Prefazione al Rapporto 2004 di Nessuno tocchi Caino

07 Gennaio 2008 :


Qualche settimana fa, avevo annunciato alla nazione che era necessario che le petizioni dei prigionieri condannati a morte dalle nostre corti per il loro coinvolgimento nel tentato colpo di stato del 1997 fossero inoltrate al Comitato sulle prerogative di grazia e che dato il pubblico interesse che queste petizioni avevano destato avevo provveduto a che fossi io stesso, in base all´Articolo 60 della Costituzione, a presiederlo.
Il Comitato si è riunito il 17 febbraio 2004, ha discusso e riflettuto sulle istanze dei condannati a morte e, in conclusione, ha espresso il suo parere. Dieci giorni dopo, ho deciso di commutare 44 condanne a morte in pene detentive tra i 10 e i 20 anni. L´esercizio delle prerogative di grazia è un potere conferito al Presidente e, anche se è vero che mi è stato dato un parere, io l´ho esercitato e mi sono assunto la diretta responsabilità della decisione. Il tentativo di spodestare un governo con mezzi incostituzionali è un grave crimine, ma non c´è bisogno della vendetta. Le persone non possono essere mandate al macello come fossero polli.
Mi dispiace che nel valutare le istanze di grazia io debba esprimere un´opinione sulla pena capitale che ho da tempo, e nonostante il fatto che la questione diventerà oggetto di raccomandazioni da parte della Commissione per la revisione costituzionale, la quale è chiamata a dare un parere definitivo sul mantenimento o meno della pena di morte nel nostro ordinamento.
E´ importante che io esprima le ragioni della mia considerazione.
In base alle nostre leggi, la pena capitale è applicata in Zambia per crimini molto gravi, quali l´omicidio, la rapina aggravata e il tradimento. Sono i cosiddetti "reati capitali". I fautori della pena di morte sostengono che i responsabili di questi delitti non hanno alcun rispetto per la sacralità della vita e che per questo la società non deve mostrare clemenza nei loro confronti.
L´omicidio è la eliminazione deliberata di una persona, fatta con premeditazione. Un rapinatore sa perfettamente che una conseguenza intrinseca della rapina è la morte di qualcuno: se vuole impossessarsi di qualcosa con la forza o la violenza e se incontra resistenza o vuole spaventare, egli ucciderà o comunque finirà per causare danni fisici.
Analogamente, coloro i quali cercano di rimuovere un governo legittimamente eletto o costituito, non si preoccupano se le loro azioni causeranno la morte o gravi ferite o danni materiali. Si dice che atti così insensibili meritano il rigore estremo di una pena. Per tutti questi crimini capitali, i sostenitori della pena di morte dicono che essa serve come deterrente nei confronti di chi vorrebbe commetterne ancora.
Nel valutare se vi sia alcuna giustificazione della pena capitale, dobbiamo innanzitutto riaffermare gli obiettivi e i fini della punizione nel nostro ordinamento penale. Io ritengo che la punizione serva ai seguenti scopi:
1. deterrenza sia nei confronti del responsabile di un crimine che nei confronti di chiunque altro potrebbe commettere il reato in questione;
2. emenda e riabilitazione - ti punisco in modo che tu possa capire che ciò che hai fatto è sbagliato e possa avere l´opportunità di condurre una vita onesta e rispettabile;
3. infliggere una pena e una sofferenza cosicché gli obiettivi indicati ai punti (1) e (2) siano raggiunti;
4. interdizione, cioè rendere effettivamente impossibile a qualcuno commettere di nuovo il crimine e assicurare che l´obiettivo indicato sotto al numero (5) sia raggiunto e sia ridotta o eliminata la commissione di crimini capitali;
5. retributivo, cioè che la società faccia subire a te quello che tu hai fatto a un altro.

Fino a che punto la pena di morte serve al perseguimento di questi fini e obiettivi? Rispetto ai crimini capitali, questi fini e obiettivi non potrebbero essere raggiunti con altri tipi di pene?
In Zambia la pena di morte è eseguita tramite "impiccagione finché morte non sopraggiunga." Molto spesso le persone stanno nel braccio della morte dal momento della condanna fino a quello dell´esecuzione per un periodo di tempo molto lungo, che in molti casi arriva a essere di circa 20 anni. Nel corso di questo periodo un prigioniero nel braccio della morte soffre di stress, ansietà e subisce un trauma grave, non sapendo quando verranno a prenderlo per ucciderlo.
Lo Zambia ha firmato numerose convenzioni internazionali che obbligano gli stati parte a non sottoporre alcuna persona a "punizioni inumane o degradanti." Quando le nostre corti sono obbligate a pronunciare le condanne a morte, non violiamo forse le convenzioni che ci vietano di sottoporre le persone a punizioni "inumane o degradanti"?
Quanti di coloro che la pensano diversamente, cioè che non commettiamo questo tipo di violazione, accetterebbero di essere loro gli esecutori materiali dell´impiccagione? Peggio ancora, quanti di voi parlerebbero con fierezza del numero di persone a cui hanno legato la corda intorno al collo ogni giorno e di come i condannati supplicassero in lacrime la grazia? Avreste il coraggio di parlare di tutto ciò a cena con la vostra famiglia?
La vita è sacra.
L´abolizione della pena di morte può a pare mio giustificarsi anche da un punto di vista biblico.
Il primo omicidio nella storia dell´umanità è quello di Caino, che ha ucciso suo fratello Abele. Dio, quale giudice, non l´ha condannato a morte, ma a vita, ammonendo che chiunque avesse ucciso Caino sarebbe stato punito 7 volte.
Va anche fatto presente che il Sesto dei Dieci Comandamenti dati da Dio a Mosè dice: "Non uccidere."

Nell´Epistola ai Romani 12:19, è scritto:

"Non fate le vostre vendette, cari miei, ma cedete il posto all´ira di Dio; poiché sta scritto: A me la vendetta; io darò la retribuzione, dice il Signore."

Mi preoccupa il fatto che alcuni cristiani e capi di alcune chiese siano grandi sostenitori della pena di morte. Essi fondano le loro convinzioni su alcuni passi delle Scritture del Vecchio Testamento. Queste Scritture insegnano il principio dell´occhio per occhio, del dente per dente e così via. Se questo principio fosse seguito alla lettera, accadrebbe quel che ha fatto notare Martin Luther King:

"La antica legge dell´occhio per occhio renderebbe tutti ciechi. E´ giunto il tempo di fare la cosa giusta."

Sarebbe fuorviante citare i versi della Bibbia al di fuori del contesto, in particolare il Vecchio Testamento, per rappresentare il pensiero cristiano. Chiedo ai sostenitori del principio dell´occhio per occhio di leggere le seguenti scritture, Esodo 21:1-11 e Deuteronomio15:12-15. E poi diteci se la vendita di un figlio come schiavo o la poligamia possono essere considerati comportamenti conformi alla Bibbia. Queste scritture sembrano essere favorevoli alla schiavitù e alla poligamia! Tuttavia mentre le scritture in Esodo 20:23-27 insegnano il principio una vita per una vita, un occhio per un occhio, un dente per un dente, una bruciatura per una bruciatura, una mano per una mano, un piede per un piede, una ferita per una ferita, un livido per un livido, le scritture in Matteo 5:38-39 ci insegnano che:

"Avete inteso che fu detto: occhio per occhio e dente per dente. Io invece vi dico di non resistere al male, anzi, se uno ti colpisce alla guancia destra, volgigli anche la sinistra"

La condanna di una persona che è stata accusata può inoltre essere causa di una vera ingiustizia. Nel corso di un processo per un reato capitale, potrebbe essere commesso un errore che se non fosse fatto porterebbe al rilascio o a una condanna a una pena inferiore. Ma una volta che la sentenza è stata eseguita, e l´errore compiuto venisse scoperto solo successivamente, sarebbe impossibile per la società porvi rimedio.
A coloro che invece giustificano la pena di morte a fini di vendetta, vorrei dire sommessamente che la vendetta non è affare dell´uomo. Essa spetta solo a Dio (vedi Romani 12:19). Chi si oppone a un tale argomento cita l´Epistola ai Romani 13:1-7, secondo la quale le autorità civili sono create come ministri di Dio ed è per conto di Dio che esse ripartirebbero punizioni. Ma a legger bene la Scrittura, non si parla assolutamente di pene che l´uomo possa infliggere che comportino la privazione della vita di un altro uomo. Al contrario, si può vedere che, quando Gesù era qui sulla terra, Egli ha perdonato coloro i quali gli hanno fatto del male.
Quando Pietro, uno dei discepoli di Gesù, recise con un colpo di spada l´orecchio di un fariseo di nome Malco (Giovanni 18:10-11), Gesù, come apprendiamo da un altro vangelo, compì un miracolo, e lo guarì subito. Però ancora più importante è il rimprovero che Gesù, determinato a portare a termine l´opera della salvezza dai peccati del mondo, rivolse a Pietro:

«Rimetti la spada nel fodero; non berrò forse il calice che il Padre mi ha dato?»

Sono così forti i miei convincimenti sulla pena di morte che ho informato il Comitato sulle prerogative di grazia che, finché sarò Presidente, non firmerò alcun ordine di esecuzione. Anche se noi dovessimo mantenere questa pena nel nostro ordinamento dopo che la Costituzione sarà emendata. Non voglio essere il capo dei boia.

Levy P. Mwanawasa SC,
Presidente della Repubblica dello Zambia
Marzo 2004