Al Presidente della Repubblica iraniana Hassan Rouhani
Nessuno tocchi Caino si rivolge a Lei, Presidente Hassan Rouhani, per chiederLe l’immediata liberazione dell’avvocato e difensore dei diritti umani Narges Mohammadi, così come di tutte le persone detenute in Iran per il loro impegno nella difesa ed esercizio dei diritti umani come universalmente riconosciuti.
Nessuno tocchi Caino è l’associazione che ha promosso insieme al Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, sempre in dialogo con il Governo italiano, la campagna che ha portato l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a proclamare una moratoria universale delle esecuzioni capitali. Siamo sconvolti dal fatto che una grande attivista dei diritti umani impegnata nella lotta contro la pena di morte come Narges Mohammadi sia stata condannata a scontare 10 anni di carcere per questo suo impegno umano e civile.
Sappiamo che era già stata detenuta per la sua attività giuridica e per il suo attivismo a difesa dei diritti umani, e ci risulta che sia stata condannata con l'accusa di pianificare crimini contro la sicurezza dell’Iran, fare propaganda contro il governo e aver promosso un gruppo politico illegale, che sarebbe l’associazione contro la pena di morte “Step by step against the death penalty”. Sappiamo che la Signora Narges Mohammadi, già collaboratrice della Premio Nobel per la Pace Shirin Ebadi, ha vinto il Premio Alexander Langer 2009 per il suo impegno a tutela dei i diritti umani, in particolare rivolto all’abolizione della pena di morte nei confronti dei minorenni iraniani.
Quest'anno, la città di Parigi le ha conferito un’onorificenza per il suo attivismo pacifico. Nel Suo Paese, in Iran, Nages Mohammadi, a seguito di un precedente arresto del 2010 è stata sottoposta ad isolamento durante il quale ha sviluppato una malattia che le provoca temporanei momenti di perdita di controllo sulla muscolatura.
La Mohammadi che era già stata condannata a sei anni di carcere nel 2011, ha visto estendere la pena di altri 4 anni con l’ultima sentenza del 19 maggio 2016. Era stata rilasciata su cauzione (200.000 dollari) nel 2013 per motivi di salute ma dopo l’incontro a Teheran, nel marzo 2014, con l’allora responsabile della politica estera europea Catherine Ashton per discutere le questioni dei diritti umani in Iran, ha subito una crescente pressione fino al nuovo arresto nel maggio 2015.
Sappiamo che nello scorso mese di giugno ha condotto un lungo e duro sciopero della fame perché le fosse concesso il diritto di parlare telefonicamente con i suoi due figli gemelli di nove anni che vivono a Parigi e che aveva sentito l’ultima volta in una telefonata concessale nel maggio 2015.
Mohammadi è detenuta nel carcere di Evin dove, come documentato in un recente rapporto di “International Campaign for Human Rights in Iran” alle prigioniere politiche sono regolarmente negate cure mediche e ricoveri ospedalieri, fortemente limitati i diritti di visita, con la mancanza di regolari contatti telefonici con le famiglie e la nutrizione è scarsa ed inadeguata.
La Risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite chiede a stragrande maggioranza e da tempo, a tutti gli Stati che ancora praticano la pena di morte, di stabilire una moratoria delle esecuzioni nella prospettiva della sua abolizione, nella convinzione che contribuisca al rispetto della dignità umana e al rafforzamento e al progressivo sviluppo dei diritti umani.
Consideriamo inaccettabile che in Iran, già primatista mondiale per numero di esecuzioni rispetto alla popolazione, si arrivi addirittura a perseguitare in forme così violente chi si impegna per la difesa dei condannati a morte.
Riteniamo che quando si decide di avviare un dialogo politico con un Paese come il nostro, l’Italia, fosse anche di tipo prevalentemente economico e commerciale, la dimensione dei diritti umani non possa e non debba mancare e per questo chiediamo a Lei, Presidente Rouhani, per la responsabilità ed il potere che ricopre, di compiere ogni sforzo per la liberazione di Nages Mohammadi e per garantire che in Iran non siano calpesti i diritti umani e civili come riconosciuti nel diritto internazionale.
Per aderire all'appello si può mandare un’email a info@nessunotocchicaino.it