La pena di morte nel mondo

07 Luglio 2003 :

IL RAPPORTO 2003

Il Rapporto 2003 di Nessuno tocchi Caino, curato anche quest´anno da Elisabetta Zamparutti e edito da Marsilio, è dedicato al Presidente del Kenya, Mwai Kibaki, per aver egli, dopo la vittoria elettorale del dicembre 2002, annunciato di voler abolire la pena di morte e, il 25 febbraio 2003, commutato in ergastolo le condanne a morte di 195 detenuti, mentre altri 28 sono stati liberati dopo aver scontato dai 15 ai 20 anni di braccio della morte.
L´autore della prefazione è George Ryan, ex Governatore dell´Illinois e ora Presidente d´Onore di Nessuno tocchi Caino. L´autore della prefazione è George Ryan, ex Governatore dell´Illinois e ora Presidente d´Onore di Nessuno tocchi Caino. Nel gennaio del 2003, come ultimo atto del suo mandato George Ryan ha commutato in ergastolo le condanne a morte di 167 detenuti nel braccio della morte dell´Illinois e ha liberato quattro persone della cui innocenza si era personalmente convinto.
Nel Rapporto sono riportate anche le parole della canzone "Nessuno tocchi Caino" presentata quest´anno al Festival di Sanremo da Enrico Ruggeri e Andrea Mirò e premiata come miglior testo.

I FATTI PIU´ IMPORTANTI DEL 2002
La situazione ad oggi

La situazione della pena di morte nel mondo è quanto mai cambiata negli ultimi anni. I paesi o i territori che in un modo o nell´altro hanno deciso di rinunciare a praticarla sono oggi 130. Di questi 78 sono totalmente abolizionisti; 14 sono abolizionisti per crimini ordinari; 2 in quanto membri del Consiglio d´Europa sono impegnati ad abolirla e, nel frattempo, attuano una moratoria delle esecuzioni; 6 attuano una moratoria delle esecuzioni; 30 sono abolizionisti di fatto (non eseguono sentenze capitali da oltre dieci anni). I paesi mantenitori della pena di morte sono 66, anche se non tutti la praticano con assiduità. Nel 2002, solo 34 di questi paesi hanno compiuto esecuzioni che sono state almeno 4.078, un po´ in calo rispetto al 2001 quando erano state almeno 4.700.
Asia ha effettuato la quasi totalità delle esecuzioni del 2002: sono state 3.925, 3.138 delle quali in Cina. Le esecuzioni in Africa sono state 63. In Europa sono avvenute 19 esecuzioni, 3 delle quali in Bielorussia, l´unico paese europeo che ancora pratica la pena di morte; le altre si sono verificate in Russia (15) e in Georgia (1) ad opera però di tribunali della Sharia stabiliti da ceceni in zone sotto il loro controllo. Anche le Americhe sarebbero un continente praticamente libero dalla pena di morte, se non fosse per le 71 esecuzioni avvenute solo negli Stati Uniti. [Nel 2003, dopo alcuni anni che non lo faceva, Cuba ha ripreso le esecuzioni giustiziando 3 persone.]

Cina, Iran e Iraq i primi paesi boia del 2002

Dei 66 mantenitori della pena di morte, 52 sono paesi dittatoriali, autoritari o illiberali. In questi paesi, nel 2002, sono state compiute almeno 3.978 esecuzioni, pari al 97,5% del totale mondiale. Un paese solo, la Cina, ne ha effettuate almeno 3.138, circa il 77% del totale mondiale; l´Iran ne ha effettuate almeno 316; l´Iraq almeno 214; l´Arabia Saudita 49; il Sudan almeno 40; il Vietnam almeno 34; il Kazakistan almeno 31; il Tagikistan almeno 25; il Pakistan 20; Singapore almeno 18. Molti di questi paesi non forniscono statistiche ufficiali sulla pratica della pena di morte, considerata in alcuni segreto di stato, perciò in alcuni paesi i dati sono stimati da fonti indipendenti, in altri il numero delle esecuzioni potrebbe essere ancora più alto. E´ il caso della Corea del Nord e della Siria, dove le esecuzioni sono tenute assolutamente nascoste.
A ben vedere, in questi paesi, la soluzione definitiva del problema, più che alla lotta contro la pena di morte, attiene alla lotta per la democrazia, i diritti umani e lo stato di diritto. Degno di nota a questo proposito è il caso dell´Afghanistan dove nel 2002, per la prima volta dopo moltissimi anni, non si sono registrate esecuzioni e vi è stata una sola condanna a morte. Nel 2001, l´ultimo anno di regime dei talebani, le esecuzioni erano state almeno 68.
Sul terribile podio dei primi tre paesi al mondo che nel 2002 hanno compiuto più esecuzioni figurano quindi la Cina, l´Iran e l´Iraq.

Cina: un altro anno record di esecuzioni
Le autorità cinesi non pubblicano mai statistiche sulla pena di morte, considerate "segreto di stato", ma tutti concordano sul fatto che la Cina detiene il record mondiale di esecuzioni. Secondo quanto pubblicato nel volume "Disidai" o "La Quarta Generazione", scritto da un membro interno del partito che ha usato lo pseudonimo di Zong Hairen, 15.000 persone sono state mandate a morte ogni anno in Cina per presunti crimini dal 1998 al 2001. Il dato è sconvolgente, oltre 4 volte più alto delle più alte cifre stimate dagli occidentali sulla carneficina giudiziaria annuale in Cina e il più alto in assoluto dalla Rivoluzione Culturale. Secondo il New York Times, Pechino ha giustiziato nel 2002 più di 3.000 persone. La campagna "Colpire duro" contro il crimine, lanciata dal Presidente Jiang Zemin nell´aprile del 2001, è stata rilanciata nel 2002: secondo il China Daily del 9 settembre 2002, almeno 3.000 persone sarebbero state giustiziate da aprile a seguito di procedimenti giudiziari nei quali la tortura è stata molto frequente e gli avvocati molto rari. Rapinatori, stupratori, protettori, corrotti e corruttori, spacciatori di droga e di soldi falsi, contrabbandieri di sigarette, contraffattori di fatture e di bilanci, sono stati processati in grandi adunate al pari di pluriomicidi, sequestratori, narcotrafficanti e attentatori dinamitardi, esposti al pubblico, costretti ad abbassare la testa e a tenere al collo un cartello con il loro nome e il loro crimine e infine giustiziati.
Nessuno tocchi Caino stima che almeno 3.138 esecuzioni siano state effettuate in Cina nel 2002.
Anche nel 2002 si sono registrate voci relative alla pratica degli espianti di organi di condannati a morte poi venduti per i trapianti.

Iran: un´escalation di esecuzioni e altre disumanità
L´Iran è al secondo posto dei paesi boia del mondo e, in rapporto alla popolazione, la pena di morte è praticata tanto quanto in Cina. Nel 2002 le esecuzioni in Iran sono state almeno 316, tra cui quella di una donna tramite lapidazione. Erano state 198 nel 2001. Dopo che la Commissione ONU per i Diritti Umani, nell´aprile 2002, per il primo anno dall´instaurazione del regime islamico, non ha approvato la risoluzione sull´Iran e ha tolto il controllo internazionale dello Special Rapporteur, nel paese vi è stata un´escalation di esecuzioni e di altre pene disumane come l´amputazione degli arti e la fustigazione.
Secondo l´Organizzazione Mondiale contro la Tortura, nei primi otto mesi del 2002 organi di informazione governativi hanno reso note 250 esecuzioni. Secondo un documento segreto proveniente dall´interno del regime dei mullah e finito nelle mani dei Mujahedin del Popolo, l´opposizione armata iraniana, 407 prigionieri sarebbero stati giustiziati nella prima metà dell´anno iraniano (21 marzo-22 settembre 2002). Secondo lo stesso documento 10 persone sarebbero state giustiziate tramite lapidazione nei primi cinque mesi dell´anno iraniano (21 marzo-22 agosto 2002). I giornali del regime hanno riportato solo 192 esecuzioni nella prima metà dell´anno, il che significa che almeno il 70% delle esecuzioni non sono state comunicate.

Iraq: la pena di morte (e non solo) sotto Saddam
In base a notizie pubblicate sulla stampa irachena e riportate da fonti dell´opposizione, Nessuno tocchi Caino ha registrato almeno 214 esecuzioni in Iraq nel 2002. Erano state almeno 179 nel 2001. Il maggiore dei figli di Saddam Hussein, Uday, era considerato un vero e proprio patito delle esecuzioni pubbliche e, con il fratello Qusay, avrebbe firmato un numero di decreti di esecuzione stimato in 10.000.
Esecuzioni di oppositori politici e "cospiratori" militari si sono verificate numerose anche nel 2002. Il solo criticare Saddam costituiva reato. Gli autori potevano anche finire davanti al plotone di esecuzione, ma per terrorizzare i suoi cittadini il regime arrivava ad applicare altre pene crudeli. Alcune di queste, come la marchiatura della fronte o l´amputazione di orecchie, mani e lingua, erano prescritte dalla legge oppure effettuate arbitrariamente dai reparti della milizia noti come i Feddayn di Saddam. Casi di persone che per aver criticato pubblicamente Saddam hanno avuto la lingua mozzata, si sono verificati anche nel 2002.
Il regime iracheno ha spesso messo in atto "campagne di pulizia delle prigioni" che consistevano nello svuotamento di quelle sovraffollate tramite l´esecuzione di centinaia di detenuti alla volta. Esecuzioni in massa di detenuti si sono verificate anche nel 2002.

Democrazia e pena di morte

Dei 66 paesi mantenitori della pena di morte, sono 13 quelli di democrazia liberale, considerando in questo non solo il sistema politico del paese, ma anche il sistema dei diritti umani, il rispetto dei diritti civili e politici, delle libertà economiche e delle regole dello stato di diritto. Le democrazie liberali che nel 2002 hanno praticato la pena di morte sono state 5 e hanno effettuato in tutto 100 esecuzioni, il 2,5% del totale mondiale: Stati Uniti (71), India (circa 12), Tailandia (9), Taiwan (6) e Giappone (2).

Stati Uniti
Le esecuzioni nel 2002 sono leggermente aumentate rispetto al 2001 (71 contro 66) ma sono pur sempre inferiori alle 98 registrate nel 1999. Dei 38 su 50 stati federati che prevedono la pena di morte, solo 13 hanno compiuto esecuzioni capitali: un numero così basso non si registrava dal 1993. Come quasi sempre è accaduto da quando la pena di morte è stata reintrodotta nel 1976, sono stati prevalentemente gli stati del Sud a compiere esecuzioni. Il Texas ha compiuto 33 esecuzioni, quasi la metà del totale nazionale. Per il secondo anno consecutivo il Texas ha giustiziato minorenni, 3 nel 2002, tutti neri. Dei 21 minorenni giustiziati negli Stati Uniti dal 1976, 13 sono stati uccisi dal Texas.
La procedura penale statunitense è stata profondamente riformata in senso garantista da una serie di sentenze pronunciate nel 2002 dalla Corte Suprema degli Stati Uniti, la quale ha stabilito l´incostituzionalità delle norme che attribuiscono ad un giudice monocratico, anziché ad una giuria, la valutazione delle circostanze aggravanti e attenuanti e la decisione della condanna nei casi capitali; ha stabilito inoltre che l´esecuzione di condannati a morte minorati mentali è una pena crudele ed inusuale e per questo è incostituzionale.
Nel 2002, in 22 dei 38 stati mantenitori si è discusso di moratoria delle esecuzioni capitali. Si è trattato per lo più di dibattiti parlamentari legati ai dubbi su come la pena di morte viene applicata.
[Nel gennaio del 2003, come ultimo atto del suo mandato il Governatore dell´Illinois George Ryan ha commutato in ergastolo le condanne a morte di 167 detenuti nel braccio della morte dell´Illinois e ha liberato quattro persone della cui innocenza si era personalmente convinto. Nell´aprile del 2003, il suo successore, il democratico Rod Blagojevich, dopo mesi di incertezza, ha deciso di proseguire con la moratoria ritenendo che non ci siano ancora le condizioni per garantire un sistema giudiziario a prova di errori.]

Giappone
La pena di morte in Giappone è prevista per 13 reati ma, in pratica, viene applicata solo per omicidio. Il Governo mantiene il massimo riserbo sulle esecuzioni. I detenuti possono rimanere nel braccio della morte per decenni e di solito non sono informati sulla data della loro esecuzione fino al giorno dell´impiccagione. Familiari e avvocati sono generalmente informati dopo le esecuzioni, che il più delle volte hanno luogo d´estate e alla fine dell´anno, quando il Parlamento è in vacanza per evitare la discussione parlamentare. Le esecuzioni nel 2002 sono state due. Anche queste esecuzioni sono avvenute durante una pausa del Parlamento, ragion per cui il 20 dicembre 2002 un gruppo bipartisan di parlamentari contrari alla pena di morte ha chiesto al Ministro della Giustizia Mayumi Moriyama di introdurre una moratoria sulla pena capitale per l´intera durata delle ferie del Parlamento.

Tailandia
Le esecuzioni in Tailandia sono riprese nel 1995, dopo una sospensione di fatto durata otto anni. Nel 2002 sono state almeno 9. Nel 2001 erano state 18. Anche in Tailandia non si è mai saputo in anticipo quando un´esecuzione viene portata a termine. Di solito l´ordine di esecuzione viene trasmesso la mattina e l´esecuzione avviene il pomeriggio dello stesso giorno. Le esecuzioni sono fatte in questo modo: i prigionieri stanno con le mani dietro la schiena legate ad un palo e vengono fucilati con una mitragliatrice posta dietro una tenda.
Il 20 novembre 2002, il Parlamento ha approvato all´unanimità un nuovo metodo di esecuzione, passando dalla fucilazione all´iniezione letale. Il Ministro della Giustizia Purachai Piamsomboon ha detto che al condannato saranno somministrate tre iniezioni: la prima per addormentarlo, la seconda per paralizzare i muscoli, la terza per arrestargli il cuore. L´iniezione letale è stata considerata un metodo più umano poiché consente al condannato di morire serenamente, ha detto il Ministro.

Abolizioni legali e di fatto nel 2002

Confermando un trend positivo e sempre più accelerato negli ultimi dieci anni, anche nel 2002 vi sono stati paesi che hanno abolito la pena di morte o hanno attuato una moratoria legale o di fatto delle esecuzioni.
Il 19 aprile 2002, Cipro ha emendato il Codice Penale militare cancellando la pena di morte per reati commessi in tempo di guerra.
Il 2 settembre 2002, il Presidente della Lituania Valdas Adamkus ha firmato e sottoposto al Parlamento per l´approvazione definitiva un decreto che abolisce definitivamente la pena di morte anche in caso di crimini di guerra.
Il 22 ottobre 2002, il Regno Unito ha annunciato l´abolizione della pena di morte per tradimento e pirateria nelle isole Turks e Caicos, con il consenso del governo di quei territori che in questo modo diventano completamente abolizionisti.
In Serbia e Montenegro, si è assistito (il 26 febbraio 2002 in Serbia e il 19 giugno 2002 in Montenegro) all´introduzione di nuove norme penali che hanno sostituito la pena di morte con 40 anni di detenzione.
Il 3 agosto 2002, nell´ambito dell´approvazione di un pacchetto di riforme richieste per l´accesso all´Unione Europea, la Turchia ha abolito la pena di morte per terrorismo lasciandola solo per crimini commessi in tempo di guerra o nell´imminenza di una guerra. In questo modo e dopo 20 anni di abolizione di fatto, il paese è entrato a far parte della schiera degli abolizionisti per crimini ordinari.
Nel settembre 2002, la Presidente delle Filippine Gloria Macapagal Arroyo ha introdotto una moratoria sulle esecuzioni, in attesa di una decisione del Parlamento su una proposta di legge per l´abolizione della pena di morte.
Il 20 maggio 2002, Timor Est è diventato il primo stato sovrano e la sua Costituzione la prima del terzo millennio. Gli articoli sulla democrazia e i diritti umani ne costituiscono il nocciolo; la pena di morte e l´ergastolo sono banditi; l´asilo politico garantito.
Il 16 maggio 2002, in Mali, il nuovo Governo di Amadou Toumani Tourè, un ex militare che nel 1991 aveva rovesciato la dittatura del generale Moussa Traorè durata oltre 23 anni, ha approvato un decreto di sospensione per due anni delle esecuzioni capitali.
Il 27 luglio 2002, accogliendo un appello di Papa Giovanni Paolo II prima del suo arrivo, il Presidente del Guatemala Alfonso Portillo ha introdotto una moratoria legale delle esecuzioni valida per la durata del suo mandato e ha chiesto all´Assemblea Nazionale di abolire la pena di morte.
[Nel 2003, il Benin e il Marocco sono divenuti abolizionisti di fatto non avendo compiuto esecuzioni dal 1993.]

Ripresa delle esecuzioni e tentativi di reintroduzione

La pena di morte è stata applicata a Cuba sin dalla rivoluzione del 1959, quando i castristi hanno processato e giustiziato centinaia di sostenitori dell´ex dittatore Fulgencio Batista. Negli anni più recenti, è stata riservata a casi di terrorismo, ribellione armata, assassinii particolarmente orribili e ai serial killer.
[L´11 aprile 2003, dopo tre anni di una moratoria di fatto (o di assenza di informazioni) sulle esecuzioni, Enrique Copello Castillo, Barbaro Leodan Sevillan Garcia e Jorge Luis Martinez Isaac, tre componenti di un gruppo di cubani che una settimana prima si era impadronito di un traghetto con l´intento di raggiungere la Florida, sono stati fucilati. I loro appelli erano stati respinti sia dalla Corte Suprema che dal Consiglio di Stato, il più alto organo esecutivo di Cuba presieduto da Fidel Castro.]
La Commissione Cubana per i Diritti Umani e la Riconciliazione Nazionale ha riferito che la maggior parte dei detenuti in attesa di esecuzione, dai 50 ai 100, è confinata in condizioni subumane in celle di massima sicurezza. Gli atti di autolesionismo e di tentato suicidio tra i detenuti sono "un fenomeno che ha molto a che vedere con le condizioni di tortura psicologica e la crudeltà del trattamento in cui sono costretti a vivere". Due condannati a morte, Jorge Luis Rodriguez e Manuel Antonio Ulloa, si sono amputati le mani con oggetti affilati e un altro, Jose Manuel Azan Rojas, si è bucato gli occhi con un oggetto appuntito, ha riferito la Commissione.
La moratoria sulle esecuzioni relative ai reati ordinari in vigore nella Repubblica Democratica del Congo da tre anni, è stata tolta il 23 settembre 2002. [Nella notte tra il 6 e il 7 gennaio 2003, 15 persone sono state giustiziate in segreto da un plotone di esecuzione. Erano accusati di reati come sovvertimento dello stato, tradimento, rapina a mano armata e partecipazione alla criminalità organizzata.].
Il 17 luglio 2002, con l´esecuzione di Tracy Alan Hansen, lo Stato del Mississippi (USA) ha posto fine a una moratoria di fatto che durava dal 1989.

Europa, un continente senza pena di morte, se non fosse che...

La Bielorussia prevede ancora la pena capitale per 14 reati capitali e anche per questo, nel gennaio 1997, l´Assemblea Parlamentare del Consiglio d´Europa l´ha sospesa dallo status di osservatore speciale. Le informazioni sulla pena di morte sono classificate come segreto di stato: ai familiari dei condannati non vengono comunicati la data e il luogo dell´esecuzione nemmeno dopo che il loro parente è stato giustiziato. Dati OSCE riferiscono che nel 2000 sarebbero state giustiziate dieci persone, nel 2001 sette e al giugno 2002 tre. Il Ministro degli Interni Uladzimir Navumaw ha detto che la sua abolizione è ancora prematura. "Dev´essere mantenuta come punizione eccezionale", ha dichiarato, perché questo è il punto di vista non solo dell´opinione pubblica ma degli stessi detenuti [sic!].
Dopo che le Forze Armate russe, nel settembre 1999, hanno intrapreso la nuova campagna militare tesa a riottenere il controllo politico della Cecenia, la regione indipendentista ha introdotto corti islamiche su ordine delle quali nel 2002 sono state compiute 15 esecuzioni (erano state 21 nel 2001).
Nella Valle del Pankisi in Georgia, gli abitanti a maggioranza islamici e i rifugiati ceceni, circa 10.000 persone da tempo fuori dal controllo delle autorità georgiane, hanno istituito un tribunale della Sharia che il 30 aprile 2002 ha fatto giustiziare un uomo accusato di tradimento.

Pena di morte in base alla Sharia

Nel 2002, almeno 773 esecuzioni sono state effettuate in 18 paesi o territori a maggioranza musulmana, molte delle quali ordinate da tribunali islamici in base a una stretta applicazione della Sharia. Lapidazioni, impiccagioni, decapitazioni e fucilazioni, metodi con cui è stata applicata la Sharia nel 2002, hanno riguardato poco più di un terzo dei paesi a maggioranza musulmana.
Nel 2002, condanne a morte tramite lapidazione sono state emesse in Pakistan e Nigeria, ma l´unico paese che le ha eseguite è stato l´Iran. Secondo il Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana, 25 persone, 17 delle quali donne, sono state condannate alla lapidazione in Iran da quando Khatami è salito alla Presidenza nel 1997. Nel 2002, Goli Nik-Khou e Seyyed Younes Assadi, un uomo e una donna che erano stati condannati nel 1987 a 15 anni di prigione, sono stati lapidati a Naqadeh alla fine del periodo di detenzione. Il 5 novembre 2002, il sito web Women in Iran ha riportato che una donna iraniana condannata a morte per complicità nell´omicidio di suo marito è scampata alla lapidazione essendo riuscita a uscire dalla buca in cui era stata interrata.
L´alternativa alla lapidazione, in esecuzione di sentenze capitali in base alla Sharia, può essere l´impiccagione, la quale è preferita per gli uomini ma non risparmia le donne. Spesso è eseguita in pubblico e combinata a pene supplementari come la fustigazione e l´amputazione degli arti prima dell´esecuzione e addirittura la crocifissione dopo l´esecuzione. Il 19 febbraio 2002, in Iran, Amir Hoseyn Mashti e Ali Soltani, che avevano confessato di aver rapito, violentato e ucciso donne in varie parti del paese, sono stati impiccati in pubblico a Kerman. I due condannati hanno ricevuto 90 frustate prima di essere impiccati.
La decapitazione continua ad essere il metodo preferito in Arabia Saudita per eseguire sentenze in base alla Sharia, anche se nel 2002 sono diminuite: 49 contro le 82 del 2001. La decapitazione risulta essere stata nel 2002 una pratica esclusiva dell´Arabia Saudita. Una donna, Zainah bin Saeed bin Mohammed al-Qahtani, è stata decapitata il 12 maggio 2002 nella regione dell´Asir per l´omicidio del padre.
Non propriamente una punizione islamica, la fucilazione è pure stata applicata nel 2002 in esecuzione di condanne in base alla Sharia. Il 20 novembre 2002, dalle 15.000 alle 20.000 persone sono state riunite nella città di Aden nello Yemen per assistere all´esecuzione di tre uomini condannati per aver stuprato e ucciso due bambini. Il boia ha sparato tre colpi mirando a un segno tracciato da un medico sul corpo del condannato. Donne della famiglia dei due bambini uccisi hanno mostrato la loro contentezza lanciando i loro tipici suoni vocali.

Pena di morte per blasfemia

Il 7 novembre 2002, Hashem Aghajari, 45 anni, docente di storia all´Università di pedagogia di Teheran, è stato giudicato colpevole di eresia e condannato a morte per aver contestato il potere temporale degli ayatollah, paragonandolo a quello esercitato dai papi durante il Medioevo. E´ stato anche condannato a 74 frustate, al divieto di insegnamento per 10 anni e a un confino di 8 anni.

Pena di morte nei confronti dei minori

In aperto contrasto con quanto stabilito dai patti internazionali, nel 2002, sono state giustiziate 3 persone, che avevano meno di 18 anni al momento del reato, tutte negli Stati Uniti.
L´8 maggio 2002, un minorenne degli Emirati Arabi Uniti che aveva avuto la pena di morte per spaccio di droga ha realizzato che importanza ha un solo giorno di differenza nella propria età. Si è salvato quando il Tribunale di Prima Istanza di Dubai ha scoperto che il ragazzo aveva 17 anni, 11 mesi e 29 giorni di età al momento del reato.

Pena di morte per reati di droga

Anche per il 2002, il proibizionismo sulle droghe ha dato un contributo consistente alla pratica della pena di morte. Nel nome della guerra alla droga e in base a leggi sempre più restrittive, sono state effettuate esecuzioni in Arabia Saudita, Cina, Iran, Malesia, Singapore, Tailandia e Vietnam.
Otto delle 49 esecuzioni in Arabia Saudita sono avvenute per reati di droga.
La Cina è solita commemorare la giornata internazionale contro la droga, con un´ondata di pubbliche esecuzioni. Nel solo 26 giugno 2002, ve ne sono state almeno 64, molte delle quali effettuate immediatamente dopo manifestazioni pubbliche in cui migliaia di persone hanno assistito all´emanazione delle sentenze e alla distruzione di grossi quantitativi di stupefacenti.
Dal 1991 l´Iran ha giustiziato circa 5.000 spacciatori di droga. Più di 90.000 persone, pressappoco il 60% della popolazione carceraria, sono in prigione per reati di droga. La legge iraniana prevede la pena di morte per il possesso di oltre 30 grammi di eroina o 5 chili di oppio.
Dal momento dell´applicazione obbligatoria nel 1975 della pena di morte e delle condanne a vita per i reati di droga, 155 malesi e 45 stranieri sono stati impiccati in Malesia.
Singapore è tra i paesi con la più alta percentuale di esecuzioni rispetto alla popolazione: 350 negli ultimi dieci anni. Più della metà delle persone impiccate erano state condannate per traffico di droga.
Il 6 gennaio 2002, il Ministro della Giustizia della Tailandia, Pongthep Thepkanjana ha detto che più di 3 milioni di tailandesi, inclusi studenti, fanno abuso di narcotici. I trafficanti di droga dovrebbero essere considerati traditori del paese e giustiziati. Il 24 aprile 2002, tre trafficanti di droga - Jai Sangoh, 38 anni, Kulchanok Intesaraj, 24 e Netnoi Sangkad, 36 - sono stati giustiziati nella prigione di massima sicurezza di Bang Kwang.
Il 16 gennaio 2002, sette uomini di cui non è stato rivelato il nome sono stati fucilati in Vietnam per traffico di droga e omicidio. Il 21 maggio 2002, Chen Chi Tien, 48 anni, di Taiwan e Tram Huy, 68 anni, vietnamita, sono stati fucilati per aver fabbricato metanfetamina. Il 18 dicembre 2002, 6 trafficanti di droga sono stati fucilati nella provincia di Ha Tinh. L´uso di droghe illegali, prevalentemente eroina, è aumentato nonostante la pena di morte.

Pena di morte per "terrorismo"

La Grande Coalizione contro i terroristi nata in seguito agli attentati dell´11 settembre negli Stati Uniti e formata, da un lato, da democrazie liberali ma, dall´altro, anche da paesi dittatoriali, autoritari e integralisti, ha colpito a volte le libertà pubbliche e i diritti civili nelle prime e spesso legittimato nei secondi la violazione dei diritti umani e regolamenti di conti interni. In molti paesi sono state approvate proposte di legge antiterrorismo che prevedono l´applicazione della pena di morte e, in nome della lotta al terrorismo internazionale, sono state perseguitate e giustiziate persone in realtà coinvolte nella opposizione interna al regime di questo o quel paese, come è accaduto, ad esempio, da parte dei russi nei confronti dei ceceni e da parte dei cinesi contro i militanti islamici dello Xiniang, dei Tibetani e del Falun Gong.
In Cina, le autorità hanno incarcerato migliaia di musulmani nello Xinjiang, sostenendo che erano collegati ad Osama bin Laden e al-Qaeda. Alcuni sono stati arrestati perché leggevano il Corano e pare siano stati giustiziati immediatamente dopo una pubblica udienza.
Il 26 marzo 2002, dopo un lungo ed acceso dibattito in una seduta congiunta straordinaria delle due camere, il Parlamento dell´India ha approvato un disegno di legge antiterrorismo definito "draconiano" dall´opposizione. L´opposizione teme che quella che ha definito "legge nera" venga usata contro le opposizioni politiche e le minoranze. Essa prevede la pena capitale per gli omicidi terroristici, 90 giorni di detenzione senza processo, corti speciali per i casi di terrorismo e poteri alla polizia di intercettare comunicazioni che possono in seguito essere presentate come prove in tribunale.

Pena di morte per appartenenti a movimenti spirituali

Dal 1983, più di 23.000 persone sono state arrestate in Cina per pratiche religiose non autorizzate. Almeno 123 persone sono state condannate a morte. I vescovi cattolici hanno passato decenni in prigione, gli evangelici protestanti si sono ritrovati nel braccio della morte e migliaia di membri del Falun Gong sono stati spediti in manicomio. Il 7 marzo 2002, Erping Zhang, portavoce del Falun Gong, ha dichiarato che le forze di sicurezza cinesi hanno ricevuto istruzioni di sparare sui membri del gruppo sorpresi in pubblico ad appendere cartelli e simboli e che l´ordine è arrivato dal presidente cinese Jiang Zemin.
Gruppi religiosi e per la difesa dei diritti umani fuori dalla Corea del Nord hanno continuato a fornire informazioni relative alla persecuzione di membri di chiese clandestine. Fedeli cristiani sono stati imprigionati e torturati per aver letto la Bibbia e predicato su Dio, mentre su alcuni di loro sarebbero state sperimentate armi chimiche e biologiche. Secondo il Rapporto sulla libertà religiosa nel mondo curato dal Dipartimento di Stato americano, notizie di esecuzioni, tortura e detenzione di appartenenti a gruppi religiosi sono emerse anche nel 2002.
Secondo la Montagnard Foundation, un gruppo a tutela dei diritti umani che ha base in South Carolina, tre cristiani appartenenti alla minoranza etnica che abita gli altipiani del Vietnam centrale sono stati giustiziati dalle autorità comuniste nel quadro della campagna condotta contro le chiese cristiane "illegali", "contaminate - secondo loro - dai protestanti americani e quindi contrarie agli interessi del paese". I tre Montagnard sarebbero stati iniettati con una sostanza letale sconosciuta che li ha portati alla morte in preda a convulsioni.

Pena di morte per reati politici e di opinione

Secondo il Comitato di Coordinamento del Movimento degli Studenti per la Democrazia in Iran (SMCCDI), tra l´8 e il 9 aprile 2002, sono stati impiccati in Iran quattro residenti a Esfahan arrestati dopo gli scontri con la polizia nell´ottobre del 2001 e accusati di "banditismo", "teppismo" e "aggressione". Il 21 ottobre 2001, a seguito della sconfitta della nazionale di calcio iraniana nei confronti del Bahrein nella partita di qualificazione per la Coppa del Mondo del 2002, tifosi infuriati al grido di "Bahrein! Bahrein!", "Morte alla Repubblica Islamica!", avevano strappato e bruciato gli addobbi messi nelle strade in previsione della visita alla città il giorno dopo del leader supremo dell´Iran, l´Ayatollah Ali Khamenei.

Pena di morte ed esecuzioni sommarie per collaborazione con Israele

Nel 2002, almeno 48 palestinesi sospettati di aver collaborato con Israele sono stati linciati o fucilati da militanti palestinesi che sono andati a prenderli nelle loro case, nei commissariati, nel carcere in cui erano detenuti o nelle aule di giustizia dove venivano processati. Molti di loro erano stati già processati per collaborazionismo e condannati a morte o a lunghe pene detentive dalla Corte per la Sicurezza dello Stato dell´Autorità Palestinese. Altri 11 collaborazionisti sono stati condannati a morte dalla stessa corte speciale nel 2002 e sono tuttora detenuti nei bracci della morte delle prigioni palestinesi. Nel 2002, le esecuzioni legali sono state 3, una in più dell´anno precedente e tutte per omicidio.

Pena di morte per "reati" sessuali e nonviolenti

Molte delle esecuzioni rese note in Arabia Saudita sono state inflitte per omicidi, stupri e traffico di droga, ma il 1° gennaio 2002 è accaduto anche che tre omosessuali, Ali Ben Hatan Ben Saad, Mohamed Ben Suleiman Ben Mohamed e Khalil Ben Abdallah, fossero decapitati per sodomia.
Nel 2002, in Cina, sono state effettuate esecuzioni anche per appropriazione indebita, frode fiscale, contraffazione di moneta, corruzione, sfruttamento della prostituzione.
I primi di gennaio, Kim Mun-song, 57 anni, già vice ministro per il commercio e vice presidente della commissione per la promozione della cooperazione economica con l´estero [CPEEC] è stato fucilato nella Corea del Nord per corruzione.
Il 20 dicembre 2002, due persone sono state fucilate in Vietnam a Ho Chi Minh City per aver fabbricato e messo in circolazione banconote false. L´esecuzione di Tran Hoai Nam e Nguyen Van Phi, rispettivamente di 27 e 28 anni, ha avuto luogo in un poligono della ex-Saigon.

MORATORIA ONU DELLE ESECUZIONI CAPITALI

Il 2 luglio scorso, in occasione dell´illustrazione all´Europarlamento del programma del semestre italiano di presidenza dell´UE, Silvio Berlusconi ha annunciato l´impegno a presentare la risoluzione per la moratoria universale delle esecuzioni capitali alla prossima Assemblea Generale dell´ONU. Un impegno in questo senso era già stato espresso dal Vice Presidente del Consiglio Gianfranco Fini il 6 maggio scorso, in occasione della visita in Italia dell´ex Governatore dell´Illinois George Ryan.
Dal 1997 al 2003, 89 paesi hanno avuto modo di co-sponsorizzare in sede ONU la risoluzione per la moratoria. Nonostante si sia svolta in un clima di tensione internazionale legato alla guerra in Iraq, alla Commissione ONU per i Diritti Umani del 2003 la risoluzione sulla pena di morte ha registrato il sostegno record di 75 co-sponsors (l´anno scorso erano stati 68). Inoltre, la situazione è radicalmente e favorevolmente cambiata rispetto al 1994, quando per la prima volta una risoluzione per la moratoria fu presentata all´Assemblea Generale dell´ONU proprio dal Governo Berlusconi. Da allora, 33 paesi hanno rinunciato a praticare la pena di morte.
Basandosi quindi sulle posizioni di voto espresse negli ultimi sette anni alla Commissione ONU per i Diritti Umani e sullo status giuridico relativo alla pena di morte (abolizionisti, mantenitori ecc...), NTC è in grado di dire, facendo la previsione più pessimistica, che una risoluzione per la moratoria in vista dell´abolizione avrebbe in Assemblea Generale tutti i numeri per vincere. Un traguardo storico nella lotta per i diritti umani sarebbe così raggiunto.
I voti a favore della moratoria sarebbero tra i 95 e i 100; le astensioni tra le 21 e le 26; i voti contrari tra i 62 e i 65. Un emendamento sulla "giurisdizione interna", che sarà certamente avanzato dai paesi mantenitori nel tentativo di dividere il fronte pro moratoria, potrà contare sui 66 co-sponsor e sarebbe respinto con 93 voti contrari, 83 voti a favore, 12 astensioni e 3 paesi indecisi tra voto contrario e astensione.