Intervista a Tommaso Mancini su Radio Radicale
16 giugno 2006
"La legge sulla dissociazione entrò in vigore il 18 febbraio 1987 e prevedeva una condotta del tutto diversa dall'unica prevista fino ad allora dalla legge, che era quella della collaborazione, del pentitismo".
“La dissociazione consiste nell'"assumersi la responsabilità senza chiamare in causa nessuno".
"Le brigate rosse e le altre organizzazioni eversive ebbero più in odio i dissociati di quanto non avessero i pentiti, anche se questo sembra strano. Perché mentre il pentitismo era sempre un fenomeno marginale, il pentito è facilmente attaccabile, traditore, spia, e quindi ovviamente persona da tenersi lontana, il dissociato invece non può essere tacciato di spia o di traditore, perché il dissociato non aveva alcun premio per la sua dissociazione, perché la legge del 1987 non c'era ancora, venne dopo anni. (…)
Io ricordo un comunicato dal carcere dell'Asinara che veniva dai brigatisti detenuti non contro i pentiti, ma contro i dissociati, condannando a morte coloro che si erano dissociati dal terrorismo."
"Una delle ragioni per cui il terrorismo fu sconfitto fu proprio il fenomeno della dissociazione, perché molti giovani che avevano aderito a associazioni eversive poi sentirono la necessità di una revisione politica del loro passato, non si sentirono disonorati dall'essersi pentiti, ma assunsero un atteggiamento di dissociazione.
Io sono convinto fermamente che fu la dissociazione a portare avanti questa lotta al terrorismo perché diventò una critica interna alla stessa organizzazione terroristica e quindi ovviamente moltissimi giovani assunsero a poco a poco questa posizione e l'assunsero senza una remunerazione processuale, e questo faceva paura ai brigatisti perché criticare un pentito è facile, perché tu ti becchi 10 anni di meno, mentre questo non poteva essere detto di chi si dissociava."
(http://www.radioradicale.it/?q=scheda&id=199989)
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