharia
religione: 99% musulmani sunniti; 1% cristiani ed ebrei
metodi di esecuzione: plotone d'esecuzione
braccio della morte: almeno 943 (al 22 luglio 2015, www.deathpenaltyworldwide.org)
Data ultima esecuzioni: 0-0-1993
condanne a morte: 0
Esecuzioni: 0
trattati internazionali sui diritti umani e la pena di morte:

Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici

Primo Protocollo Opzionale al Patto

Convenzione sui Diritti del Fanciullo

Convenzione contro la Tortura ed i Trattamenti e le Punizioni Crudeli, Inumane o Degradanti

Carta Africana sui Diritti Umani

Statuto della Corte Penale Internazionale (esclude il ricorso alla pena di morte) (solo firmato)


situazione:
La legge dell’Algeria prevede la pena di morte per una serie di reati compresi crimini ordinari. 
Nel 1992 la pena capitale è stata estesa agli atti terroristici. Sono reati capitali, tra gli altri: tradimento e spionaggio, tentativi di rovesciare il regime o atti di istigazione, distruzione del territorio, sabotaggio di servizi pubblici o dell’economia, massacri e stragi, partecipazione a bande armate o a movimenti insurrezionali, falsificazione, omicidio, torture o crudeltà, rapimento di bambini e furto aggravato.
Gli eventi politici del 1991-92, culminati nell’annullamento del voto dopo la vittoria elettorale del Fronte Islamico e le successive azioni terroristiche, hanno portato a dichiarare lo stato d’emergenza e a introdurre leggi speciali nel settembre 1992 (decreto antiterrorismo) allargando l’applicazione della pena di morte. Questo decreto speciale è stato quasi totalmente ripreso nella legge ordinaria del 1995 attualmente in vigore.
L’ex Presidente Liamine Zeroual ha dichiarato una moratoria nel dicembre 1993 e da allora non vi sono state esecuzioni in Algeria. L’ultima ha avuto luogo nell’agosto del 1993, quando sono stati giustiziati sette militanti islamici per un attentato dinamitardo nel 1992 all’aeroporto di Algeri che aveva provocato una quarantina di morti. Erano stati condannati a morte da tribunali speciali che da allora sono stati sciolti.
Da allora, sul fronte legislativo, vari reati per i quali era prevista la pena capitale sono stati oggetto di una cancellazione pura e semplice (come i crimini economici) oppure di una revisione che ha portato alla sostituzione della pena di morte con la reclusione. Inoltre, diverse condanne a morte sono state commutate in carcere con il perdono presidenziale.
Il 15 aprile 1999 Abdelaziz Bouteflika è stato eletto Presidente e, dopo 7 anni di guerra civile, 100.000 omicidi, centinaia di persone scomparse, disoccupazione e difficoltà istituzionali, ha lanciato una politica di riconciliazione.
Nel 2001 il Presidente ha graziato 7.000 prigionieri e a 115 condannati a morte è stata commutata la pena in ergastolo. Ma attentati terroristici e relative condanne capitali di fondamentalisti islamici si sono susseguiti fino a oggi. A seguito della modifica costituzionale che gli ha permesso di correre per un terzo mandato, Bouteflika ha vinto le elezioni presidenziali del 2009 con il 90,24% dei voti, ottenendo un nuovo mandato di cinque anni.
Contraddicendo quanto espresso in passato dallo stesso ministro della giustizia algerino, favorevole all’abolizione della pena capitale, soprattutto in considerazione delle richieste della comunità internazionale, il 17 ottobre 2006, il Parlamento algerino ha votato contro l’eliminazione della pena di morte dal nuovo codice penale.
Nel 2012 e nei primi mesi del 2013, decine di condanne a morte sono state emesse per fatti di terrorismo, la maggior parte delle quali in contumacia.
Nel 2015 sono state comminate almeno 38 condanne a morte, la maggior parte in contumacia per reati terroristici.
Negli ultimi anni, diversi attivisti politici, associazioni e avvocati hanno chiesto la ripresa delle esecuzioni in Algeria, soprattutto dopo un’ondata di crimini contro bambini, che ha portato all’introduzione nel dicembre 2013 nel codice penale algerino della pena di morte per i rapitori di bambini nel caso in cui la vittima muoia.
Il 13 novembre 2014, rispondendo a una interrogazione parlamentare sulle ragioni della mancata applicazione della pena di morte, il Ministro della Giustizia Tayeb Louh ha dichiarato che la ripresa delle esecuzioni, sospese nel Paese da più di 20 anni, necessita di un dibattito aperto e obiettivo e dovrebbe coinvolgere tutte le classi della società a causa dei suoi aspetti politici, sociali e morali. La “sanzione giudiziaria, in senso moderno, non è di natura vendicativa, ma mira piuttosto a proteggere la società individuando le cause personali e sociali che conducono al crimine”, ha detto il Ministro Louh.
Nel 2017 sono state comminate almeno 27 nuove condanne a morte secondo Amnesty International. Almeno 5 sono per terrorismo secondo il monitoraggio di Nessuno tocchi Caino.

La pena di morte nei confronti delle donne

Le donne incinte non possono essere giustiziate secondo le norme per l'Organizzazione delle Carceri e il Reinserimento Sociale dei Prigionieri (articolo 155), in conformità con gli obblighi internazionali dell'Algeria in quanto parte dell'ICCPR. Inoltre è esclusa l'esecuzione anche di donne che allattano fino ai due anni di età del  bambino in conformità con l'obbligo che deriva dall'essere parte della Carta africana sui diritti e il benessere del bambino, che vieta l'imposizione di una condanna a morte alle madri di neonati e bambini piccoli.

Le Nazioni Unite
Il 29 maggio 2012, l’Algeria è stata esaminata nell’ambito dell’Esame Periodico Universale (UPR) del Consiglio ONU per i Diritti Umani di Ginevra. Per quanto riguarda la questione della pena di morte, il Ministro degli Esteri Mourad Medelci ha detto che, oltre alle norme internazionali che l'Algeria intendeva rispettare, dovevano essere prese in considerazione anche le specificità culturali e le tradizioni della società algerina.
A livello internazionale, l’Algeria fa parte del Gruppo di Supporto alla Commissione internazionale per la promozione della moratoria e l’abolizione della pena di morte. A partire dal 2007, ha co-sponsorizzato e votato in favore della Risoluzione per una Moratoria delle esecuzioni capitali all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Il 16 dicembre 2020, l’Algeria ha co-sponsorizzato e votato in favore della risoluzione per una moratoria delle esecuzioni capitali all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

 

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