esecuzioni nel mondo:

Nel 2025

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Dal 2000 a oggi

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legenda:

  • Abolizionista
  • Mantenitore
  • Abolizionista di fatto
  • Moratoria delle esecuzioni
  • Abolizionista per crimini ordinari
  • Impegnato ad abolire la pena di morte

NIGERIA

 
governo: repubblica federale
stato dei diritti civili e politici: Parzialmente libero
costituzione: nel 1999 è stata adottata una nuova costituzione
sistema giuridico: basato sulla common law inglese, la legge islamica (in 12 stati del nord) e norme tribali
sistema legislativo: bicamerale, Senato e Camera dei Rappresentanti
sistema giudiziario: Corte Suprema (giudici nominati dal Consiglio del governo provvisorio); Corte Federale di Appello (giudici nominati dal governo federale su raccomandazione del Comitato Giudiziario Consultivo)
religione: 50% musulmani, 40% cristiani, 10% credenze locali
metodi di esecuzione: plotone d'esecuzione impiccagione
braccio della morte: 970 (osundefender.org, 04/12/2012)
Data ultima esecuzioni: 0-0-0
condanne a morte: 32
Esecuzioni: 4
trattati internazionali sui diritti umani e la pena di morte:

Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici

Convenzione sui Diritti del Fanciullo

Convenzione contro la Tortura ed i Trattamenti e le Punizioni Crudeli, Inumane o Degradanti

Statuto della Corte Penale Internazionale (esclude il ricorso alla pena di morte)


situazione:
La pena capitale è prevista come obbligatoria per omicidio ed altri reati che non causano la morte come rapina a mano armata o tradimento. Sono reati capitali anche la  truffa e reati contro lo stato.
Con la vittoria alle elezioni presidenziali del febbraio 1999, l’ex Generale Olusegun Obasanjo aveva posto fine a 15 anni di regime militare e riportato il paese nel Commonwealth dal quale era stato sospeso nel 1995 dopo che l’allora dittatore Sani Abacha aveva ordinato l’esecuzione dello scrittore Ken Saro-Wiwa e di attivisti per i diritti della minoranza ogoni. A partire dal 1999, 12 stati del nord hanno introdotto nei Codici Penali la Sharia destando l’indignazione internazionale con le condanne alla lapidazione per adulterio di Safiya Hussaini e Amina Lawal. Le autorità nigeriane però hanno più volte ribadito che la Costituzione nigeriana non consente lapidazioni, amputazioni, fustigazioni e altre punizioni del genere previste dalla Sharia. A questo proposito, il Presidente Obasanjo aveva parlato di “Sharia politica, destinata a esaurirsi con il tempo”.
Nel gennaio 2000, il Presidente Obasanjo ha concesso la grazia ai condannati in attesa di esecuzione da oltre 20 anni e commutato in ergastolo le condanne a morte di chi aveva trascorso tra i 10 e i 20 anni nel braccio della morte. Nell’ottobre 2002, in occasione di un incontro con una delegazione di Nessuno tocchi Caino, Obasanjo dichiarò: “In quanto Presidente sono impegnato a salvare vite e non a eliminarle”. Ha poi aggiunto di sentirsi personalmente impegnato a portare avanti la campagna per la moratoria delle esecuzioni nel suo paese e a livello internazionale.
Il 24 giugno 2013, la Nigeria ha impiccato quattro prigionieri nella prigione della città di Benin, nello Stato di Edo, nelle prime esecuzioni del Paese dal 2006.
Dalla fine della dittatura militare nel maggio 1999, almeno 750 persone sono state condannate a morte in Nigeria, secondo Amnesty International. Nello stesso periodo, almeno 22 persone sono state giustiziate.
Nel 2010, le condanne a morte erano state almeno 151. Nel 2011, sono state condannate a morte almeno 72 persone mentre nel 2012 sarebbero state pronunciate 56 condanne a morte secondo informazioni fornite dal Governo.
A ottobre 2011, almeno 20 autori di reato minorenni erano ancora nel braccio della morte della Nigeria, secondo Amnesty International. Nel 2010, il Comitato ONU sui Diritti del Fanciullo aveva espresso grave preoccupazione per la segnalazione di circa 40 minorenni nel braccio della morte della Nigeria, anche se non risulta che questo Paese abbia giustiziato un delinquente giovanile dal 1997. La loro età al momento del loro presunto crimine variava dai 13 ai 17 anni.
Al 4 dicembre 2012, erano almeno 970 i detenuti nel braccio della morte, in attesa di esecuzione. Questa cifra comprende 951 maschi e 19 femmine, e si spiega con il permanente rifiuto dei governatori statali di firmare gli ordini di esecuzione. Il responsabile Pubbliche Relazioni dell’amministrazione penitenziaria nigeriana (NPS), Kayode Odeyemi, ha assolto l’amministrazione da ogni colpa per il ritardo nell'esecuzione dei condannati a morte. "Come possiamo eseguire condanne a morte senza i relativi ordini dei governatori? Noi non abbiamo il potere di farlo e poichè i governatori sono riluttanti a ratificare le condanne a morte, dobbiamo tenere i condannati nel braccio della morte a tempo indeterminato.”
Due gruppi di esperti erano stati istituiti dall’ex Presidente Olusegun Obasanjo per riformare il sistema carcerario e affrontare il problema del suo sovraffollamento. Entrambi i gruppi, il Gruppo nazionale di studio sulla pena di morte, istituito nel 2004, e la Commissione presidenziale sulla riforma dell’amministrazione della giustizia, istituito nel 2007, hanno raccomandato una moratoria delle esecuzioni in quanto il sistema di giustizia penale non poteva più garantire un processo equo.
Il 29 maggio 2011, per commemorare la Giornata della Democrazia, il Governatore dello Stato nigeriano di Ondo, Olusegun Mimiko, ha commutato in ergastolo tre condanne a morte. Sunday John, Ayodele Ikuomenihan e Oluwatimilehin Ifaramoye, condannati per omicidio, erano in attesa dell’esecuzione da settembre 2006.
Il 21 agosto 2011, il Governatore Ibrahim Shema dello Stato di Katsina ha commutato in ergastolo le condanne a morte di otto prigionieri, in occasione delle festività del Ramadan. La decisione è stata presa considerato che gli otto – Musa Dauda, Shehu Idi Magaye, Nura Sabo, Samanu Salisu, Shittu Jubrin, Aminu Sada, Abdulkarim Mohammed e Friday Patrick – si erano distinti per la buona condotta, la lunghezza della detenzione e per il fatto che non hanno commesso omicidi.
Il 26 gennaio 2012, il Governatore Ibikunle Amosun dello Stato di Ogun ha concesso l’amnistia a sette detenuti che stavano scontando pene di diversa entità, commutando in ergastolo le condanne a morte di Rasidi Yisau e Saburi Adebayo. Il governatore Amosun ha consigliato ai fortunati detenuti graziati di continuare a osservare le norme della buona condotta anche dopo il loro ritorno in società e ha descritto le prigioni come dei riformatori, deplorando invece le situazioni in cui le persone diventano più insensibili e dure, dopo una detenzione in carcere
Il 27 febbraio 2012, il Governatore dello Stato del Delta, Emmanuel Uduaghan, ha annunciato che non firmerà ordini di esecuzione per i condannati a morte. Il Governatore ha reso nota la propria decisione in una riunione presso il municipio della Comunità di Umeh, nell’Area del Sud Isoko dello Stato. Uduaghan ha sottolineato di essere un medico e di essere stato formato per salvare vite umane e non per firmare condanne a morte.
Il 27 marzo 2012, in una conferenza organizzata da Lawyers Without Borders ad Abuja, il Presidente della Corte Suprema della Nigeria, Dahiru Musdapher, e il Procuratore Generale della Federazione, Mohammed Bello Adoke, hanno assunto posizioni diverse sulla questione se mantenere o meno la pena di morte nel Paese. Mentre il Presidente della Corte Suprema ha detto che la pena di morte deve essere mantenuta nella Costituzione, nonostante la crescente pressione per abolirla, il Procuratore Generale, che è anche il Ministro della Giustizia della Federazione, ha detto che non poteva prendere una posizione sulla questione e che non sapeva dire se “è giusta o sbagliata”. “La Costituzione prevede esplicitamente la pena di morte ... Inoltre, la Corte Suprema, in una pletora di casi, ha confermato la sua costituzionalità in Nigeria”, ha detto Musdapher, aggiungendo che in una democrazia costituzionale né il legislatore né il potere giudiziario sono superiori alla Costituzione e, a meno che l’Assemblea Nazionale non la modifichi, non c’è nulla da fare.
Il 25 settembre 2012, un giudice dell'Alta Corte di Lagos, Mufutau Olokoba, ha annullato la condanna a morte di cinque persone. La decisione ha fatto seguito a un ricorso presentato dall’avvocato nigeriano Norrison Quakers nel 2008, contro il Procuratore Generale dello Stato di Lagos, a nome dei cinque condannati a morte per impiccagione o fucilazione in casi diversi e per vari reati tra il 1984 e il 1995. Il giudice, che ha descritto la modalità di esecuzione di tale pena come una violazione del diritto alla dignità umana delle persone condannate, ha ingiunto in via permanente al Governo dello Stato di Lagos di non giustiziare le persone condannate tramite impiccagione o fucilazione. Mettendo in discussione la costituzionalità dei metodi di esecuzione previsti dal codice di procedura penale e dal Robbery and Firearms Act, il giudice Olokoba ha detto che costituiscono una violazione del diritto alla dignità umana di una persona, come previsto dalla Sezione 34 (1) della Costituzione del 1999. "La morte per impiccagione o fucilazione equivale a una violazione del diritto del condannato alla dignità della persona umana e a un trattamento inumano e degradante. Di conseguenza, è incostituzionale...” ha stabilito il giudice. Reagendo alla sentenza del giudice, Norrison Quakers ha detto che tale decisione ha rivoluzionato l'amministrazione della giustizia penale. Fino a quando non sarà ribaltata o annullata da una corte d'appello, la sentenza rimane vincolante e qualsiasi decisione di tribunale che condanni a morte per impiccagione o fucilazione può essere oggetto di ricorso sulla base della sentenza del giudice Olokoba.
Il 18 ottobre 2012, il Governatore dello Stato nigeriano di Edo, Comrade Adams Oshiomhole, ha concesso l'amnistia a due prigionieri condannati a morte: il 32enne Monday Odu, che era minorenne quando è stato condannato nel 1997 per omicidio, e il 52enne Calistus Eke, condannato per rapina a mano armata nel 1996. Il Governatore ha anche commutato in ergastolo la condanna a morte di altri due: Tijani Mustapha e Zubem Abduramma, entrambi condannati per associazione a delinquere e rapina a mano armata. Parlando dopo la concessione della grazia a Odu e Eke, Oshiomhole ha detto: "Abbiamo esercitato la nostra prerogativa di concedere il perdono e vi abbiamo liberato dal carcere convinti che abbiate imparato la lezione. Potete ancora essere utili alla società e a voi stessi.” A Odu ed Eke il Governo ha promesso rispettivamente 100.000 e 200.000 naira nigeriani (circa 600 e 1200 dollari) per iniziare a rifarsi una vita. "Spero che sarete in grado di fare qualcosa di positivo fuori dal carcere", ha detto il governatore. Il 22 ottobre, il governatore Oshiomhole ha reso noto di avere commutato in ergastolo, il 26 settembre, la condanna a morte nei confronti di un altro detenuto, Olu Fatogun, condannato per rapina a mano armata. "Il caso di Olu Fatogun – ha detto – è stato esaminato dal consiglio consultivo sulla clemenza, il quale ha raccomandato che la sua condanna a morte venisse confermata ed eseguita, ma io ho rifiutato la raccomandazione, ordinando invece che la condanna a morte venisse commutata in ergastolo.” Il governatore ha anche confermato di avere invece firmato gli ordini di esecuzione nei confronti di due condannati a morte per omicidio: Daniel Nsofor e Osayinwinde Agbomien.
Il 13 dicembre 2012, l’Assemblea Nazionale della Nigeria ha approvato un emendamento alla Legge sulla Prevenzione del Terrorismo del 2011, confermando la pena di morte per gli autori di atti terroristici. La proposta di emendamento era stata approvata dalla Camera dei Rappresentanti e dal Senato rispettivamente l’11 ed il 17 ottobre 2012. Mentre la versione del Senato prevedeva l’ergastolo, quella della Camera prevedeva la condanna capitale. L’Assemblea Nazionale ha deciso di approvare la proposta contenuta nel rapporto della commissione bicamerale che aveva armonizzato i disegni di legge approvati dalle due camere decidendo di adottare la versione della Camera.
Il Terrorism (Prevention) Act, approvato il 2 giugno 2011, stabilisce misure per la prevenzione, il divieto e il contrasto di atti di terrorismo e del finanziamento del terrorismo nel Paese. Esso prevede inoltre l’efficace attuazione della Convenzione per la prevenzione e la lotta al terrorismo, nonché la Convenzione per la repressione del finanziamento del terrorismo, e prescrive sanzioni per la violazione delle sue disposizioni. La legge principale definisce “atto di terrorismo” ogni atto che riguardi o provochi un attacco alla vita di una persona che può causare gravi danni fisici o la morte; il sequestro di persona; la distruzione di strutture governative o pubbliche, del sistema di trasporto, di impianti infrastrutturali compresi i sistemi informatici, le piattaforme fisse situate a livello continentale, in luogo pubblico o proprietà privata che può mettere a repentaglio vite umane o causare ingenti perdite economiche.
Il 7 novembre 2012, la Camera dei deputati dello Stato del Delta ha approvato un disegno di legge che prevede la condanna a morte per rapitori e terroristi. Il disegno di legge, noto come "Legge per proibire Terrorismo, Sequestro di persona, Detenzione di ostaggi, Settarismo, Uso di bombe ed Altro", è stato approvato all'unanimità dai 28 membri della Camera. Con il nuovo disegno di legge, un amministratore locale che non prende provvedimenti pur sapendo che nel suo territorio vengono detenuti ostaggi, sarà deposto e la sua carica ritirata. Inoltre, una società di telecomunicazioni che si rifiuta di mettere a disposizione delle agenzie di sicurezza entro 24 ore dalla richiesta, informazioni sulle comunicazioni effettuate da un sospetto rapitore o terrorista, pagherà una multa di 20 milioni di Naira (127.469 dollari)per ogni richiesta non accolta. La proposta è stata inviata al Governatore dello Stato, Emmanuel Eweta Uduaghan, per la conversione in legge. Quando la Camera ha approvato una legge simile tra il 2010 e il 2011 Uduaghan ha negato il suo assenso sulla base del fatto che la condanna a morte da quando è stata introdotta nell’ordinamento non ha mai scongiurato la commissione di reati capitali. "La mia posizione su questo è sempre stata la stessa: la pena di morte non ha fermato le attività criminali", ha detto Emmanuel Uduaghan in un’intervista al This Day il 29 novembre 2012.
Dopo essere stata eletta al Consiglio dei Diritti Umani nel 2006, la Nigeria si è sottoposta all’Esame Periodico Universale (UPR) delle Nazioni Unite il 9 febbraio 2009. Pur non avendo adottato una moratoria ufficiale delle esecuzioni, il Ministro federale degli affari esteri, Uma Ojo Maduekwe, ha dichiarato che la Nigeria ha una “moratoria autoimposta”.
Il 21 dicembre 2010, per la prima volta, la Nigeria si è astenuta sulla Risoluzione per una moratoria delle esecuzioni capitali all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, un voto che ha confermato anche il 20 dicembre 2012 mentre nelle due precedenti sessioni, nel 2007 e nel 2008, aveva votato contro la Risoluzione.

 

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