INDIA: CONDANNA A MORTE COMMUTATA IN UN CASO DI STUPRO E OMICIDIO DI UNA BAMBINA 

26 Settembre 2023 :

L'Alta Corte del Rajasthan, sezione di Jaipur, ha commutato in ergastolo la condanna a morte di un uomo riconosciuto colpevole dello stupro e omicidio di una bambina di quattro anni, ha riportato il sito Verdictum il 16 agosto 2023. 
La Corte ha affermato che il caso non rientra nell'ambito dei casi “più rari tra i rari”, punibili con la pena capitale. 
L’uomo era stato condannato a morte da un giudice del tribunale speciale POCSO, per la protezione dei minorenni dai crimini sessuali. 
I giudici dell’Alta Corte Pankaj Bhandari e Bhuwan Goyal hanno dichiarato: "Considerando le circostanze aggravanti e attenuanti del presente caso e alla luce della sentenza della Corte Suprema, a nostro avviso, questo caso non rientra nella categoria dei "casi più rari tra i rari" e quindi commutiamo la pena di morte in ergastolo, che si estenderà a tutta la vita naturale del ricorrente ma è soggetto a qualsiasi remissione o commutazione su istanza del governo per validi e sufficienti motivi .” 
L’Alta Corte si è basata sulla sentenza della Corte Suprema nel caso Bachan Singh contro Stato del Punjab (1980) 2 SCC 684 in cui viene stabilito che l'ergastolo è la regola e la condanna a morte è un'eccezione. L'avvocato Mahendra Kumar è comparso in difesa dell'accusato, Suresh Kumar.  
G.A. Javed Choudhary era il pubblico ministero e l'avvocato Fahad Hasan rappresentava il denunciante. 
Il padre della bambina scomparsa, di circa quattro anni e mezzo, presentò una denuncia secondo cui la bambina era scomparsa da Aguna Mohalla, presso Azad Chauk, e il cadavere della vittima fu recuperato in seguito da uno stagno. Si è scoperto che la bambina era stata violentata e annegata.  
La polizia arrestò l’imputato sulla base di informazioni ricevute. 
L’Alta Corte ha riconosciuto le seguenti circostanze attenuanti: 
l'età dell'imputato era di 23 anni al momento del crimine; al momento del fatto l'imputato-ricorrente aveva moglie e una bambina di un anno; l'imputato non aveva precedenti penali; l'omicidio non è stato premeditato; il suo comportamento in custodia non è stato poco corretto e quindi non si può dire che costituisca una minaccia per la società.

 

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