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Obiettivi
Nessuno tocchi Caino è una lega internazionale di cittadini e di parlamentari per l’abolizione
della pena di morte nel mondo. E' un'associazione senza fine di lucro fondata a
Bruxelles nel 1993, costituente il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale
e Transpartito e riconosciuta nel 2005 dal Ministero degli Esteri italiano come
ONG abilitata alla cooperazione allo sviluppo.
Il nome è tratto dalla Genesi. Nella Bibbia non c’è scritto solo “occhio
per occhio, dente per dente”, c’è scritto anche: “Il Signore pose su Caino un
segno, perché non lo colpisse chiunque l'avesse incontrato”. Nessuno tocchi
Caino vuol dire giustizia senza vendetta.
La pena di morte non attiene alla sfera delle convinzioni religiose. Il problema non
è la Bibbia né il Corano: molti paesi cristiani praticano la pena di morte; non
pochi paesi islamici l’hanno abolita. Il problema è la traduzione letterale di
testi millenari in norme penali e prescrizioni valide per i nostri giorni,
operata a fini politici.
Il 98% delle esecuzioni nel mondo avviene in paesi autoritari e illiberali come Cina, Iran,
Arabia Saudita... La soluzione definitiva del problema sta proprio qui e, prima
che l’abolizione della pena di morte, riguarda l’affermazione della democrazia,
lo Stato di diritto, i diritti umani. E’ vero che la democrazia di per sé non
significa ‘no’ alla pena di morte (basti pensare agli Stati Uniti), ma è
altrettanto vero che solo in un sistema democratico l’abolizione può essere
concepita e durare nel tempo. Anche i dittatori la possono abolire, da un
giorno all’altro e per decreto, come pure da un giorno all’altro e per decreto
la possono ripristinare.
Una moratoria universale delle
esecuzioni stabilita dalle Nazioni Unite, è
il principale obiettivo dell’associazione, per ottenere il quale ha mobilitato
parlamenti, governi e opinioni pubbliche in tutto il mondo. L’abolizione non
può essere imposta per decreto, mentre la moratoria può essere il luogo di
incontro tra paesi mantenitori e paesi abolizionisti: gli uni farebbero un
passo in avanti verso l’abolizione, gli altri riuscirebbero a salvare migliaia
di vite umane. L’esperienza ci dimostra che dopo alcuni anni di moratoria
difficilmente si torna indietro, spesso si procede verso la completa
abolizione. E’ accaduto nella ex Unione Sovietica, nella ex Iugoslavia e nel
Sudafrica che ha abolito la pena di morte dopo cinque anni di moratoria.
La campagna per la moratoria ONU è partita dall’Italia
su impulso di Nessuno tocchi Caino. Nel 1994, per la prima volta, una
risoluzione fu presentata all’Assemblea Generale dell’ONU dal Governo italiano.
Perse per otto voti. Dal 1997 su iniziativa italiana e dal 1999 su iniziativa
europea, la Commissione dell’ONU per i Diritti Umani ha approvato ogni anno una
risoluzione che chiede “una moratoria delle esecuzioni capitali, in vista della
completa abolizione della pena di morte”.
L’approvazione, per la prima
volta nel dicembre 2007, della Risoluzione per la
Moratoria Universale delle
esecuzioni capitali da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, è
stata una pietra miliare sulla via non solo dell’abolizione della pena capitale
ma anche dello sviluppo dei diritti umani in generale. Da allora, gli effetti
concreti della Risoluzione ONU hanno continuato a manifestarsi in molti Paesi.
La via del dialogo, liberale e antiproibizionista della moratoria – e non
dell’abolizione tout court della pena di morte – che sin dal 1993 Nessuno Tocchi Caino e il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale
e Transpartito hanno scelto di percorrere e proporre in tutte le sedi
internazionali, ha dimostrato di essere la via maestra per superare ostacoli
apparente insuperabili e aprire porte altrimenti inaccessibili.
Il 19 dicembre
2016, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha chiesto di nuovo di porre fine all’uso della pena di morte con il
passaggio di una nuova Risoluzione che invita gli Stati a stabilire una
moratoria sulle esecuzioni, in vista dell’abolizione della pratica. E’ stato il
sesto testo pro moratoria a essere adottato dal 2007.
La nuova
Risoluzione è
stata adottata con un numero record di 117 Paesi che hanno votato a favore, 40 contro, 31 si
sono astenuti e 5 erano assenti al
momento del voto.
Nessuno Tocchi Caino continuerà a percorrere la via
della moratoria con una serie di iniziative volte a rafforzare il testo e a far aumentare
il sostegno alla Risoluzione in ambito ONU in vista del prossimo voto
previsto nel 2018 e a dare attuazione
concreta ai suoi contenuti.
Per quanto riguarda il
rafforzamento del testo, Nessuno tocchi Caino chiede di abolire i “segreti di Stato” sulla pena di morte, perché molti
Paesi, per lo più autoritari, non forniscono informazioni sulla sua
applicazione, e la mancanza di informazione dell’opinione pubblica è anche
causa diretta di un maggior numero di esecuzioni. A tal fine, chiede al
Segretario Generale dell’ONU di istituire
la figura di un Inviato Speciale
che abbia il compito non solo di monitorare la situazione ed esigere una
maggiore trasparenza nel sistema della pena capitale, ma anche di continuare a
persuadere chi ancora la pratica ad adottare la linea pro moratoria stabilita
dalle Nazioni Unite.
Per quanto riguarda l’aumento del sostegno alla
Risoluzione in ambito ONU e l’attuazione concreta ai suoi contenuti, verranno promosse missioni, a partire dall’Africa per convincere sempre più Paesi a votare a favore della
Risoluzione per la “moratoria delle esecuzioni, in
vista dell’abolizione definitiva della pena di morte” oltre che ad attuarne i
contenuti. Dopo lo storico voto dell’Assemblea Generale delle
Nazioni Unite, Nessuno tocchi Caino
ha infatti concentrato le sue forze prevalentemente in Africa,
dove, dal 2007, Ruanda, Burundi, Gabon, Togo, Benin e
Guinea hanno completamente eliminato la pena di morte, e in particolare nei
primi due paesi, l’abolizione ha assunto uno straordinario valore simbolico,
oltre che giuridico e politico, essendo paesi in cui la catena perpetua della
vendetta e l’eterna storia di Caino e Abele hanno avuto la più tragica
espressione contemporanea.
Considerando fondamentale l’obiettivo di informazione e sensibilizzazione sul tema,
Nessuno tocchi Caino pubblica il Rapporto annuale sulla pena di
morte nel mondo che riporta paese per paese fatti di cronaca, fatti politici e
giuridici, dati statistici e studi comparativi sotto diversi profili della
questione pena di morte e realizza la newsletter
telematica (quotidiana e settimanale). Entrambi strumenti fondamentali per
coloro che nel mondo sono impegnati nella lotta perché si affermi un nuovo
diritto umano: non essere uccisi a seguito di una sentenza o misura
giudiziaria.
Il Rapporto annuale è dedicato ogni anno alla personalità che, più di ogni
altra, ha dimostrato un impegno straordinario nella lotta per una moratoria
delle esecuzioni e l'abolizione della pena di morte. Questa persona è insignita
del premio "L'Abolizionista
dell'Anno" conferito nel corso di una cerimonia organizzata a Roma.
Tra gli obiettivi vi è anche il contenimento della pena di morte in
tempi di guerra al terrorismo con la campagna “Stato d’emergenza? Stato di Diritto!”, ancor più necessaria e
urgente a seguito delle reazioni che stanno venendo in termini di stato di
emergenza e lotta al terrorismo con il tragico ricorso alla pena di morte. Nell’ambito
di un progetto sostenuto dall’Unione Europea per il triennio 2017-2020,
l’associazione è impegnata a condurre azioni di formazione ed informazione in
tre Paesi africani, Egitto, Somalia e Tunisia con l’obiettivo di diffondere la conoscenza di quegli
strumenti di diritto internazionale che contribuiscono a contenere l’uso della
pena di morte in tempo di terrorismo.
Nessuno Tocchi
Caino, dopo averli fatti propri anche con il VI° Congresso
svoltosi nel carcere di Opera a Milano il 18 e 19 dicembre 2015, rilancerà,
nell’ambito del progetto “Spes contra
spem” per il superamento dell’ergastolo
ostativo e del 41-bis, gli
obiettivi che Papa Francesco ha esplicitato nel suo Discorso di straordinario
valore umanistico, politico e giuridico, rivolto ai delegati dell’Associazione
Internazionale di Diritto Penale e nel quale, tra l’altro, ha definito
l’ergastolo come “una pena di morte mascherata”, che dovrebbe essere abolita
insieme alla pena capitale, e ha considerato l’isolamento nelle cosiddette
“prigioni di massima sicurezza” come “una forma di tortura”.
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