DICHIARAZIONE FINALE DEL SEMINARIO DEL CAIRO 15/16 MAGGIO 2017

31 Maggio 2017 :

Seminario sul mutamento della legge penale in base al dettato costituzionale.
Il Cairo dal 15 al 16 maggio 2017

Conclusioni e raccomandazioni

Si è svolto a Il Cairo dal 15 al 16 maggio 2017, il seminario nazionale sul tema "Mutamento della legge penale in base ai principi costituzionali" per iniziativa dell'Organizzazione Araba per i Diritti Umani (AOHR) in collaborazione con il Consiglio Nazionale per i Diritti Umani (NCHR) e l'Organizzazione Egiziana per i Diritti Umani (EOHR). L’iniziativa è parte del progetto internazionale "Contenere la pena di morte in tempo di guerra al terrorismo " messo in atto in Egitto dall'AOHR in collaborazione con Nessuno tocchi Caino (principale partner), l'Istituto Arabo per i Diritti Umani (AIHR) (Tunisia) e la Somalia Woman Agenda (SWA), con il sostegno dell'Unione Europea. Il progetto mira a ridurre le pene aggravate nella regione araba, partendo dall’Egitto, la Somalia e la Tunisia.

Muhammad Fayek, Presidente del Consiglio Nazionale per i Diritti Umani, Alaa Shalaby, Segretario Generale dell'Organizzazione Araba per i Diritti Umani, Hafez Abu Seda, Presidente dell'Organizzazione Egiziana per i Diritti Umani, Alaa Abed, Presidente del Comitato parlamentare per i Diritti Umani ed Elisabetta Zamparutti, tesoriera di Nessuno tocchi Caino con la parlamentare Margherita Azaar, Camera dei Rappresentanti, hanno aperto il seminario.

Settanta partecipanti, soprattutto parlamentari e professionisti legali, come magistrati in carica e non,  avvocati, professori di diritto penale, chierici islamici, organizzazioni non governative attive nel campo dei diritti umani, diritti delle donne e dei bambini, ricercatori specialisti, sociologi, fisiatri, scrittori e responsabili dei mezzi dell’informazione del Cairo oltre a governatorati del nord e del sud dell'Alto Egitto e del Delta, hanno seguito il seminario.

Alcuni avvocati e attivisti del diritti umani provenienti dal Kuwait, dagli Emirati Aarabi Uniti, dalla Giordania e dalla Siria hanno partecipato come "osservatori", insieme a rappresentanti delle ambasciate italiane e tedesche del Cairo.

Il seminario ha sviluppato, in sei sessioni, i seguenti argomenti: una panoramica di quanto previsto dalla Costituzione nell’ambito della legislazione penale per quel che riguarda gli orientamenti e gli obblighi, le garanzie e le pene; studi sulla pena di morte nella legislazione e nella prassi, dal punto di vista dei media e della legge islamica; misure per affrontare le sfide attuali, soprattutto nel contesto della lotta al terrorismo; studio dei contesti sociali, economici e psicologici legati alle condizioni di detenzione nelle strutture punitive, nonché alle condizioni delle fasi processuali legate all'inchiesta e al dibattimento oltre all’applicazione della pena.

Dopo due giorni di discussioni dettagliate e approfondite, che hanno riguardato anche tematiche e  questioni tecniche, attraverso un dialogo che ha goduto della libertà, della generosità scientifica, dell'esperienza e della ricerca rispetto a proposte fattibili che rispondano oggettivamente ai bisogni fondamentali e alle attuali sfide, i partecipanti hanno convenuto sulla seguente:

• Questo seminario è uno della serie di dialoghi in corso che devono essere costanti e intensi perché s realizzi il concetto di consultazioni comunitarie sui diversi aspetti della legislazione e richiede che questo dialogo sia estenda in modo da includere tutte le parti interessate. I partecipanti hanno apprezzato la conferenza generale sulla modifica della legge di procedura penale organizzate dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri attraverso il Comitato Superiore per la riforma legislativa nel gennaio 2017. Ciò ha portato ad una proposta di legge che il Consiglio dei Ministri ha adottato due giorni prima del seminario preparatorio al passaggio alla Camera dei Rappresentanti.
• Il seminario enfatizza il necessario rispetto della Costituzione quale fonte primaria rispetto alla legge e al contratto sociale. Inoltre, l'autorità legislativa non è assoluta poiché tutte le leggi devono rispettare la Costituzione e ad essa adeguarsi. Vale la pena ricordare che le risposte legislative alle sfide contemporanee non devono violare la Costituzione. È essenziale adottare leggi globali e olistiche per cui leggi speciali ed emergenziali non possono impedire l’adozione di leggi generali, in tempi stretti, in particolare le leggi organiche che attuano la Costituzione.
• Questo seminario si sincronizza con gli sforzi volti ad accelerare l’iter legislativo, grazie all’intenso impegno della Camera dei rappresentanti e al decreto presidenziale di ricostituzione del Comitato Superiore per la Riforma Legislativa pochi giorni prima del workshop.
• L'Egitto, dopo il periodo di transizione politica seguito alla rivoluzione del 2011 e del 2013, sta attraversando un periodo di transizione legislativa in virtù delle dozzine di leggi primarie complementari alla Costituzione e dei numerosi obblighi a modificare su vasta scala leggi esistenti.
• La Costituzione rappresenta un elemento fondamentale per il rispetto dei diritti umani e delle libertà pubbliche in quanto richiama esplicitamente standard internazionali in materia di diritti umani attraverso le diverse disposizioni e arricchendone addirittura alcuni aspetti in virtù delle migliori pratiche.

  • La Costituzione stabilisce all'articolo 93 che le convenzioni internazionali che l'Egitto ha ratificato fanno parte dell’ordinamento interno e sottolinea l'importanza dell'allineamento delle legislazioni esistenti e potenziali con la Costituzione e gli standard internazionali in materia di diritti umani.
    • La Costituzione egiziana sottoposta a referendum nel 2014 rappresenta un salto storico, sia per quanto riguarda i principali principi adottati, che le garanzie in materia di diritti umani; al centro vi è il diritto ad un processo equo.
    • Il seminario afferma la necessità di accelerare la promulgazione della legge sull'autorità giudiziaria nel contesto dell'attuazione della Costituzione, secondo le garanzie stabilite e attraverso una consultazione su vasta scala della comunità in modo da consentire all'autorità giudiziaria ben consolidata di migliorare la propria organizzazione, gestire il proprio lavoro, rispettare i criteri di efficienza, rafforzare i diritti di cittadinanza e garantire la parità e le pari opportunità.
    • Il seminario riconosce l'importanza del ruolo fondamentale dell'autorità giudiziaria - attraverso le sue diverse strutture e agenzie - nell'applicazione di questi principi. I partecipanti hanno contemporaneamente lodato il contributo storico della giurisprudenza egiziana allo sviluppo di legislazioni penali dalla fondazione dello Stato moderno in Egitto.
    • Il seminario riconosce la grave minaccia del fenomeno del terrorismo a tutti i livelli e che il controllo del terrorismo è la responsabilità dello Stato per proteggere la società. Questo deve essere fatto in modo professionale ed efficace nel rispetto della legge e dei suoi strumenti ed in un contesto che garantisca i diritti dei cittadini e le libertà pubbliche che la Costituzione garantisce in maniera decisiva.
    • Il seminario riconosce che la Costituzione ha soddisfatto le esigenze degli egiziani per quanto riguarda un sistema giudiziario che garantisca i requisiti e i criteri di un processo equo e che assicura il controllo da parte del potere giudiziario sul lavoro dell'autorità esecutiva per sottolineare il principio di legittimità e di Stato di Diritto. Tuttavia, fa notare che, nonostante siano trascorsi tre anni dall'adozione della Costituzione, la legge ordinaria non è stata modificata in modo tale da mantenersi al passo con i diritti costituzionali e realizzare le aspirazioni dei cittadini.
    • Tenuto conto degli sforzi delle agenzie competenti per lo sviluppo del sistema legislativo penale nel rispetto dei diritti costituzionali, in particolare gli sforzi del Comitato Superiore per la Riforma Legislativa, il Comitato per i Diritti Umani presso la Camera dei Rappresentanti, il Consiglio Nazionale per i Diritti Umani e le organizzazioni della società civile (ONG), si nota che lo sviluppo legislativo deve affrontare una serie di sfide. Queste sfide riguardano il contenzioso, la "flaccidità" legislativa, l'emanazione di leggi speciali, nonché il ritardo nell’adottare leggi adeguate al livello di evoluzione della società, il permanere di leggi contrarie alle norme sancite dalla Costituzione e dalle convenzioni internazionali che l'Egitto ha ratificato ed ai principi giuridici che la magistratura egiziana ha stabilito con le sue decisioni.
    • Il seminario ha espresso preoccupazione per l'eccessivo numero di disposizioni legislative e fattispecie criminali che consentono un'espansione nell'attuazione della pena di morte. È urgente affrontare questa questione come segue: (i) ridurre il numero di disposizioni legislative in modo da limitare la pena di morte ai crimini atroci e pericolosi; Ii) rafforzare le garanzie nei processi per i reati che possono portare alla pena di morte, in particolare tenuto conto che la pena di morte non ha un effetto deterrente, tanto meno rispetto ad atti di terrorismo che possono assumere la forma di esplosioni di suicidi. Se queste esplosioni si verificano, sono irreversibili e l'impatto non può essere evitato.
    • Il seminario ha espresso apprezzamento per il ruolo fondamentale della Corte di Cassazione nel garantire la correttezza del procedimento, in particolare nei confronti delle pene severe ed aggravate, la prima delle quali è la pena di morte. Apprezzamento è stato espresso anche per il ruolo e l'impatto del Consiglio della Fatwa in alcuni casi tipici, oltre che per il ruolo della Presidenza nella ratifica delle sentenze e al potenziale utilizzo delle sue competenze costituzionali e giuridiche per attenuare la sentenza.
    • Il seminario ha espresso preoccupazione per l'espansione del ricorso alla custodia cautelare nei confronti di persone indagate e per quelle sotto processo nonostante gli sforzi esercitati da vari istituzioni in considerazione degli effetti economici, sociali e psicologici che tale custodia ha su di loro, nonché dell'onere supplementare sostenuto dalle istituzioni di sicurezza.

Alla luce del dibattito, dello scambio di idee e delle opinioni condivise, i partecipanti hanno affermato quanto segue:
- la costituzione di uno Stato moderno in Egitto richiede l'adattamento della legislazione alle disposizioni contenute nella Costituzione, tenendo conto degli obblighi internazionali dell'Egitto, specialmente per quanto riguarda le norme internazionali in materia di diritti umani;
- l'urgente necessità di modificare leggi per innovare norme e  sostituire quelle obsolete con nuove disposizioni che siano coerenti con la nuova realtà del Paese e la nuova Costituzione, fondamento di un Egitto moderno;
- la necessità di adottare una filosofia in materia penale che segua i principi fondamentali incorporati nei sistemi penali assicurando che le leggi siano sostenibili, esprimano necessità e bisogni della comunità e siano basate su un equilibrio tale da evitare che ubbidiscano a moti di reazione e a necessità temporanee;
- la necessità di dare risposte ai bisogni della comunità e di riorganizzazione l'agenda legislativa in modo che siano prioritariamente rafforzate le garanzie nell’amministrazione delle giustizia sul piano procedurale e sostanziale, e siano adottate le leggi previste dalla Costituzione e siano principalmente rivisti i codici penali e le leggi contro il terrorismo;
- la pubblica accusa e la magistratura giudicante devono applicare le misure preventive previste dalla legge di procedura penale invece che ricorrere alla custodia cautelare;

- la necessità di estendere l’ambito delle consultazioni parlamentari durante la discussione sulla modifica della legge di procedura penale per rafforzare le garanzie nelle fasi di indagine e di giudizio; soddisfare il diritto costituzionale ad avere due gradi di giudizio; mitigare il ricorso alla custodia cautelare e fissare un termine massimo alla durata della detenzione preventiva; prevedere meccanismi risarcitori e compensativi per chi poi viene assolto; assicurare un sistema di protezione sicura per i testimoni e gli informatori; utilizzare misure alternative al carcere, come l'arresto domiciliare e prevedere un regolare controllo giudiziario delle misure di restrizione alla mobilità e ai viaggi;
- la necessità di organizzare una conferenza generale per riesaminare il codice penale e le leggi pertinenti che garantisca la partecipazione di tutte le parti sociali interessate; fare ricorso alle competenze in materia di criminologia, sociologia, medicina e psichiatria; esaminare e adottare le “best practice” internazionali. Nel fare tutto ciò bisognerà considerare quello che la recente giurisprudenza stabilisce in tema di filosofia della pena e le pene alternative in sostituzione delle sanzioni restrittive della libertà, in particolare per i reati semplici o le sanzioni civili, e per altri reati che non necessariamente richiedono una limitazione della libertà;
- la promozione dell’accesso alla giustizia da parte delle donne, dei bambini, delle persone con disabilità e altri settori che richiedono cure;
- la rapida adozione di una legge che protegga i testimoni, gli informatori e le vittime;
- la necessità di far tesoro dell'esperienza internazionale maturata in materia di protezione dei diritti delle vittime, in particolare con l'aumento del numero di vittime di crimini terroristici;
- che occorre lanciare una road-map di consultazioni comunitarie per costruire un consenso sulla Legge sulla Giustizia di transizione, come stabilito dalla Costituzione;
- la necessità di modificare celermente la legge sul Consiglio Nazionale per i Diritti Umani in virtù del diritto costituzionale, in modo da garantire l'espansione del suo mandato in coerenza con la sua posizione ed autonomia e incoraggiarne l’assunzione di responsabilità, compreso l'aspetto legislativo, il suo ruolo di regolamentazione e mantenimento della sua posizione internazionale di rilievo (Classe A);
- coinvolgere le organizzazioni della società civile nell'attuale dialogo e nelle consultazioni sulla riforma della legislazione penale in quanto le ONG sono in grado di esprimere le preoccupazioni e le aspirazioni della comunità. Ciò fornirà orizzonti più vasti per il successo della riforma e rafforzerà il sostegno nazionale al riconoscimento e al rispetto dei diritti umani come sanciti dalla Costituzione, nonché dagli obblighi internazionali che riguardano l’Egitto, perché sostenere lo stato civile significa andare verso la democrazia;
- occorre assicurare la partecipazione dei media nelle loro diverse forme e canali perché svolgano il loro ruolo essenziale nello sviluppo della discussione comunitaria sul sistema legislativo penale secondo le norme professionali che regolano il dialogo costruttivo, dato che i media contribuiscono a formare l'opinione pubblica ed ad esprimere le tendenze comunitarie, i pareri e gli interessi;
-  il cambiamento della legislazione penale richiede la riabilitazione degli attori chiave del sistema giudiziario attraverso il loro efficientamento da un punto tecnico e finanziario per soddisfare le esigenze dello sviluppo legislativo desiderato. Ciò comporta anche la creazione di capacità degli agenti di applicare la legge e dei dipendenti del servizio pubblico per massimizzare l'impatto dei potenziali sviluppi legislativi e garantire una corretta attuazione;
- la necessità di attuare tutte le disposizioni della legge sui fanciulli per realizzare l'obiettivo di una migliore giustizia nell’interesse della comunità e del bambino. Questo va di pari passo con un maggior ricorso alla giustizia conciliativa per i bambini e mettendo il personale dell’amministrazione penitenziaria, i procuratori e i magistrati in condizioni di occuparsi adeguatamente dei minori coinvolti in dispute legali;

- il miglioramento della legislazione penale richiede anche la mitigazione degli effetti  psicologici sui detenuti attraverso le esperienze internazionali di successo, con la formazione del personale del carcere rispetto a nozioni psichiatriche di base; con il monitoraggio dei detenuti nella fase successiva alla detenzione per quanto riguarda il reinserimento sociale che inizia nella struttura detentiva e con l’aiuto agli  ex detenuti attraverso programmi formativi, educativi e ricreativi;
- rafforzare l'autorevolezza della magistratura come prescritto dalla Costituzione mediante l'istituzione di una polizia giudiziaria professionale che supervisioni il carcere, l’attuazione delle sentenze e il buon funzionamento dell’amministrazione della giustizia e delle agenzie correlate;

- lo scopo principale della pena è la privazione della libertà e non l'umiliazione, l'insulto, la negazione della dignità umana o l'estromissione del condannato, ma piuttosto l'inclusione del reo nella comunità dopo la riabilitazione e il suo cambiamento;
- la necessità di impiego di psichiatri nei programmi di trattamento e riabilitazione dei detenuti in carcere e la ricerca di un equilibrio tra l'attuazione della pena ed il rispetto della dignità umana dei detenuti;

 - occorre che le norme penali siano rispettose delle condizioni delle persone con disabilità in tutte le fasi dell’amministrazione della giustizia in virtù della Costituzione;

- occorre attuare la disposizione costituzionale che prevede l’istituzione della Commissione nazionale antidiscriminazione prevista per contrastare l'estremismo e l'odio attraverso misure preventive prima che crescano e si manifestino in atti di terrorismo che originano dal modo di pensare;

- occorre aprire diversi canali attraverso i quali la società civile possa promuovere la cultura civica volta a contenere le voci dell'odio, dell'estremismo e del terrorismo, o coloro che giustificano e accettano il terrorismo;
- salutano l'annuncio del Presidente del Comitato parlamentare per i Diritti Umani di voler trasmettere i risultati di questo evento alla Camera dei Rappresentanti, al suo Presidente e ai comitati ad hoc. I partecipanti hanno delegato le tre organizzazioni che hanno organizzato il seminario a trasmettere i risultati in una relazione separata alla Camera dei Rappresentanti e alle diverse entità che operano nell’ambito della legislazione. Queste organizzazioni sono state invitate a collaborare con le autorità competenti per tenere nuovi tavoli di dialogo sui temi in oggetto facendo riferimento a quanto maturato sul piano internazionale per quanto riguarda le sfide attuali dell’Egitto.