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Marco Pannella in Mali, 2010

Le iniziative parlamentari e le missioni a favore della moratoria

  • Nel corso degli anni, su proposta di Nessuno tocchi Caino, numerose mozioni e interrogazioni parlamentari sono state presentate e approvate al Parlamento italiano e a quello europeo: per la presentazione in Commissione diritti umani e all´Assemblea Generale della risoluzione per la moratoria delle esecuzioni; sugli espianti di organi dai condannati a morte in Cina; sui casi di condannati a morte (Karla Tucker, Joe Cannon, Rocco Barnabei); sulla pena di morte in Cina, a Cuba, nelle Filippine, nei Caraibi; su casi di estradizione dal Canada e dall´Italia verso Paesi mantenitori; sul commercio di sostanze usate per le iniezioni letali.


  • Il 16 e 17 dicembre ´97, Nessuno tocchi Caino ha organizzato a Strasburgo un incontro tra l´associazione degli avvocati penalisti americani ed il Presidente del Parlamento Europeo, i gruppi parlamentari e rappresentanti del Consiglio d´Europa. La delegazione americana guidata dal leader dei diritti civili Julian Bond e composta dagli avvocati della National Association of Criminal Defense Lawyers e dai rappresentanti della National Coalition to Abolish the Death Penalty ha avanzato una proposta all´Europa: fare pressione anche economica sugli Stati americani dove si praticano le esecuzioni. Ci sono molte aziende europee che potrebbero aprire le loro filiali in quegli Stati senza pena di morte piuttosto che in Texas, Georgia o Virginia. Nelle settimane successive per due volte è stata battuta per pochissimi voti una risoluzione del Parlamento Europeo contenente questa richiesta. La proposta era contenuta anche in una risoluzione del Senato italiano sul caso di Karla Tucker che, invece, è stata approvata all´unanimità.


  • Dall´11 al 13 marzo ´98, in vista del voto in Commissione diritti umani sulla risoluzione contro la pena di morte e per scongiurare la ripresa delle esecuzioni nelle Filippine, una delegazione del Senato italiano e di Nessuno tocchi Caino ha incontrato a Manila tra gli altri il Ministro degli Esteri Domingo Siazon, il Presidente del Senato Neptali Gonzalez, l´Arcivescovo di Manila Jaime Sin. L´esecuzione di Leo Echegaray, la prima prevista nel Paese dopo oltre vent´anni di abolizione legale o di fatto, viene sospesa. A Ginevra, in Commissione diritti umani, le Filippine si astengono sulla risoluzione italiana.


  • Dal 20 al 31 marzo ´99, una missione del Senato italiano e di Nessuno tocchi Caino si è recata in Salvador, Guatemala e Cuba. A seguito della missione, El Salvador ha ritirato la proposta di reintroduzione della pena di morte e ha deciso di sponsorizzare e votare a favore della risoluzione poi approvata dalla Commissione diritti umani, mentre l´anno precedente si era astenuto. Il Guatemala ha confermato l´astensione dell´anno precedente. Cuba ha accolto la richiesta di clemenza nei confronti di due cittadini salvadoregni condannati a morte per l´uccisione di un turista italiano.


  • Il 22 marzo ´99, una missione del Senato è intervenuta all´audizione presso la Corte Suprema del Canada sul caso di Sebastian Burns e Atif Rafay, due cittadini canadesi che rischiano l´estradizione nello stato di Washington per omicidi commessi nel 1994. Per presentare la posizione italiana, che sta diventando sempre più dell´Unione Europea, così come stabilita dalla storica sentenza della Corte Costituzionale sul caso di Pietro Venezia, e chiedere al Governo Canadese di essere coerente con il voto espresso a Ginevra in Commissione diritti umani non estradando nessuno verso Paesi che praticano la pena di morte.


  • A fine agosto ´99, Nessuno tocchi Caino ha organizzato missioni insieme alla Camera dei Deputati a Barbados, Saint Lucia, Grenada, Trinidad & Tobago e in Giamaica, paesi caraibici che hanno dichiarato di voler denunciare i trattati internazionali in materia di diritti umani che consentono ai condannati a morte ulteriori possibilità di ricorso; sempre a fine agosto, una missione si è recata in Pakistan per sostenere le locali organizzazioni per i diritti umani che chiedono l´abolizione della pena di morte per i minori e visitare i detenuti nelle carceri di Rawalpindi e Lahore.


  • Dal 25 al 29 ottobre ´99, una missione del Senato italiano e di Nessuno tocchi Caino si è recata in Kirghizistan e Uzbekistan, Paesi sulla carta mantenitori, dai quali però stanno giungendo incoraggianti segnali abolizionisti. Il Kirghizistan, ad esempio, ha stabilito una moratoria delle esecuzioni capitali, mentre l´Uzbekistan ha ridotto drasticamente il numero dei reati per cui è prevista la pena di morte.


  • Tra il 14 e il 18 ottobre 2002, Nessuno tocchi Caino, nell´ambito di un progetto sostenuto dall´UE, ha compiuto una missione, composta da parlamentari europei ed italiani, in Nigeria in un momento in cui il paese era aspramente criticato a livello internazionale per il caso di Amina Lawal. Per le rassicurazioni avute dal Governo federale, secondo il quale in base alla Costituzione della Nigeria Amina Lawal non sarebbe mai stata lapidata, la missione ha avuto l´obiettivo di esprimere sostegno al Presidente Olosegun Obasanjo, a cui è stato dedicato il Rapporto 2002 di NtC, in quanto convinto abolizionista ed impegnato in un processo di democratizzazione interno al paese e contestualmente di chiedere un voto a favore della risoluzione pro moratoria all´Assemblea Generale delle Nazioni Unite. La missione ha voluto anche contrastare il boicottaggio, legato al caso di Amina, della manifestazione di Miss Mondo la cui finale era prevista nella capitale Abuja. Il Presidente Obasanjo ha annunciato il suo personale sostegno all´iniziativa di Nessuno tocchi Caino perché l´Assemblea Generale dell´ONU approvi una risoluzione pro moratoria delle esecuzioni


  • Il 28 giugno 2003, Nessuno tocchi Caino, nell´ambito di un progetto sostenuto dall´UE, ha organizzato una missione nella Repubblica Democratica del Congo per chiedere al Presidente Joseph Kabila, alla vigilia della formazione del nuovo governo di unità nazionale (istituito dopo lunghe trattative, il 30 giugno 2003 ndr), un atto di clemenza per i trenta condannati a morte per l´omicidio di suo padre, Laurent Kabila, e di sostenere la risoluzione pro moratoria all´Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Alla missione hanno partecipato Emma Bonino, ex Commissaria UE per gli aiuti umanitari e al momento parlamentare europea e Aldo Ajello, inviato speciale dell´Unione europea per i grandi laghi. Il Presidente J. Kabila si è impegnato a non giustiziare gli assassini del padre, a mantenere una moratoria delle esecuzioni e a rimettere la più generale questione dell´abolizione della pena di morte al Parlamento di transizione che sarebbe stato istituito nei mesi successivi.


  • Nel giugno 2003, il presidente di Nessuno tocchi Caino, Marco Pannella, nell´ambito di una missione del Parlamento Europeo in Cambogia, svoltasi alla vigilia delle elezioni politiche, che hanno poi confermato le forze di governo, ha ottenuto conferma di un voto a favore della moratoria ONU e ha sollecitato la sponsorizzazione della risoluzione pro moratoria in Assemblea Generale.


  • Dal 30 luglio all´8 agosto 2003, Nessuno tocchi Caino, nell´ambito di un progetto sostenuto dall´UE, ha organizzato una serie di missioni in Nigeria, Ghana, Togo, Mali e Senegal per chiedere un sostegno in vista della presentazione all´Assemblea Generale del 2003 di una risoluzione pro moratoria delle esecuzioni capitali. La missione è stata compiuta dal Parlamentare europeo della Lista Emma Bonino Marco Cappato. Per quanto riguarda la Nigeria, il Presidente Obasanjo ha ribadito il suo personale sostegno all´iniziativa di Nessuno tocchi Caino perché l´Assemblea Generale dell´ONU approvi quest´anno una risoluzione pro moratoria delle esecuzioni; dagli incontri avuti in Ghana, paese di fatto abolizionista, dove nel dicembre 2000 si sono svolte le prime libere elezioni del paese che hanno portato alla vittoria il Presidente John Kufuor, cattolico devoto, detto "il gigante buono dell´Africa" è emerso che è più che possibile che il paese sostenga l´iniziativa pro moratoria all´Assemblea Generale dell´ONU; in Togo paese abolizionista di fatto, unico con questo status, insieme allo Swaziland, ad aver sempre votato contro la risoluzione per la moratoria in Commissione diritti umani, il Presidente dell´Assemblea Nazionale, Ouattara Fambare Natchaba ha dichiarato: "se abbiamo avuto difficoltà in passato [sulla moratoria, NdR], non ne avremo in futuro; forse abbiamo votato contro perché non ci sono state delle consultazioni con l´Italia"; in Mali dove vige una moratoria legale delle esecuzioni capitali, il Ministro degli Esteri ha annunciato che voterà a favore della moratoria in Assemblea Generale; in Senegal paese abolizionista di fatto che ha ratificato lo Statuto della Corte internazionale, la Ministra per i Diritti umani anche a nome del Presidente della Repubblica ha espresso sostegno alla moratoria sulle esecuzioni capitali all´ONU.


  • Dal 30 luglio al 7 agosto 2003, Nessuno tocchi Caino, nell´ambito di un progetto sostenuto dall´UE, ha organizzato una serie di missioni in Kyrgyzstan, Kazakistan e Uzbekistan. La missione è stata compiuta dal Parlamentare europeo della Lista Emma Bonino Benedetto della Vedova, dal Consigliere Regionale, della medesima forza politica, Bruno Mellano e da Antonio Stango del direttivo di NtC. Per quanto riguarda il Kyrgyzstan, dove vige una moratoria legale delle esecuzioni, è emersa, una personale adesione alla proposta da parte di molti interlocutori anche se la decisione sul voto all´Assemblea Generale dell´ONU sarà presa dal Presidente Akaev; in Kazakistan è emerso un orientamento favorevole alla proposta di una graduale sospensione della pena di morte, sia nell´ambito delle relazioni tra l´UE e il Kazakistan, sia per favorire lo sviluppo di una società democratica. In Uzbekistan, paese mantenitore, è stata presa in considerazione la richiesta di astensione (anziché un voto contrario).


  • Dal 4 all´11 agosto 2003, una delegazione congiunta di Nessuno tocchi Caino e di Non c´è Pace Senza Giustizia, guidata dal Presidente del Partito Radicale Transnazionale Sergio Stanzani, ha svolto una missione in Sierra Leone affrontando con diverse autorità del paese il tema della pena di morte e della risoluzione Onu sulla moratoria delle esecuzioni capitali. Il Vice Presidente Solomon Berewa ha detto di essere non solo personalmente favorevole all´abolizione della pena di morte, ma che addirittura lui stesso nel 1993 aveva proposto una moratoria interna alla Sierra Leone, che però allora era stata respinta. Si è detto inoltre consapevole che con l´istituzione della Corte Speciale per la Sierra Leone, che non prevede la pena di morte per i crimini gravissimi che è deputata a giudicare, si è creato un paradosso nazionale: può essere comminata la pena capitale per crimini come l´omicidio a livello di giurisdizione interna, ma i peggiori criminali dei dieci anni di conflitto non saranno mai condannati a morte. Il Ministro della Giustizia Eke A. Halloway, incontrando la delegazione, ha detto di essere assolutamente a favore dell´abolizione della pena di morte, aggiungendo che avrebbe preso una posizione ufficiale contro la pena di morte come Ministro della Giustizia a livello pubblico. Il Ministro sta infatti preparando un documento che si chiama "The Path to Peace", che andrà agli atti della Commissione per la Verità e Riconciliazione e si è impegnato a inserire l´abolizione della pena di morte tra le proposte che lui farà per conto del Ministero della Giustizia. In relazione alla posizione del paese sulla risoluzione pro moratoria all´Assemblea Generale Onu, entrambi hanno detto che avrebbero discusso la questione in Consiglio dei ministri. *
    *A settembre, l´Ambasciatore della Sierra Leone presso l´Onu, Allieu I. Kanu, ha informato l´ufficio di New York di Nessuno tocchi Caino che il suo governo lo ha istruito affinché voti a favore di una risoluzione pro moratoria all´Assemblea Generale dell´Onu, e contro l´emendamento sulla "giurisdizione interna" che probabilmente sarà presentato dai paesi mantenitori per neutralizzare la risoluzione.


  • Dal 7 al 13 agosto 2003, Nessuno tocchi Caino, nell´ambito di un progetto sostenuto dall´UE, ha compito una missione in Kenya (di fatto abolizionista) e Zambia (mantenitore) per chiedere un voto a favore della risoluzione pro moratoria all´Assemblea Generale dell´ONU. Pieno sostegno è stato espresso dalle autorità incontrate, insieme ad Emma Bonino, ex Commissaria UE e attualmente parlamentare europea, in Kenya. Si tratta di una posizione legata alle istanze abolizioniste manifestate dal neo eletto governo del Presidente M. Kibaki, a cui Nessuno tocchi Caino ha dedicato il Rapporto 2003. Per quanto riguarda lo Zambia il Ministro degli Esteri Kalombo Mwansa ha assicurato che il suo paese si asterrà sulla risoluzione per una moratoria universale delle esecuzioni capitali alla prossima Assemblea Generale.


  • Dal 15 al 20 settembre 2003, Nessuno tocchi Caino, nell´ambito di un progetto sostenuto dall´UE, ha compito una missione in India (mantenitore) e Sri Lanka (di fatto abolizionista) per chiedere un voto a favore della risoluzione pro moratoria all´Assemblea Generale dell´ONU. La missione è stata compiuta dal Parlamentare europeo della Lista Emma Bonino Marco Cappato, dal Consigliere Regionale, della medesima forza politica A, Litta Modignani, dall´On Enrico Buemi della Camera dei Deputati italiana e da Anna Zammit del direttivo di NtC.I due paesi hanno confermato una posizione favorevole ad un voto di astensione sulla risoluzione pro moratoria in Assemblea Generale, coerentemente a quanto già fatto alla Commissione diritti umani dell´ONU.


  • Dal 23 al 30 settembre 2003, George Ryan, Presidente d´Onore di Nessuno tocchi Caino, nell´ambito di un progetto sostenuto dall´UE, ha compito un tour europeo in Francia, Spagna, Regno Unito e Belgio per chiedere ai Governi dell´UE di riconsiderare la decisone, espressa il 21 luglio, contraria alla proposta della Presidenza italiana dell´UE di presentare quest´anno in Assemblea Generale la risoluzione pro moratoria. l´uomo politico americano che negli ultimi anni è riuscito più di ogni altro a far riflettere la opinione pubblica e cambiare molte posizioni sulla pena di morte negli Stati Uniti. Uno dei primi atti del suo mandato fu l´introduzione di una moratoria legale delle esecuzioni nel suo Stato: da fautore senza riserve della pena di morte, era rimasto turbato dalla scoperta che nel braccio della morte dell´Illinois 13 persone erano state riconosciute innocenti e avevano rischiato invece di essere giustiziate. L´ultimo suo atto, il 10 gennaio 2003, è stato quello di svuotare il braccio della morte commutando la pena a 167 condannati a morte e liberandone 4 della cui innocenza si era personalmente convinto. Tra loro Leroy Orange che lo ha accompagnato in questo tour europeo. Come risultato del loro impegno, l´UE ha deciso nel Consiglio Affari Generali del 29 settembre di reinserire nella propria agenda la questione della presentazione della risoluzione pro moratoria all´Assemblea Generale dell´ONU quest´anno.


  • Dal 18 al 21 ottobre 2004, si è svolta a Lusaka la missione congiunta di Nessuno tocchi Caino e del Senato italiano nello Zambia. Considerati l'enorme risalto pubblico e gli impegni dei leader politici, ha segnato un punto di non ritorno verso l'abolizione completa della pena di morte nel paese. Tutti gli incontri con le autorità zambiane e i rappresentanti della società civile hanno confermato che la via per l'abolizione completa della pena di morte passa attraverso la revisione costituzionale che prevede anche un'ampia consultazione di organizzazioni non governative. Tuttavia il Presidente della Commissione per la revisione costituzionale, Willa Mungomba, ha dichiarato che non saranno le percentuali numeriche a favore o contro la pena di morte a determinare la decisione finale ma la forza di convincimento delle argomentazioni avanzate dagli uni e dagli altri. Tutte le autorità politiche si sono già espresse a favore dell'abolizione e intendono comunque esercitare al riguardo un loro ruolo guida dell'opinione pubblica. La delegazione del Senato era composta dal Presidente della Commissione diritti umani Enrico Pianetta (Forza Italia) e dai senatori Cinzia Dato (Margherita), Alessandro Forlani (Unione di Centro) e Nuccio Iovene (Democratici di Sinistra). Oltre che con il suo Segretario, NtC era presente con Elisabetta Zamparutti, Tesoriere dell'Associazione e curatrice del Rapporto annuale sulla pena di morte.


  • Dal 12 al 14 ottobre 2010, una delegazione di Nessuno tocchi Caino, composta dai parlamentari radicali Elisabetta Zamparutti e Marco Perduca, nell’ambito di un progetto sostenuto dall’Unione Europea, si è recata in Zambia, nell’ambito di un UE contro la pena di morte in Africa e per nuovi consensi a favore della Risoluzione ONU per la moratoria delle esecuzioni. Nell’occasione i due parlamentari hanno partecipato forum “Death Has No Appeal” organizzato dall’Unione Europea al Mulungushi International Conference Centre di Lusaka. Successivamente hanno fatto visita al carcere di massima sicurezza di “Mukobeko” dove sono detenuti i condannati a morte in Zambia. Nell’incontro del 13 ottobre con i parlamentari zambiani membri della commissione nazionale per la nuova costituzione, il Presidente del gruppo parlamentare di maggioranza Vernon J. Mwaanga, che presiedeva l'incontro, ha detto che «a questo tavolo siedono parlamentari che potete considerare vostri alleati, che durante i lavori per la preparazione della bozza che verrà adesso discussa in parlamento e successivamente posta a un referendum popolare di conferma, si sono battuti per l'esclusione della pena di morte”. Il 14 ottobre la delegazione di Nessuno tocchi Caino ha incontrato il Ministro degli Esteri Kabinga Pande, il quale ha rappresentato gli sforzi del Governo nella tutela e promozione dei diritti umani nel Paesee ha suggerito di organizzare dei seminari e una campagna di informazione dell’opinione pubblica in vista di un passaggio cruciale previsto per il 2011, cioè l’esame in parlamento della bozza di riforma costituzionale presentata dalla Conferenza Costituente Nazionale che nel febbraio scorso, al termine di un acceso dibattito, ha confermato per un solo voto – 26 a 25 – l’articolo della Costituzione che prevede la pena di morte. La delegazione di Nessuno tocchi Caino è stata poi ricevuta da George Kunda, Vice Presidente della Repubblica e Ministro della Giustizia, che era accompagnato dal suo vice Todd Stewart. Entrambi personalmente abolizionisti, hanno ribadito che il Presidente Rupiah Banda, seguendo la linea tracciata dal suo predecessore Levy Mwanawasa, non avrebbe firmato nessun decreto di esecuzione per nessun condannato a morte, anche se la pena capitale dovesse essere mantenuta nella nuova Costituzione.


  • Dal 10 al 12 novembre 2010, una delegazione di Nessuno tocchi Caino e del Partito Radicale, composta da Marco Pannella, Elisabetta Zamparutti e Matteo Angioli, nell’ambito di un progetto sostenuto dall’Unione Europea, si è recata in Mali per accelerare il processo legislativo verso l’abolizione della pena di morte dopo il sostegno dato dal paese alla risoluzione ONU per la moratoria universale delle esecuzioni capitali. La delegazione ha dapprima incontrato il Presidente dell’Ordine degli Avvocati del Mali Maiga Seydou Ibrahim e poi alcuni esponenti della Piattaforma per i diritti economici, sociali e culturali tra i quali il Segretario esecutivo del Movimento dei popoli per l’Educazione ai Diritti Umani Mahamari Mohamed El Moktar e la Vice Presidente della Commissione Nazionale dei Diritti Umani Kané Nana Sano. Apertamente abolizionista, il presidente dell’ordine degli avvocati ha spiegato le difficoltà interne per portare a compimento l’iter parlamentare del progetto di legge per l’abolizione definitiva della pena capitale presentato dal Governo nell’ottobre del 2007. Le difficoltà sono legate all’aggressività da parte di alcuni esponenti musulmani le cui rimostranze hanno portato il Parlamento ad arrestare l’iter di approvazione. La Commissione parlamentare dei diritti umani non ha avuto la forza di dare un parere positivo limitandosi a registrare le 10 ragioni di contrarietà degli imam e le 10 ragioni a favore esposte dagli abolizionisti. L’11 novembre la delegazione è stata ricevuta dal Segretario Generale del Ministero degli Esteri, Al-Maamoun Baba Lamine Keita, dal Ministro della Giustizia, Maharafa Traore, e dal Presidente della Lega per i Diritti Umani del Mali, Amadou Tieoule Diarra, ha poi compiuto una visita al carcere femminile di Bamako ed ha infine partecipato all'audizione presso la Commissione giustizia dell’Assemblea Nazionale del Mali dove era presente, tra gli altri, il primo firmatario di una proposta di legge per l'abolizione della pena di morte, Kassoum Tapo, che ha spiegato come "i parlamentari non abbiano la forza di assumersi la responsabilità politica della decisione”. “Anziché votare secondo coscienza – ha detto Tapo – i deputati continuano a prendere tempo dicendo di volersi confrontare con i propri elettori. Ma la gente ha paura della reazione degli imam e questa paura si ripercuote sui loro rappresentanti politici”. A seguire vi è stato l’incontro con il Segretario Generale dell’Assemblea Nazionale e i rappresentanti della Commissione dell’Unione Europea a Bamako. La missione si è conclusa il venerdì 12 novembre, con l’incontro con il Presidente della Repubblica del Mali Amadou Toumani Touré.


  • Dal 22 al 24 novembre 2010, una delegazione di Nessuno tocchi Caino, composta dalla Deputata Elisabetta Zamparutti e dal Senatore Marco Perduca, nell’ambito di un progetto sostenuto dall’Unione Europea, si è recata in Congo per chiedere un adeguamento sul piano interno della posizione espressa in sede internazionale dal Congo, che al Palazzo di Vetro ha co-sponsorizzato la Risoluzione pro moratoria in discussione all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Dopo aver incontrato il Segretario generale del Ministero degli Affari Esteri del Congo, Daniel Owassa, la delegazione accompagnata dall’Ambasciatore italiano in Congo Francesco Paolo Venier, ha incontrato i rappresentanti del Senato e dell'Assemblea Nazionale congolesi. L’incontro al Senato si è svolto con il Presidente André Obami Itou, che era accompagnato da Benjamin Boukoulou (Primo Vice Presidente del Senato e Presidente del Comitato di Amicizia Italia-Congo) e da Gabriel Oba-Apounou (Presidente della Commissione Esteri del Senato). “Il Congo è pronto” ha ammesso il Presidente del Senato, anche perché “se il Congo vuole far parte del Consiglio dell'Onu sui diritti umani non può restare ai margini della campagna abolizionista”. Personalmente il Presidente ha anche espresso la sua solidarietà all'iniziativa nonviolenta di Marco Pannella contro la pena di morte per Tarek Aziz.

    L’incontro all’Assemblea Nazionale si è svolto con Pierre Ngolo, Primo Segretario dell’Ufficio di Presidenza, accompagnato da Bati Benoît Tsiaki, Presidente dell'Associazione di amicizia Italia-Congo e membro della Commissione giustizia e dal deputato Gaston Ndivili. “L'abolizione della pena di morte – ha detto Pierre Ngolo – resta però un processo di lungo termine". Da parte sua, Bati Benoît Tsiaki, già magistrato, ha informato che “c'è un processo di revisione del codice penale da parte del Ministero della giustizia da cui dipenderà anche l'avvio di un dibattito parlamentare che dovrà affrontare anche la pena di morte”. Il 24 ottobre, la delegazione ha incontrato il Ministro della Giustizia Aimée Emmanuel Yoka che si è dichiarato un abolizionista convinto e, dopo aver riconosciuto la necessità di un atto di coerenza interno, ha preso l’impegno a presentare una proposta di legge abolizionista di iniziativa governativa nella sessione parlamentare di marzo prossimo.


  • Dal 9 al 10 dicembre 2010, Nessuno tocchi Caino, nell’ambito di un progetto sostenuto dall’Unione Europea, ha condotto una missione in Ghana per chiedere l’abolizione della pena di morte ed un voto a favore della risoluzione ONU per la moratoria universale delle esecuzioni capitali. Dopo l’incontro con il Ministro degli Esteri Alhaji Muhammad Mumuni, la delegazione ha incontrato il capo delegazione dell’Unione Europea, ambasciatore Claude Maerten e a seguire la Commissione Nazionale sui Diritti Umani e l’Amministrazione della Giustizia (CHRAJ), rappresentata dal Vice Presidente Richard A. Quayson e dal vice capo indagini Isaac L. Annan, il quale ha sottolineato in particolare le condizioni di sovrappopolazione carceraria - circa 40 mila detenuti ristretti in strutture fatiscenti costruite durante il periodo coloniale - e i tempi di custodia cautelare, che possono arrivare anche a 10 anni. I due rappresentanti della CHRAJ hanno espresso una posizione a favore dell’abolizione della pena di morte. La missione di Nessuno tocchi Caino si è conclusa con l’incontro alla Commissione per la revisione della Costituzione, dove Raymond Atuguba, Segretario esecutivo, ha spiegato le caratteristiche del processo di riforma che dovrebbe concludersi entro il 2011 ed ha invitato Nessuno tocchi Caino alla conferenza internazionale di marzo 2011, ad Accra, che dovrà fornire delle prime valutazioni al Presidente della Repubblica, che le condividerà col Governo per poi sottoporle al Parlamento. Tra le decisioni da assumere ci sarà anche quella di sottoporre o meno separatamente a referendum l’abolizione della pena di morte.


  • Il 4 marzo 2011, a nome di Nessuno tocchi Caino, il deputato e presidente della Commissione diritti umani dell’OSCE, Matteo Mecacci, ha partecipato ad Accra, in Ghana, alla Conferenza Nazionale Costituzionale, passaggio cruciale del processo iniziato un anno prima dalla Commissione di Revisione Costituzionale istituita dal Presidente della Repubblica per emendare la Costituzione del Ghana del 1992. Tra i temi affronti dalla Conferenza c’era anche quello relativo ai diritti umani e, in particolare, la questione se mantenere o meno la pena di morte nella nuova Costituzione. La Conferenza Nazionale Costituzionale, che è stata inaugurata il 1° marzo dal Presidente della Repubblica John Evans Atta Mills e si è conclusa il 5 marzo, ha fornito alla Commissione di Revisione Costituzionale le sue prime proposte di riforma da presentare poi Presidente della Repubblica, perché le condividesse col Governo e per poi sottoporle al Parlamento. Il dibattito è iniziato con la posizione predominante favorevole al mantenimento della pena di morte, tuttavia si è deciso in seguito di trasmettere ai commissari una posizione aperta nei confronti delle due opzioni -mantenimento e abolizione della pena capitale - con i vari argomenti pro e contro, oltre alla richiesta al Presidente di esplicitare e spiegare la sua posizione sul tema. Quando poi il 20 dicembre la Commissione di Revisione Costituzionale ha presentato il suo Rapporto finale al Presidente, tra le raccomandazioni chiave l'eliminazione della pena di morte dalla Costituzione e dai codici del Paese.


  • Dal 20 al 22 agosto 2012, una delegazione di Nessuno tocchi Caino, composta da Sergio d’Elia, segretario e dai parlamentari Marco Perduca ed Elisabetta Zamparutti, nell’ambito di un progetto finanziato dal Ministero degli esteri italiano, hanno compiuto una missione in Zimbabwe con l’obiettivo di accelerare il processo abolizionista interno ed ottenere un voto a favore della risoluzione per la moratoria delle esecuzioni capitali all’Assemblea Generale di dicembre. La delegazione ha svolto audizioni presso la Commissione giustizia della Camera dei deputati, la Commissione esteri della Camera dei deputati e la Commissione per i diritti umani del Senato ed ha incontrato il Ministro per gli Affari Costituzionali E. Matinenga, avvocato abolizionista, il Ministro dell'industria Welshman Ncube, che è anche il presidente dell'MDC-N, terza forza politica del paese, la vice premier Thakozani Khupe, il Presidente della Camera dei Deputati Lovemeore Moyo, la Presidente del Senato Edna Madzongwe e il Primo Ministro Morgan Tsvangirai. Il Primo Ministro Morgan Tsvangirai, già leader del partito che è stato all’opposizione di Mugabe, il Movimento per il Cambiamento Democratico, ha confermato la sua disapprovazione nei confronti delle impiccagioni, che considera un “retaggio dell’era coloniale”. Lui stesso ha rischiato la pena di morte quando è stato arrestato nel 2002 per tradimento e poi prosciolto nel 2004 dall’Alta Corte dello Zimbabwe. Nel corso dell’incontro Tsvangirai si è impegnato a sottoporre al Consiglio dei Ministri il cambio di posizione di voto dello Zimbabwe sulla Risoluzione per una moratoria universale delle esecuzioni capitali alla prossima Assemblea Generale dell’ONU. In sede parlamentare invece la delegazione ha ottenuto l’impegno a presentare atti nel senso dell’abolizione, impegno che si è concretizzato, nel febbraio 2013, con il deposito al Senato di una mozione parlamentare per l’abolizione della pena di morte.


  • Il 10 ottobre 2012, in occasione della giornata mondiale contro la pena di morte, una delegazione di Nessuno tocchi Caino e del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito (PRNTT), composta dal Segretario di Nessuno tocchi Caino Sergio D’Elia e dai parlamentari Marco Perduca ed Elisabetta Zamparutti, hanno condotto una missione in Sierra Leone nell’ambito di un progetto del Ministero degli Esteri italiano, con l’obiettivo di accelerare il processo abolizionista interno ed ottenere un voto a favore della risoluzione per la moratoria delle esecuzioni capitali all’Assemblea Generale di dicembre. Hanno partecipato ad una cerimonia presso la State House di Freetown, sede della Presidenza della Repubblica, nel corso della quale hanno consegnato il Premio “Abolizionista dell'anno 2012” al Presidente Ernest Bai Koroma, per aver un anno prima svuotato il braccio della morte, commutando tutte le sentenze capitali, e per essersi impegnato in sede internazionale ad abolire definitivamente la pena di morte.

    Alla cerimonia erano presenti tra gli altri il Ministro della Giustizia, Franklyn Bai Kargbo, l'ex Ambasciatore all'Onu e Consigliere generale del PRNTT, Ibrahim Allieu Kanu, il responsabile della ONG Manifesto 99, Rahim Kamara, e un rappresentante di Amnesty International.

    Prendendo la parola per ringraziare del Premio, il Presidente Koroma ha detto: "Gli impegni del mio governo riflettono le aspirazioni del nostro popolo. Il 13 settembre 2011, il mio governo ha accettato in linea di principio, e soggette a una revisione della Costituzione, quindici raccomandazioni che chiedono di abolire la pena di morte. Abbiamo già preso un impegno a mettere la questione della abolizione della pena di morte all'ordine del giorno legislativo del governo. Il processo di revisione costituzionale riprenderà dopo le elezioni [previste a metà novembre], e la richiesta relativa alla soppressione della pena di morte sarà parte integrante e prioritaria del nostro programma per la difesa, la protezione e la promozione dei diritti umani”.

    La Sierra leone è passata da un voto di astensione ad un voto favorevole alla risoluzione per la moratoria universale delle esecuzioni capitali approvata dall’Assemblea Generale dell’ONU il 20 dicembre 2012.


  • Dal 24 al 27 ottobre 2012, una delegazione di Nessuno tocchi Caino e del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito (PRNTT), composta dal Segretario di Nessuno tocchi Caino Sergio D’Elia e dai parlamentari Marco Perduca ed Elisabetta Zamparutti, hanno condotto una missione nella Repubblica Centrafricana nell’ambito di un progetto del Ministero degli Esteri italiano, con l’obiettivo di accelerare il processo abolizionista interno ed ottenere un voto a favore della risoluzione per la moratoria delle esecuzioni capitali all’Assemblea Generale di dicembre. La delegazione è stata accolta dal Ministro della Giustizia Jacques M’Bosso che ha dato loro notizia che, proprio in vista dell’arrivo della delegazione, il Consiglio dei Ministri aveva approvato il 9 ottobre un disegno di legge per abolire la pena di morte dal codice penale. Il Ministro della Giustizia ha espresso la volontà del Paese di iscriversi a pieno titolo tra i protagonisti del processo abolizionista in corso nel mondo ed ha inoltre annunciato che a breve il testo sarà trasmesso all’Assemblea Nazionale per la sua definitiva adozione sottolineando l’importanza di avviare al contempo una campagna di sensibilizzazione dell’opinione pubblica.

    La delegazione ha poi incontrato il Comitato di riflessione per l’abolizione della pena di morte – un gruppo di magistrati, avvocati, direttori generali di ministeri e delle tre principali confessioni religiose istituito a seguito della partecipazione della RCA alla conferenza sulla pena di morte organizzata da Nessuno tocchi Caino e dal Governo del Ruanda, nell’ottobre 2011 a Kigali. Il Comitato, presieduto da Dominique Said-Banguindji. Ha fatto seguito l’incontro con l’Alto Commissario ai diritti umani Abacar Dieudonné Nyakanda e poi con il Presidente dell’Assemblea nazionale Célestin Leroy Gaombalet. La delegazione ha poi partecipato ad un’audizione davanti le Commissioni congiunte giustizia e diritti umani. La missione si è conclusa con l’incontrato con il Primo Ministro Faustin-Archange Touadera che ha assicurato il voto della Repubblica Centraficana a favore della Risoluzione sulla Moratoria universale delle esecuzioni durante l’Assemblea generale dell’ONU in dicembre. Il Primo ministro ha inoltre espresso la volontà politica di mettere in atto tutti gli strumenti giuridici a disposizione per cancellare la pena di morte, confermando gli impegni presi dal suo governo davanti al Consiglio dei diritti umani dell’Onu relativi alla ratifica del protocollo opzionale al Patto internazionale dei diritti civili e politici prodromico all’abolizione definitiva della pena di morte, ormai non più applicata nel paese da oltre 30 anni. La delegazione di Nessuno tocchi Caino e del Partito Radicale ha poi visitato due carceri nella capitale Bangui, quello femminile di Bangui-Bimbo e quello maschile di Ngaragba.


  • Dal 20 al 23 novembre 2012, una delegazione di Nessuno tocchi Caino e del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito (PRNTT), composta da Marco Pannella, Demba Traoré, Segretario del Partito Radicale, Elisabetta Zamparutti, deputata e tesoriera di Nessuno tocchi Caino e Matteo Angioli consigliere generale del Partito Radicale, ha condotto una missione in Ciad nell’ambito di un progetto del Ministero degli Esteri italiano, con l’obiettivo di accelerare il processo abolizionista interno ed ottenere un voto a favore della risoluzione per la moratoria delle esecuzioni capitali all’Assemblea Generale di dicembre. La delegazione ha incontrato l’On. Yussouf Alzanif Mahamat, Presidente della Commissione parlamentare comunicazione, nuove tecnologie, diritti e libertà fondamentali, l’On. Neatobeye Le-Nasseguen’Gar, Vice presidente e l’On. Ahmat Issa Badi, Rapporteur della Commissione.

    Il 21 novembre, la delegazione ha poi incontrato il Presidente dell’Assemblea Nazionale Haroun Kabadi e successivamente la sottosegretaria al Ministero degli Affari esteri, Tedebe Ruth, il Ministro della Giustizia Abdoulaye Sabre Fadoul e il Ministro della Terra Jean Bernard Padare. La delegazione radicale ha poi incontrato rappresentanti della comunità internazionale - Commissione UE, rappresentanti dell’Ambasciata tedesca e l’Ambasciatore di Francia – e le ONG Human Rights Without Borders e con la Lega del Chad per i diritti umani.  La missione si è concluso il 22 novembre con l’incontro con il Primo Ministro Emmanuel Nadingar che ha riconosciuto come il Ciad, che sulla pena di morte come sui diritti umani ha fatto dei progressi, ora deve colmare una lacuna relativa alla sua immagine internazionale. Il Ciad ha votato a favore della risoluzione per la moratoria universale delle esecuzioni capitali all’Assemblea generale dell’ONU il 20 dicembre 2012, dopo anni di assenza al momento del voto.


  • Dall’11 al 22 novembre 2014, Nessuno tocchi Caino ha realizzato delle missioni in tre Paesi target del continente africano per chiedere ai Governi dello Zimbabwe, delle Comore e del Niger di votare a favore della Risoluzione ONU per la moratoria universale delle esecuzioni capitali in vista della votazione su una nuova risoluzione prevista per la metà di dicembre 2014. Le missioni sono state possibili grazie al sostegno finanziario del Ministero degli Esteri italiano. Alla delegazione, composta da Sergio d’Elia, Segretario di Nessuno tocchi Caino, Marco Perduca del direttivo e Marco Maria freddi, si sono uniti per la tappa in Niger, Marco Pannella e Matteo Angioli.


    La delegazione di Nessuno tocchi Caino nello Zimbabwe (11/15 novembre), accompagnata dall’Ambasciatore d’Italia Enrico De Agostini e da Paula Vazquez responsabile dell’ufficio UE per la “governance”, ha incontrato sia Christopher H. Mutsvangwa, il vice ministro degli Esteri dello Zimbabwe, del partito Zanu-PF del Presidente Mugabe che il Ministro della giustizia Emmerson Mnangagwa. Il Ministro Emmerson Mnangagwa ha voluto condividere con la delegazione la sua storia personale di un giovane membro del movimento di liberazione scampato alla pena di morte per la sua giovane età nel1965. Durante la sua detenzione Mnangagwa ha dovuto accompagnare alla forca numerosi suoi compagni e, dopo l’impiccagione, seppellirli nel parco del carcere. Da allora ha maturato una convinzione abolizionista e si è sempre rifiutato di firmare condanne a morte durante i due mandati in cui, dal 1988 al 2000 e dall’anno scorso, è stato responsabile della giustizia dello Zimbabwe.

    Il Ministro si è impegnato a discutere la posizione di voto, da sempre negativa, sulla risoluzione pro-moratoria con il collega degli esteri, considerato che la posizione di moratoria de facto corrisponde in pieno al dispositivo del documento che verrà votato a dicembre al Palazzo di Vetro, a maggior ragione dopo la riforma costituzionale del 2013 che ha fortemente limitato la previsione della pena di morte.

    Nel ribadire la sua contrarietà a firmare ordini di esecuzione, il Ministro Mnangagwa ha avviato un processo di commutazione della pena dei 97 condannati a morte nel paese e, proprio nella giornata di ieri, ha presentato un primo gruppo di dieci casi al Consiglio dei Ministri riuscendo a farne commutare tre, per gli altri sette a cui il governo ha espresso parere negativo, il Ministro si è riservato di presentare la proposta di commutazione in futuro.

    Un altro incontro è avvenuto alla House of Assembly con il Presidente della Camera, Jacob Mudenda che ha richiamato la situazione del suo paese, e in generale africana, che, anche in casi di omicidio, prevedeva forme di giustizia compensativa, mentre la pena di morte è un retaggio coloniale. Il Presidente Mudenda ha voluto esser informato degli sviluppi regionali e continentali, in particolare di quei paesi africani che hanno una moratoria di fatto. “Se spetta al governo decidere come votare alle Nazioni Unite”, ha detto il presidente, “il Parlamento sarà fondamentale per coinvolgere l’opinione pubblica delle scelte dello Zimbabwe”.


    Nelle Isole Comore (16/18 novembre), la delegazione di Nessuno tocchi Caino ha incontrato il Ministro della Giustizia Abdou Ousseini, personalmente contrario alla pena di morte ed il Ministro degli Esteri delle Comore El-Anrif Said Hassan. Le autorità hanno detto che avrebbero sottoposto al Consiglio dei Ministri la decisione di passare da un voto di astensione ad un voto a favore della Risoluzione per la moratoria universale elle esecuzioni capitali. Le Comore sono infatti un paese abolizionista di fatto dove una recente proposta di legge abolizionista è stata rigettata dal Parlamento con motivazioni religiose, mentre a livello internazionale, in sede di Revisione Periodica Universale dove, al Consiglio Onu sui diritti umani, le Comore hanno accettato 126 delle 133 raccomandazioni (ivi compresa quella di ratificare il Protocollo Opzionale al Patto internazionale sui diritti civili e politici).

    La delegazione di Nessuno tocchi Caino ha anche avuto la possibilità di incontrare parlamentari e di visitare il carcere di Moroni, una struttura fatiscente che risale all’epoca del dominio coloniale francese. Dei 221 detenuti nel carcere, i condannati in via definitiva sono solo 25, le donne sono otto e i minorenni sei. I condannati a morte sono sei e due invece quelli all'ergastolo. A oggi erano presenti anche17 persone accusate di attentato alla sicurezza dello Stato. I detenuti vivono in una condizione di totale promiscuità. In spazi che potrebbero consentire l'ospitalità di 80 persone (anche se secondo gli standard dell'Organizzazione mondiale della sanità quel carcere dovrebbe ospitarne 50) convivono condannati definitivi e in attesa di giudizio, condannati a morte per omicidio e ladri di polli, persone anziane e minorenni.


    Le condizioni di detenzione sono particolarmente povere e malsane, le cure sanitarie pressoché inesistenti. La razione quotidiana di cibo, sempre la stessa da anni, consiste in una sola ciotola di riso e sardine che può esser l'unica risorsa alimentare per chi non può permettersi una qualche integrazione con del cibo diverso portato in carcere dai famigliari. La delegazione si è intrattenuta in particolare coi minorenni e coi condannati a morte tra cui Fekkak Abdellaziz, marocchino di 47 anni, condannato per omicidio "passionale", che ha detto "nei molti anni passati qui dentro non son mai stato visitato da un medico".

    Del tutto inadeguate le strutture dell'amministrazione Penitenziaria, tra cui gli uffici del direttore della prigione che consiste in un locale di due metri per tre. Stesso dicasi dell'infermeria dove l'anticamera viene utilizzata come dormitorio per alcune guardie dell'esercito.

    Su questa visita è stato pubblicato un reportage dal sito del settimanale Panorama che si può leggere su Panorama

    In Niger (19/22 novembre), la delegazione, accompagnata dal Console onorario d’Italia, Paolo Giglio ha innanzitutto incontrato il Ministro della Giustizia e Portavoce del Governo Amadou Marou che ha reso noto che il Governo, il 23 ottobre scorso, in vista dell’arrivo della delegazione, ha ratificato il Secondo Protocollo Opzionale al Patto sui diritti civili e politici ed è ora impegnato nel processo di adeguamento dell’ordinamento interno ai contenuti del Patto che prevede l’abolizione della pena di morte.

    Il Ministro Amadou Marou ha anche annunciato che, come verrà confermato domani dal Ministro degli Esteri, il Governo darà istruzione all’ambasciatore del Niger presso le Nazioni Unite di passare da un voto di astensione ad un voto a favore della Risoluzione pro moratoria.

    Amadou Marou ha in proposito dichiarato: “Un conto è dichiararsi in linea di principio a favore della pena capitale, ed io sono in ogni caso contrario, un altro conto è che chi si dice favorevole sia messo di fronte alla pratica della pena di morte e metta magari un cappio intorno al collo del condannato, inietti una sostanza letale o prema il pulsate che attiva una sedia elettrica”.

    Il Ministro Marou ha poi detto: “I motivi per abolire la pena di morte sono molto più pertinenti di quelli per mantenerla” ed ha concluso affermando che: “la nostra agenda è comune alla vostra sia sul rispetto dei diritti umani che sulla pena di morte ed il Presidente della Repubblica è impegnato in prima persona su questi obiettivi”.

    Sono poi seguiti gli incontri con il segretario generale del Ministero degli affari esteri Ibrahim Sani Abani e il primo vice-presidente dell'Assemblea nazionale Daouda Mamadou Marthé che ha dichiarato: "Avete la mia parola d'onore che faremo di tutto per arrivare all'abolizione della pena di morte" ha dichiarato Marthé "a partire dal voto sulla risoluzione per la Moratoria Universale". La missione si è conclusa con l’incontro con il Primo Ministro Brigi Rafini.

    Alla delegazione è stato acconsentito di vistare due istituti penitenziari del paese, quello di Niamey e quello di Kollo a 30 chilometri dalla capitale.

    Grazie alla presenza di funzionari del Ministero della Giustizia la delegazione ha potuto interagire con gli ospiti, che non tutti capivano il francese; nella sezione dei condannati Marco Pannella ha tenuto un discorso - la Direttrice dell’Amministrazione Penitenziaria l’ha tradotto nel dialetto locale - il cui video è disponibile sul sito Radio Radicale.


  • Dal 3 al 12 novembre 2016, una delegazione di Nessuno tocchi Caino, guidata da Antonio Stango (del Consiglio direttivo di Nessuno tocchi Caino e presidente della Lega Italiana dei Diritti dell'Uomo) e della quale han fatto parte Eleonora Mongelli, Yuliya Vassilyeva e Raphaël Chenuil-Hazan (vicepresidente della World Coalition against the Death Penalty), con l’On. Roberto Rampi che li ha raggiunti per la tappa nello Swaziland, ha condotto delle missioni in quattro Paesi africani, Kenya, Malawi, Zambia e Swaziland nell’ambito di un progetto sostenuto dal Ministero degli Esteri italiano. In Kenya, a Nairobi la delegazione, ha incontrato, grazie a Stefano Dejak capo delegazione UE, l'Attorney General – che in Kenya svolge anche funzioni di ministro della Giustizia – Githu Muigai. Personalmente molto convinto dell’inutilità della pena di morte e deciso ad accelerare il processo di abolizione, ha detto che avrebbe consigliato al Ministro degli Esteri il voto in favore della Risoluzione per la moratoria delle esecuzioni all'Assemblea Generale dell'ONU. La delegazione ha inoltre incontrato due parlamentari l’On. Agostinho Neto e John Muriithi Waiganjo (l’uno del partito di governo, l’altro di opposizione, ma entrambi sostenitori dell’abolizione della morte e del voto a favore sulla Risoluzione) e il direttore esecutivo della sezione kenyota dell’International Commission of Jurists.


    Nello Zambia, a Lusaka, grazie all’azione dell’Ambasciatore Filippo Scammacca, competente anche per il Malawi, la delegazione ha incontrato il Ministro della Giustizia Given Lubinda che si è detto personalmente favorevole all’abolizione e, comprendendo l’opportunità di un voto positivo sulla Risoluzione, ha detto che ne avrebbe discusso con i colleghi di governo. Benché un suo consigliere abbia fatto notare che una formalizzazione della moratoria di fatto nel Paese potrebbe sembrare in contrasto con il “Bill of Rights” inserito nella Costituzione, che proclama il diritto alla vita ma prevede eccezioni se stabilite dalla legge (posizione questa affermata anche, in un precedente incontro, dall’assistente del direttore generale per le organizzazioni internazionali del Ministero degli Esteri, Eliphas John Chinyonga, secondo il quale occorrerebbe addirittura un referendum per passare dalla moratoria de facto a quella de jure), il Ministro Lubinda è sembrato convinto del fatto che il voto sulla Risoluzione non avrebbe creato alcun problema di tale tipo non avendo rilevanza giuridica. Il suo parere è particolarmente autorevole poiché egli è stato recentemente anche Ministro degli Esteri e conosce quindi molto bene le implicazioni effettive del voto.

    Il Ministro ha anche sostenuto che in Zambia la maggioranza della popolazione è soddisfatta della moratoria, e ha notato che non ci sono state proteste dopo la commutazione di 332 condanne capitali in pene detentive da parte del Capo dello Stato. Su un piano generale, si è detto orientato a promuovere l’abolizione della pena di morte obbligatoria per alcuni reati, estendendo la discrezionalità del giudice, come ulteriore passo positivo verso una futura abolizione. Vi è stata inoltre una riunione con tutti i parlamentari della Commissione Affari Legali e incontri molto positivi con l'arcivescovo di Lusaka Telesphore George Mpundu, con la presidente del Consiglio delle Chiese, con la Commissione Nazionale per i Diritti Umani e con i rappresentanti di numerose associazioni non governative.


    In Malawi a Lilongwe, il Ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, Francis Lazalo Kasaila, ha annunciato il voto favorevole del Malawi. Il Ministro ha inoltre auspicato che Nessuno tocchi Caino contribuisca sul campo, interagendo con altre organizzazioni della società civile, a un programma di informazione e sensibilizzazione sulla pena di morte fra la popolazione per ottenere un maggiore consenso generale in vista di una futura abolizione de jure, cui è personalmente favorevole. Parere positivo è stato espresso anche dal Ministro della Giustizia e degli Affari Costituzionali, Samuel Tembenu.


    Nello Swaziland, a Mbabane, insieme con l’ambasciatore Nicola Bellomo (capo della Delegazione dell’Unione Europea nel Regno dello Swaziland), la delegazione a cui si è unito l’On. Roberto Rampi, ha incontrato il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Chief Mgwawa Gamedze, i principi Hlangusemphi Dlamini, Ministro della Pianificazione economica e dello sviluppo e Guduza Dlamini, già presidente dell’Assemblea parlamentare (entrambi fratelli del re Mswati III), il Ministro della Giustizia senatore Edgar Hillary e il deputato Jan Sithole, Presidente dello Swazi Democratic Party. Tutte le autorità swazi hanno illustrato il sistema costituzionale e giudiziario del Paese, dove, dopo recenti commutazioni reali di alcune sentenze capitali, rimane solo un detenuto in un braccio della morte. Vi è stata piena condivisione dell’importanza di un voto favorevole sulla Risoluzione e assicurazioni circa il sostegno presso il Primo Ministro cui in ultima analisi sembra spettare, d’intesa con il ministro degli Esteri, la responsabilità della decisione nel periodo in questione in cui il Re è in ritiro detto “seclusion”.


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