Sintesi dei fatti più rilevanti del 2000

01 Gennaio 1999 :

In questi anni, abbiamo assistito ad un progressivo rafforzamento del processo abolizionista, ed anche i fatti registrati nel 2000 confermano questo trend positivo.
Al 31 dicembre 2000, sono 123 i paesi abolizionisti a vario titolo: 77 sono totalmente abolizionisti, 12 abolizionisti per crimini ordinari, 30 abolizionisti di fatto, 2 impegnati ad abolire la pena di morte in quanto membri del Consiglio d�Europa, 2 attuano una moratoria legale delle esecuzioni. I paesi mantenitori sono 73.
A far aumentare il numero degli abolizionisti nell�ultimo anno sono stati la Costa d�Avorio, l�Ucraina e le Bermuda che hanno abolito completamente la pena di morte, e Antigua e Barbuda che � entrata a far parte del club degli abolizionisti di fatto non avendo compiuto esecuzioni da oltre 10 anni. Inoltre, il 21 marzo del 2000, Malta � divenuta completamente abolizionista avendo cancellato la pena capitale anche per reati militari.
Ma a fronte di queste notizie positive vi sono i dati allarmanti che giungono dai 27 stati che nel 2000 hanno compiuto complessivamente almeno 1.892 esecuzioni. La Cina si conferma essere il primo esecuzionista al mondo con almeno 1.000 esecuzioni riportate da organi di stampa locali o agenzie internazionali. Dal nostro Rapporto risulta, inoltre, che le esecuzioni in Iraq, effettuate di solito dopo processi sommari, sono state almeno 400 secondo le autorit� irachene o fonti indipendenti, senza contare per� le oltre 2.000 riportate dall�opposizione; in Iran almeno 153; in Arabia Saudita 121, effettuate tramite decapitazione per lo pi� in pubblico; 85 negli Stati Uniti. Tra i primi dieci paesi che hanno praticato la pena di morte, figurano anche l�Afganistan con almeno 30 esecuzioni; la Repubblica Democratica del Congo con 20; il Pakistan con 17; la Liberia con 14; la Giordania con 8 esecuzioni. La pena di morte � stata eseguita inoltre nei seguenti paesi: Bahamas, Bielorussia, Burundi, Cuba, Egitto, Filippine, Giappone, Guatemala, Kazakistan, Kuwait, Liberia, Libia, Malesia, Qatar, Singapore, Somalia, Tailandia, Taiwan, Yemen. Sono dati, salvo che per l�Arabia Saudita e gli Stati Uniti, parziali, perch� molti paesi mantengono le informazioni sulla pena di morte segrete o riservate per non incorrere in condanne da parte della comunit� internazionale, segno che "giustiziare" i propri cittadini � una pratica di cui non si va pi� tanto fieri.

Nazioni Unite.
Le Nazioni Unite hanno continuato nel 2000 ad affermare il principio che l�abolizione della pena di morte contribuisce a far progredire i diritti umani.
Il 26 aprile 2000, su proposta del Portogallo, Presidente di turno dell�Unione Europea, la Commissione per i Diritti Umani ha approvato per il quarto anno consecutivo la risoluzione per la moratoria universale delle esecuzioni capitali. Quest�anno, a causa del cambiamento della composizione della Commissione vi � stato un calo dei voti a favore: dai 30 del 1999, i �s� sono divenuti 27, i �no� 13, le astensioni 12. Ma il dato preoccupante � che il numero record dei 72 paesi co-sponsor del 1999 � sceso a 68 nel 2000. Non hanno riconfermato la cosponsorizzazione Andorra, la Cambogia, Monaco, Sao Tom� e il Turkmenistan, tutti completamente abolizionisti. Grave � anche il fatto che l�Unione Europea non sia riuscita ad ottenere a Ginevra quelle cosponsorizzazioni che era riuscita ad avere a New York quando la risoluzione era stata presentata e poi ritirata all�Assemblea Generale. Sono mancati all�appello la Namibia, Palau e Vanuatu. L�unico dato positivo � stata la firma dell�Ucraina che negli anni precedenti aveva sempre votato a favore della risoluzione senza decidersi ad apporre anche il proprio nome tra i cofirmatari del testo abolizionista.
C�erano tutte le possibilit� per far crescere il numero dei cosponsor ma non sono state praticate. In questo modo ovviamente l�Unione Europea ha prestato ancora una volta il fianco ai mantenitori che potranno argomentare che, dopo la battuta d�arresto nella sessione del 1999 dell�Assemblea Generale, la campagna per la moratoria e l�abolizione della pena di morte ha subito un indebolimento anche alla Commissione per i Diritti Umani.

Europa.
Nel 2000 nessuna esecuzione � stata portata a termine nel continente europeo, ormai libero dalla pena di morte, fatta eccezione per la Bielorussia, sospesa nel 1997 dallo status di osservatore speciale dell�Assemblea Parlamentare del Consiglio d�Europa, anche a motivo della sua posizione sulla pena di morte. E� questa una realt� acquisita in pochissimi anni, grazie soprattutto alla politica del Consiglio d�Europa che ha saputo porre con la forza ed il rigore del dialogo la moratoria delle esecuzioni, in vista della completa loro abolizione, come condizione per i paesi che volessero farne parte. In questo modo, quasi tutti i paesi dell�ex blocco sovietico sono passati sul fronte abolizionista.
Passi abolizionisti sono stati compiuti comunque anche in Europa.
Malta � divenuta completamente abolizionista decidendo di cancellare la pena capitale anche per i reati militari. Facendo seguito alle sentenze abolizioniste del 1999 pronunciate dalle rispettive Corti Costituzionali, l�Ucraina ha abolito anche per legge la pena di morte e il Consiglio dei Ministri dell�Albania ha approvato un analogo disegno di legge. Hanno firmato il Secondo Protocollo Opzionale al Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici la Bosnia Erzegovina, la Lituania e la Polonia. Anche sul patto regionale abolizionista, il Sesto Protocollo alla Convenzione Europea sulle Libert� Fondamentali, sono aumentati i sostegni con l�adesione dell�Albania, della Polonia e dell�Ucraina.
In Russia, non ci sono pi� n� condanne n� condannati a morte, dopo che nel 1999 la Corte Costituzionale ha ordinato ai tribunali di tutto il paese di non emettere pi� sentenze capitali e dopo che l�allora Presidente Eltsin ha commutato per decreto in ergastolo o a venticinque anni tutte le 716 condanne a morte pendenti. Ma nella regione secessionista musulmana della Cecenia, dove continuano gli scontri tra i ribelli e le truppe russe, i tribunali ceceni che applicano la sharia hanno resa pubblica via Internet la loro seconda condanna a morte in una settimana nei confronti di Vladimir Putin. "Colui che eseguir� la sentenza sar� in grazia di Dio. Il sangue del popolo ceceno sar� riscattato dalla morte di Putin", si legge nel documento firmato da Shamil Basayev. In aggiunta alla grazia di Dio, all�esecutore della sentenza sono stati promessi anche due milioni e mezzo di dollari.
All�interno dell�Unione Europea, l�Italia � rimasto il paese leader nell�iniziativa internazionale contro la pena di morte. Nel 2000, il Senato italiano ha promosso ad Assisi il primo incontro di parlamentari europei a sostegno della campagna per la moratoria e l�abolizione della pena di morte nel mondo. Il Paese intero si � mobilitato sul caso di Rocco Derek Barnabei, il ragazzo di origini italiane che � stato giustiziato a settembre in Virginia.
A tenere "accesa" l�attenzione ha poi contribuito nel corso dell�anno anche l�iniziativa "Il Colosseo illumina la vita". L�antico monumento, simbolo di Roma, � diventato il "testimonial" della campagna mondiale contro la pena di morte. Durante il 2000, le luci hanno illuminato il Colosseo per ben 16 volte, vuoi perch� leggi abolizioniste erano state approvate dai parlamenti, vuoi perch� persone condannate a morte erano poi state graziate.

Americhe.
Il continente americano �, dopo quello europeo, il pi� libero dalla pena di morte. Con alcune eccezioni.
Negli Stati Uniti, nel 2000 le esecuzioni sono state 85, 13 in meno rispetto all�anno precedente. Di queste 85 esecuzioni, 40 sono avvenute in Texas, il quale da solo ne ha compiute 239 sulle 683 effettuate a livello nazionale da quando nel 1976 la Corte Suprema ha sancito la reintroduzione della pena di morte. Il Texas da solo, � responsabile di un numero di esecuzioni quasi pari a quelle degli altri stati messi assieme. E� un record anche quello che spetta al Governatore George W. Bush, attuale presidente degli Stati Uniti, che durante i sei anni di incarico di Governatore ha fatto giustiziare 152 detenuti. Circa il 90% delle esecuzioni del 2000 sono avvenute in Stati del Sud. Sono solo 3 infatti gli Stati non del sud (Arizona, California e Missouri) ad aver giustiziato persone quest�anno.
Nelle carceri americane, ci sono attualmente 74 detenuti nel braccio della morte (tutti maschi) condannati per aver commesso il crimine quando erano minorenni, una cifra che costituisce circa il 2% del totale della popolazione del braccio della morte. Il 35% di questi minorenni sono in Texas. Quattro prigionieri i cui reati erano stati commessi quando essi avevano meno di 18 anni sono stati giustiziati nel 2000, violando il diritto internazionale. Essi sono: Douglas Thomas e Steve Roach, giustiziati in Virginia rispettivamente il 10 ed il 13 gennaio; Glen McGinnis, giustiziato in Texas il 25 gennaio; Gary Graham (Shaka Sankofa), giustiziato in Texas il 22 giugno. Gli Stati Uniti si sono trovati insieme solo all�Iran e alla Repubblica Democratica del Congo in questa inammissibile pratica.
Una rapporto del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha riscontrato numerose disparit� razziali e geografiche nella pratica della pena di morte. Il rapporto ha rivelato che l�80% dei casi capitali presentati dai procuratori federali negli scorsi cinque anni ha coinvolto minoranze razziali come imputati. In pi� della met� di quei casi, l�imputato era afro-americano. L�allora ministro della giustizia Janet Reno ha dichiarato di essere "fortemente preoccupata" per i risultati del rapporto ed ha ordinato ai procuratori degli Stati Uniti di aiutare a spiegare le disparit� etniche e razziali. Il rapporto ha anche riscontrato che il 40% dei 682 casi inviati al Dipartimento di Giustizia per l�approvazione della richiesta di pena di morte erano stati passati agli atti da sole cinque giurisdizioni.
Anche nel 2000 sono stati giustiziati detenuti di cittadinanza non statunitense. E� accaduto con Miguel Flores giustiziato in Texas nonostante le proteste del governo messicano e dell�Unione Europea secondo le quali le autorit� texane avevano violato l�articolo 36 della Convenzione di Vienna non informando Flores, cittadino messicano, del suo diritto all�assistenza consolare.
In America risulta smentito anche il nesso tra riduzione del tasso di omicidi e pena di morte. Un�indagine svolta dal New York Times usando statistiche governative ha rivelato che negli scorsi vent�anni il tasso di omicidi negli Stati con la pena di morte � stato dal 48% al 101% pi� alto che negli Stati senza la pena di morte. Dieci dei 12 Stati senza pena di morte hanno tassi di omicidio sotto la media nazionale, nonostante abbiano profili demografici simili agli Stati che la mantengono.
92 persone sono state liberate dal braccio della morte dal 1973 perch� risultate innocenti, 8 quest�anno. Il rischio di condannare e giustiziare persone innocenti ha indotto politici a presentare proposte di legge per consentire il test del DNA. E� avvenuto nel Vermont, nel Massachusetts e nell�Illinois. Sono continuati anche gli studi: la Columbia University Law School ha pubblicato uno studio esauriente sulla pena capitale che ha evidenziato che seri errori sono stati commessi in 2/3 di tutti i processi capitali. Lo studio del professor James S. Liebman ha riscontrato che pi� del 90% degli Stati che infliggono la pena di morte hanno nell�insieme tassi d�errore del 53% pi� alti. Anche il candidato alla presidenza Al Gore ha affermato che una moratoria sulle esecuzioni sarebbe auspicabile in quegli Stati dove gli errori della giustizia penale abbondano.
Il tema � stato anche oggetto di discussione durante la campagna elettorale. Lo stesso Gore ha infatti detto ai giornalisti: "Qualsiasi Stato che abbia un record cos� orribile dovrebbe avere una moratoria". E� stata la prima volta in cui Gore, un sostenitore della condanna a morte, ha parlato della questione in termini cos� duri. George Bush, dal canto suo, ha difeso il sistema legale del suo Stato come "equo e giusto" ed ha dichiarato di non vedere la necessit� di una moratoria. "Per ci� che mi riguarda, non c�� stata una persona innocente giustiziata da quando sono diventato governatore", si � pericolosamente sbilanciato.
Il rapporto "Ragionevoli Dubbi" del Quixote Center ha posto in rilievo i casi di 16 individui che sono stati giustiziati nonostante la prova della loro innocenza. Il Chicago Tribune ha ricostruito i casi di Wilburn Henderson, Alvin R. Moore Jr., Bennie Demps e Leo Jones, 4 uomini giustiziati nonostante esistessero elementi importanti a suffragio della loro innocenza. I giornalisti del Chicago Tribune hanno esaminato tutte le 682 esecuzioni compiute negli USA dal 1976, e hanno contato almeno 120 persone che si proclamavano innocenti al momento dell�esecuzione.
Nel 2000, 14 Stati della federazione hanno introdotto proposte di legge a favore dell�abolizione e della moratoria, a causa dell�elevato numero di errori giudiziari. Alabama, Georgia, Illinois, Kentucky, Maryland, Missouri, Nebraska, New Hampshire, New Jersey, Nord Carolina, Oklahoma, Pennsylvania, Texas e Washington, hanno tutti riconosciuto la necessit� di riesaminare il sistema della pena capitale.
Ma la notizia americana dell�anno sul fronte della pena di morte � stata che, il 31 gennaio, il Governatore George Ryan dell�Illinois ha stabilito una moratoria delle esecuzioni partendo dal fatto che 13 detenuti nel braccio del suo Stato erano stati prosciolti dal 1977.
In febbraio, Jesse Jackson Jr. ha presentato al Congresso una proposta di legge per una moratoria di almeno 7 anni su tutte le esecuzioni negli Stati Uniti. In aprile, i senatori Russell Feingold e Carl Levin hanno avanzato al Senato una proposta per una moratoria biennale sulle esecuzioni e l�istituzione di una Commissione Nazionale sulla Pena di Morte con il compito di rivedere l�attuale sistema capitale.
Un sondaggio della Gallup del febbraio 2000 ha dimostrato che, sebbene una maggioranza di americani sia a favore della pena di morte, quella percentuale abbia gradualmente subito un calo ed ora sia al 66%, il livello pi� basso dal 1981. Quando � posta l�alternativa dell�ergastolo senza libert� sulla parola, gli americani favorevoli alla pena di morte scendono al 52%.
Nei Caraibi, anche quest�anno la forca in disuso da molti anni � tornata in funzione. Nelle Bahamas, David Mitchell, 27 anni, � stato impiccato nella prigione di Fox Hill della capitale Nassau. Qunado � stato giustiziato, era ancora pendente una istanza presentata alla Commissione Inter-Americana per i Diritti Umani, in cui si sosteneva che erano stati violati i suoi diritti.
A Cuba, vi sono 112 casi di reati capitali di cui 33 per reati comuni. In agosto, Elizardo Sanchez, presidente della Commissione cubana per i diritti umani e la riconciliazione nazionale, ha denunciato che Cuba � uno dei paesi al mondo che ha giustiziato il maggior numero di detenuti. In rapporto alla popolazione, Cuba fa ricorso alla pena capitale due volte pi� della Cina e cinque volte pi� degli Stati Uniti.
In Guatemala, il 29 Giugno, due criminali sono stati giustiziati con iniezione letale nella prigione di Pavon e la loro esecuzione � stata trasmessa in diretta dalla televisione guatemalteca. Amilcar Cetino Perez, 35 anni, e Tomas Cerrate Hernandez, 39 anni, erano stati condannati a morte per aver il rapimento di Bonifassi de Botran, 80 anni, un�erede della fortuna della distilleria di liquori Botran, uccisa dopo che la famiglia aveva pagato il riscatto. Alle 6,05 del mattino, Cetino � stato legato al letto e gli � stato iniettato nel braccio il veleno da un flacone attaccato al muro. Durante gli 11 minuti seguenti, mentre moriva, sullo schermo era visualizzata la linea del cuore che diventava sempre pi� piatta, seguita da un primo piano della mano prima tremolante, poi immobile. La seconda esecuzione ha avuto inizio alle ore 7,15 del mattino. Gli spettatori hanno visto Cerrate condotto tremante nella camera della morte, mentre il medico della prigione spiegava che il condannato aveva avuto una "crisi di nervi".
In contro tendenza con questi fatti � la situazione nella colonia britannica delle Bermuda dove il 7 Gennaio 2000, il governatore Thorold Masefield ha firmato la legge che abolisce la pena di morte e la fustigazione.

Asia.
L�Asia si � confermata anche quest�anno come il continente dove si pratica la quasi totalit� della pena di morte nel mondo, in molti casi eseguita secondo i dettami letterali della Sharia e applicata anche a crimini nonviolenti o di lieve entit�.
Il primato delle esecuzioni nel 2000 spetta ancora alla Cina con oltre mille esecuzioni imposte anche per corruzione e reati economici o finanziari, per droga, per prostituzione, per contrabbando, per pratiche religiose o espressione di coscienza e per altri reati nonviolenti. Questo, contro lo stesso Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici che la Cina ha firmato nel 1998 e che la impegna a non comminare la pena di morte se non per i crimini pi� gravi.
Il 16 ottobre, la Commissione Centrale di Scienze Politiche e Legge del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese ha annunciato che dall�inizio di settembre al 15 ottobre i dipartimenti nazionali di scienze politiche e legge hanno giudicato 158.500 criminali e persone colpevoli di reati finanziari. Di questi, 515 sono stati condannati a morte e giustiziati.
Il 26 giugno, in Cina sono state giustiziate decine di trafficanti di droga in una operazione tesa a manifestare agli occhi dell�opinione pubblica la seriet� della battaglia al narcotraffico e a celebrare la Giornata Internazionale contro la droga. Secondo alcuni osservatori, si � trattato di almeno 10 esecuzioni per ogni provincia, per un totale di oltre 300 esecuzioni.
Il 14 settembre, Cheng Kejie, di 66 anni, ex vice-presidente del parlamento cinese, dopo essere stato condannato in un processo trasmesso in televisione, � stato giustiziato per aver intascato tangenti per 3 milioni di sterline al tempo in cui era capo del governo della regione sud-occidentale di Guangxi. Cheng � stato il funzionario pi� alto in grado condannato a morte per corruzione da quando � stato creato lo stato comunista nel 1949.
Nella Regione Autonoma dello Xinjiang sono state giustiziate almeno 50 persone per attivit� separatiste.
In Iran, vi sarebbero state almeno 153 esecuzioni, tra le quali 130 tra gennaio e luglio secondo fonti ONU. Tuttavia, Hussein Abedini, membro della Commissione Affari Esteri, ha detto che il clero iraniano � responsabile di circa 120.000 esecuzioni pubbliche e segrete dal 1978, e che circa 700 persone sono state giustiziate dall�inizio del 1999. Le condanne sono spesso eseguite in pubblico e precedute da numerose frustate. Il 14 gennaio, Jasem Ebrahimi, un ragazzo di 17 anni, � stato giustiziato per aver stuprato un bambino di 18 mesi. Sempre in gennaio, un adolescente condannato per omicidio, non � stato giustiziato perch� il padre della vittima lo ha graziato. Morteza Amini Moqaddam, aveva gi� il cappio al collo in una piazza della parte orientale di Teheran. Era stato condannato per aver ucciso un soldato che voleva impedire ad un suo amico di fumare perch� era in corso il Ramadan. Il perdono da parte del padre della vittima � stato accolto con grandi manifestazioni di gioia da parte di migliaia di presenti.
In Iraq, le esecuzioni quest�anno sono state almeno 401 (79 riportate da fonti irachene; 322 da fonti indipendenti) senza contarne altre 2.118 riportate da fonti dell�opposizione. In dicembre, l�ex funzionario della polizia segreta irachena capitano Khalid Sachit Al-Janabi, ha dichiarato di aver assistito all�esecuzione per ordine di Saddam Hussein di 2.000 dissidenti in un solo giorno nella prigione di Abu Ghraib. Janabi ha detto che il 20 marzo lui e altri tre funzionari sono stati incaricati come "comitato di supervisione" di sovrintendere alle esecuzioni. Secondo quanto riferisce Janabi, l�esecuzione di massa ha avuto inizio alle 6 del mattino del giorno seguente. Plotoni d�esecuzione, riuniti sotto la supervisione del direttore e del "comitato" di Janabi, hanno condotto i prigionieri in gruppi alla fucilazione in diversi locali interni al carcere. Altri detenuti sono stati impiccati in una speciale "stanza di impiccagione". Janabi ha detto che abitualmente le esecuzioni si effettuano sparando due colpi di pistola al petto seguiti da un colpo di pistola alla testa. Tuttavia, poich� bisognava ucciderne cos� tanti, si � deciso di sparare solo un colpo alla testa. Attivisti per i diritti umani hanno inoltre detto che Saddam Hussein ha ordinato la decapitazione pubblica di decine di uomini e donne sospettati di essere prostitute e loro protettori. Almeno 100 persone sarebbero state giustiziate e le teste di alcune vittime messe davanti alla porta delle loro abitazioni.
In Arabia Saudita, il numero delle esecuzioni � ulteriormente aumentato, passando dalle 99 del 1999, alle 121 del 2000. Si � quasi sempre trattato di decapitazioni compiute in luoghi pubblici. 65 dei giustiziati erano stranieri.
In Afganistan, vi sono state almeno 30 esecuzioni pubbliche. Secondo l�applicazione rigida della legge islamica da parte dei Talebani, sono i parenti della vittima a dover giustiziare il condannato. In febbraio, un bambino di 10 anni ha giustiziato un uomo condannato per l�omicidio di suo padre. L�esecuzione � avvenuta in un campo di calcio alla presenza di migliaia di spettatori tranquilli, e anche della madre del bambino, della sorella e del fratello di 6 anni. Il bambino � stato assistito da un soldato talebano, che ha tenuto un fucile puntato alla schiena del condannato, e lo ha aiutato a sparare tre colpi. Il bambino � stato chiamato a eseguire la fucilazione in qualit� di maschio pi� anziano della famiglia. Poco prima dell�esecuzione due chirurghi con uniformi e mascherine nere hanno amputato una mano e un piede di un uomo accusato di rapina. L�amputazione � stata commentata da un anziano religioso che con un megafono si � rivolto al pubblico (tutto maschile) dicendo: "Imparate la lezione, e siate riconoscenti a Dio di avere un governo islamico". A luglio, Mohammed Daoud � stato giustiziato tramite taglio della gola nello stadio di Kabul da Maulvi Mohasil, fratello di una delle due persone che era accusato di aver ucciso, il quale ha rifiutato le richieste di clemenza che gli venivano dalla gente riunita nello stadio.
Nella Corea del Nord, le esecuzioni pubbliche sono molto frequenti, sebbene le autorit� cerchino di negarlo. Tra il 1995 e il 1999 ne sono state effettuate circa 800. Le esecuzioni avvengono normalmente dopo processi sommari o davanti a tribunali fittizi, nei quali non sono presenti giudici o avvocati. Spesso sono gli agenti della polizia locale a svolgere i processi e a condannare a morte. Di solito, le autorit� della polizia affiggono un cartello pubblico che informa i residenti sull�ora e il luogo delle esecuzioni, e i nomi dei criminali che verranno giustiziati. Le esecuzioni hanno luogo in zone aperte dove la gente pu� assistere, e vengono generalmente portate a termine da un plotone agli ordini di agenti di polizia. A volte, i condannati vengono impiccati. La folla guarda mentre i criminali vengono imbavagliati e gli vengono coperti gli occhi. Dopo le esecuzioni, la polizia incita le persone presenti a lanciare sassi contro i corpi come segno del loro odio verso i criminali. Semplici atti di preghiera sono sfociati in ergastoli e in condanne a morte. In una pubblicazione tedesca del febbraio 2000 si afferma che dei missionari cristiani nella Corea del Nord, sono stati pubblicamente lapidati.
Nello Yemen, in gennaio, Mohammed Thabit al-Sumi � stato lapidato a morte per aver rapito e ucciso la figlia dodicenne. � stato sepolto fino alla vita, mentre centinaia di persone, incluse le donne, gli lanciavano pietre. Ha impiegato quattro ore per morire in quella che � stata la prima esecuzione per lapidazione nella storia del moderno Yemen.
Nello Sri Lanka dove la pena di morte era stata di fatto sospesa nel 1976, si sono fatte sempre pi� pressanti le richieste di reintroduzione. In novembre, l�Alleanza del Popolo, partito al potere, ha deciso di ripristinarla e nel paese vi � stato un acceso dibattito tra i gruppi per i diritti umani e i media.
Nel Bangladesh, a gennaio, il parlamento ha approvato la Legge per la Prevenzione della Repressione di Donne e Bambini, proposta dal Governo di Sheikh Hasina. La legge prevede punizioni molto severe, dalla reclusione alla pena capitale, per crimini contro donne e bambini quali aggressione con agenti chimici infiammabili, traffico e rapimento, richiesta di riscatto dopo il rapimento, violenze sessuali e conseguenti decessi, molestie sessuali, omicidio per la dote e amputazione di arti per chiedere l�elemosina.
Negli Emirati Arabi Uniti, il 1� febbraio, � entrata in vigore una nuova legge sull�ambiente che prevede la pena di morte per reati concernenti lo smaltimento di rifiuti nucleari.
Ma dall�Asia vi sono anche notizie che fanno intravedere dei cambiamenti positivi.
Nella Corea del Sud, in febbraio, un gruppo di 92 legislatori ha presentato una proposta di legge che chiede che le sentenze capitali siano abolite e sostituite con l�ergastolo. Questa � stata la prima volta in cui legislatori sud-coreani hanno sostenuto una proposta per la cancellazione della pena di morte, uno degli argomenti pi� controversi nel paese. Secondo un�inchiesta Gallup condotta in dicembre, il 43% dei sud-coreani sono contrari alla pena di morte, in crescita rispetto al solo 20% del 1994.
Nelle Filippine, il 24 marzo 2000, il presidente Estrada ha dichiarato una moratoria di 11 mesi in occasione delle celebrazioni del Giubileo. Il provvedimento in concreto riguardava 18 persone su 959 condannati a morte la cui esecuzione era prevista per quel periodo. Il 10 dicembre 2000, Giornata Mondiale dei Diritti Umani, il Presidente Joseph Estrada, minacciato di rimozione dall�incarico per corruzione, aveva ordinato al commutazione in ergastolo di tutte le condanne a morte confermate dalla Corte Suprema. La sua direttiva avrebbe dovuto avere effetto su pi� di 1.200 detenuti condannati all�iniezione letale da quando il paese ha ripristinato la pena capitale nel 1994. Tuttavia, non si � mai vista una copia del documento.
In Tailandia, il 12 dicembre, una proposta per proibire la pena di morte e l�ergastolo per i rei minorenni � stata presentata dal ministero della giustizia. Se approvato, il provvedimento, che sostituirebbe le condanne a morte con una pena massima di 50 anni, porterebbe le leggi della Tailandia in linea con le convenzioni internazionali che proibiscono tali pene per i minorenni.
In Kirghizistan, il 4 dicembre 2000, il Presidente Askar Akayev ha firmato un decreto che prolunga per un altro anno la moratoria sulla pena di morte in atto da due anni nel paese.
In Pakistan, il 1� luglio, il Presidente Rafiq Tarar ha promulgato il nuovo ordinamento penale che abolisce la pena di morte per chi ha meno di 18 anni, e dispone la creazione di tribunali appositi per i minorenni. Del provvedimento hanno beneficiato i circa 50 minori nel braccio della morte, tra cui anche un quattordicenne. Risulta che siano oltre 4.000 i minorenni rinchiusi nelle carceri pakistane. Ma in Pakistan vige ancora una stretta applicazione della sharia. Ad agosto, un uomo di 60 anni, Mohammad Yousuf Ali, � stato condannato a morte perch� si era dichiarato profeta di Allah. E� stato ritenuto colpevole di 7 imputazioni di blasfemia ai sensi di un articolo del Codice Penale, che prevede la pena di morte obbligatoria. Per aver offeso il nome del Profeta Maometto l�uomo � stato condannato anche a 35 anni di lavori forzati, da scontare prima dell�esecuzione.
In Vietnam, il 31 gennaio 2000, la Commissione Permanente dell�Assemblea Nazionale ha discusso e adottato una risoluzione per l�applicazione del Codice Penale modificato. La risoluzione, che dovrebbe entrare insieme alla versione rivista del diritto penale, prevede che alcune sentenze di morte gi� pronunciate vengano commutate in ergastolo, e che le procedure di indagini e accusa debbano cessare nei casi di imputati minorenni, maggiori di 14 anni e minori di 16 che abbiano commesso reati punibili con un massimo di sette anni di reclusione.
A Samoa, in agosto, la Camera dei rappresentanti ha approvato una legge che abolisce la pena di morte. Se approvata dal senato, la legge abolir� anche la condizionale per i condannati all�ergastolo per omicidio di primo grado.

Africa.
L�Africa � il continente con il pi� alto numero di paesi abolizionisti di fatto, i quali prevedono la pena di morte ma non la eseguono da decenni. Ma � anche il luogo dove passi indietro verso la reintroduzione o la ripresa delle esecuzioni sono sempre possibili, soprattutto a seguito di guerra civile o colpo di stato.
Un caso, in particolare, ha richiamato l�attenzione internazionale: quello di Mariette Sonjaleen Bosch condannata nel febbraio 2000 alla pena capitale dall�Alta Corte del Botswana, per aver ucciso la sua migliore amica, Maria Magdalene Wolmarans, la moglie di Marthinus Johannes �Tienie� Wolmarans, l�uomo che ha in seguito sposato. Bosch, una Sudafricana bianca di 50 anni, al momento della condanna si era dichiarata innocente.
Nella Repubblica Democratica del Congo, il 15 gennaio 2000, nonostante una dichiarazione del dicembre 1999 del Ministro per i Diritti Umani che il governo stava osservando una moratoria sulle esecuzioni, un ragazzo soldato di 14 anni di nome Kasongo � stato giustiziato dopo soli 30 minuti dalla fine del processo presso la Cour d�ordre militaire (COM). Insieme ad altri quattro soldati era stato riconosciuto colpevole per l�uccisione di un autista.
Anche dall�Africa non sono mancate quest�anno notizie positive.
La Costa d�Avorio, in luglio, con l�86,53% dei voti validi espressi in un referendum nazionale, ha approvato una nuova Costituzione che prevede anche l�abolizione della pena di morte.
In Nigeria, il 4 gennaio 2000, il Presidente Olusegun Obasanjo ha concesso la grazia per ragioni umanitarie ai condannati in attesa di esecuzione da oltre 20 anni. Questa amnistia � stata accolta con soddisfazione da organizzazioni nigeriane per i diritti umani. La Nigeria era stata sospesa dal Commonwealth nel 1995 dopo che l�allora dittatore Sani Abacha aveva ordinato l�esecuzione di Ken Saro-Wiwa e di attivisti per i diritti della minoranza Ogoni. Era stata riammessa il 27 febbraio 1999, dopo che l�ex leader militare Olusegun Obasanjo vinse le elezioni presidenziali.
Anche nel Ghana il Presidente Jerry John Rawlings ha concesso la grazia a circa 1.000 detenuti, compresi due soldati condannati a morte per sovversione.
In Uganda, il presidente Yoweri Museveni � stato sottoposto alla pressione montante di gruppi ecclesiastici e di attivisti per i diritti umani per la concessione del perdono ai 271 detenuti nel braccio della morte nel carcere di Luzira, vicino a Kampala. Il 13 Luglio 2000 il presidente ugandese ha commutato 16 condanne a morte, riducendole per dodici detenuti al carcere a vita, e liberando gli altri quattro. Il presidente ha graziato anche 522 detenuti condannati per diversi reati.

Prospettive.
Notizie positive dal fronte abolizionista possono giungere nei prossimi mesi dall�Africa, in particolare dalla Nigeria e dallo Zambia; dall�Asia, in particolare dalla Corea del Sud e dalle Filippine; dal Medio Oriente, in Libano; dalle repubbliche centro-asiatiche come il Kirghizistan, ed anche dagli Stati Uniti. In questi paesi, nell�ultimo anno, sono state numerose le prese di posizione contro la pena di morte assunte da parlamenti, da organizzazioni umanitarie, da gruppi religiosi, da uomini di cultura. La Comunit� internazionale e i passi diretti compiuti dai paesi abolizionisti, soprattutto europei, sono stati decisivi per questo cambiamento.
Mentre stiamo per mandare in stampa questo Rapporto, la Commissione dell�Onu per i Diritti Umani ha approvato per il quinto anno consecutivo la risoluzione per la moratoria delle esecuzioni in vista della completa abolizione della pena di morte. Ora, tutti si attendono che l�Unione Europea si assuma fino in fondo l�impegno di portare al voto la proposta di moratoria universale delle esecuzioni in una prossima Assemblea Generale dell�Onu. Un voto ed un testo come quelli espressi a Ginevra, se confermati in Assemblea Generale, equivarrebbero all�affermazione di un nuovo diritto umano, il diritto a non essere uccisi a seguito di una sentenza o misura giudiziaria.
In vista di questa scadenza, Nessuno tocchi Caino si propone di mobilitare innanzitutto l�opinione pubblica e i parlamentari dei paesi europei abolizionisti. Se nel 1999 l�iniziativa al Palazzo di Vetro � miseramente fallita, � stato anche perch� gli ambasciatori europei hanno potuto decidere in assenza di qualsiasi controllo sul loro operato da parte dei cittadini e dei parlamentari dei loro paesi. Il piano di iniziative di Nessuno tocchi Caino per il 2001 prevede una serie di missioni nelle capitali europee per incontrare parlamentari e ministri degli esteri.
Per questo abbiamo anche lanciato, insieme ad Oliviero Toscani e Nexta.com, la prima campagna online per la moratoria Onu delle esecuzioni intitolata "Ferma la pena di morte via Internet". La campagna, lanciata a marzo, consiste nella raccolta di firme online su un appello internazionale alle Nazioni Unite e sono gi� numerosi i siti web e i cittadini che hanno aderito all�iniziativa che sfocer� in una grande manifestazione virtuale contro la pena di morte che si svolger� il 10 dicembre in occasione della giornata internazionale dei diritti umani.
Per firmare l�appello e aderire all�iniziativa, basta collegarsi ai siti www.nessunotocchicaino.it e www.nexta.com/caino. Grandi conquiste come quella dell�abolizione della pena di morte non sono altro che la somma di tanti piccoli gesti.