esecuzioni nel mondo:

Nel 2024

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Dal 2000 a oggi

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legenda:

  • Abolizionista
  • Mantenitore
  • Abolizionista di fatto
  • Moratoria delle esecuzioni
  • Abolizionista per crimini ordinari
  • Impegnato ad abolire la pena di morte

GAMBIA

 
governo: repubblica
stato dei diritti civili e politici: Non libero
costituzione: approvata con referendum nazionale l'8 agosto 1996, effettiva dal 16 gennaio del 1997
sistema giuridico: un complesso di common law inglese, norme coraniche e consuetudinarie
sistema legislativo: monocamerale, Assemblea Nazionale
sistema giudiziario: Corte Suprema
religione: 90% musulmani, 9% cristiani, 1% credenze indigene
braccio della morte: 23 (fine 2017 secondo AI)
Data ultima esecuzioni: 0-0-0
condanne a morte: 0
Esecuzioni: 0
trattati internazionali sui diritti umani e la pena di morte:

Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici

Primo Protocollo Opzionale al Patto

Secondo Protocollo Opzionale al Patto (per l'abolizione della pena di morte)(solo firmato)

Convenzione sui Diritti del Fanciullo

Convenzione contro la Tortura ed i Trattamenti e le Punizioni Crudeli, Inumane o Degradanti (solo firmato)

Statuto della Corte Penale Internazionale (esclude il ricorso alla pena di morte)


situazione:

Il 19 febbraio 2018, il Presidente del Gambia Adama Barrow ha annunciato una moratoria della pena di morte nel suo Paese, in discontinuità rispetto al precedente regime del dittatore Yahya Jammeh.
Barrow, ex guardia di sicurezza a Londra è stato eletto Presidente nel dicembre 2016. “Userò questa opportunità della moratoria come primo passo per abolire la pena di morte in Gambia” ha detto il Presidente in un discorso in occasione del 53° anniversario dell'indipendenza dalla Gran Bretagna.
Jammeh ha governato il Gambia con un pugno di ferro per 22 anni.
La pena di morte è stata utilizzata per l’ultima volta da Jammeh nel 2012, quando tra la notte del 23 e del 24 agosto, dopo 31 anni di moratoria di fatto, sono stati fucilati otto uomini e una donna. Le esecuzioni avevano sucitato una dura reazione internazionale.
Barrow ha dichiarato: "Abbiamo vinto la guerra contro la dittatura, che è la parte facile. Mantenere la pace per far prosperare la nostra democrazia sarà la nostra massima sfida". Il Gambia è rientrato nel Commonwealth ad inizio febbraio.
Il 27 marzo 2017, il Procuratore Generale e Ministro della Giustizia del Gambia, Baboucarr Tambedou, ha annuciato di voler abolire la pena di morte e di essere personalmente un abolizionista. Ha detto che quando la Commissione per la verità e la riconciliazione sarà istituita, verranno esaminate le questioni che riguardano la giustizia.
Il Ministero della Giustizia, di concerto con il Ministero dell'Interno, ha istituito un panel – composto da avvocati del Ministero della Giustizia, membri del Ministero degli Interni, un rappresentante della Polizia del Gambia e uno del Servizio Prigioni - per la revisione del ‘procedimento penale’ e la detenzione, per rivedere casi penali in corso nei confronti di pubblici ufficiali o ex pubblici ufficiali o casi legati alle attività politiche.
Il 20 settembre 2017, iIl Gambia ha firmato il Secondo Protocollo Opzionale al Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici (per l'abolizione della pena di morte).

Abolita ad aprile 1993, la pena di morte era stata reintrodotta ad agosto 1995 dal Consiglio di Governo Provvisorio delle Forze Armate che avevano preso il potere con un colpo di stato l’anno prima. Un governo “costituzionale” è stato ripristinato nel 1996, quando l’autore del colpo di stato, Yahya Jammeh, si è presentato e ha vinto le elezioni presidenziali. 

La nuova Costituzione adottata nel 1996, e entrata in vigore a gennaio del 1997, mantiene la pena di morte. L’articolo 18 (1) prevede la protezione del diritto alla vita in questi termini: “Nessun individuo sarà privato della vita intenzionalmente a eccezione dell’esecuzione di una sentenza di morte decretata da una corte con competenza giuridica per un crimine per il quale la sanzione prevista sia la morte in base alle leggi del Gambia secondo quanto previsto dal comma 2 e a seguito di regolare condanna”. L’articolo 18 (2) stabilisce: “Dall’entrata in vigore di questa costituzione, nessun tribunale in Gambia potrà imporre una condanna a morte per qualsiasi reato senza che la sentenza sia prevista dalla legge e il reato comporti violenza o la somministrazione di una sostanza tossica che comporti la morte di un’altra persona.”
Il 4 ottobre del 2010, emendamenti alla legge del 2007 contro il traffico di esseri umani e agli articoli 122 e 273 del codice penale, erano stati adottati dall’Assemblea Nazionale, estendendo l’applicazione della pena di morte al traffico di esseri umani, alla rapina a mano armata e alla violenza carnale. Il 5 ottobre, il parlamento aveva approvato anche una legge che imponeva la pena capitale ai condannati trovati in possesso di cocaina ed eroina in quantità pari o superiore a 250 grammi. In precedenza, la pena prevista per il traffico della stessa quantità di droga consisteva nella detenzione da 30 a 40 anni.
Poiché la pena di morte per traffico di droga era in contrasto con la Costituzione che la ammette solo per i reati che causano la morte, il 4 aprile 2011, i parlamentari del Gambia avevano approvato all’unanimità tre proposte di legge al fine di emendare quelle leggi adottate nell’ottobre del 2010 che estendevano l’applicazione della pena di morte a una serie di reati, tra cui certamente
Emendamenti sono stati fatti anche al Codice Penale e alla legge del 2007 sul traffico di persone, per renderli compatibili con la Costituzione del 1996.
I condannati a morte possono ricorrere alla Corte d’Appello e poi alla Corte Suprema. Come ultima chance, il condannato può chiedere la grazia al Presidente.
Il 14 settembre 2012, dopo le nove esecuzioni effettuate in agosto, il Presidente Yahya Jammeh ha sospeso quelle dei restanti 38 prigionieri del braccio della morte. "Il presidente della Repubblica del Gambia Yahya Jammeh ha deciso di porre una moratoria sulle esecuzioni in seguito a numerosi appelli in tal senso”, ha scritto in un comunicato del Governo, che ha tuttavia precisato trattarsi di una “decisione temporanea”. "Che cosa succederà dopo sarà determinato da un declino del tasso di criminalità violenta, nel qual caso la moratoria sarà a tempo indeterminato, o da un aumento del tasso stesso, nel qual caso la moratoria verrà tolta automaticamente."
Dopo aver annunciato la sospensione di tutte le esecuzioni di condannati a morte, il Presidente Jammeh ha detto anche che modifiche della legge sulla pena capitale saranno effettuate solo se il popolo del Gambia esprimerà il desiderio e non attraverso pressioni e condanne internazionali. “Se i gambiani desiderassero la rimozione della pena di morte dalla Costituzione, verrà rimossa", ha detto Jammeh a un gruppo di giovani nel suo villaggio natale, Kanilai, il 20 settembre. Jammeh ha aggiunto: "La pena di morte non ha nulla a che fare con la politica. Se devo firmare 10.000 condanne a morte per salvare 1.600.000 di gambiani, lo farò. Se un Paese ha un suo cittadino in Gambia e non desidera che affronti il plotone di esecuzione, faccia in modo che non uccida nessuno in Gambia. Io non sono una colonia dell’Unione Europea, non sono colonia di nessuno."
Anteriormente a queste esecuzioni, vi era stata una sola esecuzione ufficiale dall’indipendenza dal Regno Unito nel 1965, quando Mustapha Danso, condannato nel dicembre 1980 per l’assassinio di un vice comandante in capo, è stato giustiziato il 30 settembre 1981. Tuttavia, sembra che le esecuzioni in Gambia siano continuate segretamente con la più recente prima di quelle del 23 che sarebbe stata effettuata nel 2007.
Il 22 luglio 2015, in occasione della celebrazione del 21° anniversario della Rivoluzione, il Presidente Yahya Jammeh ha graziato oltre 250 detenuti in varie carceri del Paese, imprigionati dal 1994 al 2013. Tra coloro che hanno beneficiato dell’amnistia c’erano condannati a morte per tradimento e omicidio, traffico di droga e stupro. Sono stati graziati e rilasciati tutti i prigionieri del braccio della morte condannati per omicidio e in carcere da oltre 10 anni, tutti i condannati per tradimento dal 1994 al 2013, tutti i condannati per possesso di cannabis in carcere da oltre tre anni di pena, tranne i recidivi; tutti i condannati per traffico di cocaina e altre droghe pesanti in carcere da oltre cinque anni e tutti i condannati per stupro di persone al di sopra di 21 anni. Nel 2015, sono state inflitte tre condanne a morte. Il 30 marzo, un tribunale militare a Bakau ha emesso condanne a morte nei confronti di tre soldati coinvolti nel tentato colpo di stato del 2014.
Nel 2016 non si è registrata alcuna condanna a morte e 3 nel 2017, mentre alla fine dell'anno vi erano circa 23 detenuti nel braccio ella morte secondo Amnesty International.

La pena di morte nei confronti delle donne
Le donne incinta sono escluse dall'esecuzione in base alla ratifica del Patto internazionale sui diritti civili e politici e del Protocollo alla Carta africana dei diritti umani e dei popoli sui diritti delle donne che vieta l'esecuzione di donne incinte e di quelle che allattano ai sensi dell'articolo 4 (g). Secondo la legge interna - articolo 28 (2) del codice penale  e art. 254 (1) del codice di procedura penale - una donna incinta condannata per un reato capitale  viene condannata al carcere a vita. Secondo deathpwnaltyworldwide.org "in caso di accusa per un reato capitale nei confroonti di una donna il giudice del processo esaminerà le prove relative alla gravidanza prima della sentenza. La donna che sostiene che la gravidanza ha l'onere della prova. "
Una donna Tabara Samba,cittadina senegalese, è stata giustiziata il 23 agosto 2012. Un'altra donna era nel braccio della morte quell'anno.

Le Nazioni Unite
Il 20 settembre 2017, iIl Gambia ha firmato il Secondo Protocollo Opzionale al Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici (per l'abolizione della pena di morte).
Nell’ottobre 2014, il Gambia è stato esaminato nell’ambito della Revisione Periodica Universale da parte del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite. Nel suo Rapporto Nazionale il Governo ha osservato che lo Stato non ha intenzione di abolire la pena di morte, prevista dalla Costituzione nei casi più eccezionali. La delegazione del Paese ha ricordato che la moratoria era stata interrotta nel 2012 a causa dell’impennata di crimini efferati, ma da allora la moratoria è stata ripristinata. Nel dicembre 2014, il Gambia si è astenuto sulla Risoluzione per una moratoria delle esecuzioni capitali all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. 
Il 18 dicembre 2014, come nel 2010, 2008 e 2007 il Gambia si è astenuto sulla risoluzione per una moratoria delle esecuzioni capitali all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il 20 dicembre 2012, era assente.
Anche il 19 dicembre 2016, il Gambia era assente al momento del voto.
Il 16 dicembre 2020, come nel 2018, il Gambia ha votato a favore della isoluzione per una moratoria delle esecuzioni capitali all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

 

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