IRAN - 19 settembre 2019. Risoluzione del Parlamento europeo sui diritti umani in Iran

15 Novembre 2019 :

Europa-Iran. Il 19 settembre 2019, durante la sessione plenaria di Strasburgo, il Parlamento europeo ha adottato con una maggioranza schiacciante una risoluzione che condanna le violazioni dei diritti umani in Iran. Con 608 voti a favore, 7 contrari, e 46 astensioni, il Parlamento europeo “condanna nei termini più forti la repressione contro le donne che protestano contro l’imposizione dello “hijab”, il velo obbligatorio, e per esercitare i loro diritti alla libertà di espressione, associazione e riunione pacifica”. La Risoluzione inoltre insiste perché le autorità di Teheran rilascino incondizionatamente tutti difensori dei diritti delle donne, così come tutti gli altri difensori dei diritti umani, incarcerati e condannati semplicemente per aver esercitato i loro diritti. La risoluzione loda e sostiene le donne che difendono i diritti umani in Iran e che continuano a difendere le loro cause, nonostante le difficoltà e le ripercussioni personali. I deputati chiedono anche che tutti i doppi cittadini UE-Iraniani – tra cui Nazanin Zaghari-Ratcliffe (Regno Unito), Ahmadreza Djalali (Svezia) e Kamran Ghaderi (Austria) – attualmente detenuti nelle carceri iraniane vengano immediatamente rilasciati, oppure che nei loro confronti venga ripetuto il processo che però rispetti gli standard internazionali. La risoluzione sollecita le autorità iraniane a cooperare senza ulteriori indugi con le ambasciate degli Stati membri dell’UE a Teheran al fine di stabilire un elenco completo delle persone con doppia cittadinanza UE-Iran attualmente detenuti nel paese e di monitorare attentamente ogni singolo caso. I parlamentari europei hanno inoltre esortato le autorità iraniane "a garantire la piena e incondizionata attuazione del Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici (ICCPR), di cui l'Iran è firmatario; esorta l'Iran ad aderire alla Convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne". La risoluzione ha condannato fermamente "l'uso della pena di morte, primo fra tutti, il suo uso contro i minorenni; invita le autorità iraniane a introdurre una moratoria immediata come passo fondamentale verso la sua abolizione ", ed infine invitando il regime iraniano" a cooperare con il relatore speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Iran, anche consentendogli di entrare nel paese". La risoluzione è arrivata a pochi giorni dall’apertura dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York, appuntamento durante il quale è ancora sospeso un possibile incontro tra il Presidente statunitense Trump e il Presidente iraniano Rouhani, dopo l’ennesima apertura al regime iraniano da parte del Presidente francese Macron durante il G7 a Biarritz. Durante la puntata del 22 settembre della trasmissione “Diritto alla Conoscenza” curata da Laura Harth su Radio Radicale, il membro della Presidenza onoraria del Partito Radicale Giulio Terzi di Sant’Agata ha fatto notare come questa decisione del Parlamento europeo deve infatti servire come segnale forte ai Governi europei rispetto alla posizione da prendere nei confronti del regime iraniano durante questa sessione dell’Assemblea Generale. In particolare ha chiesto espressamente al Presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte e il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio di tenere conto di questa espressione della massima istituzione democratica dell’Unione europea che si è espressa in maniera così forte e inequivoca sulle continue violazioni dei principi fondanti delle Nazioni Unite da parte di Teheran. Ancora troppo spesso i Governi nazionali degli Stati membri e le altre istituzioni UE tendono a mantenere una linea di appeasement nei confronti del regime degli Ayatollah, mettendo a rischio non solo i diritti e le vite di milioni di iraniani, ma anche la stabilità nell’intero medio oriente e persino la vita e la libertà di cittadini in Occidente, contro i quali il regime si scatena con sempre meno pudore. Venerdì 27 settembre, l’Ambasciatore Terzi ha espresso gli stessi concetti durante un evento parallelo al Consiglio ONU per i Diritti Umani a Ginevra organizzato dal Partito Radicale. Insieme a Tahar Boumedra, già Direttore dell’Ufficio per i Diritti Umani dell’United Nations Assistance Mission in Iraq (UNAMI), e Alfred-Maurice de Zayas, già esperto indipendente ONU per un ordine internazionale democratico e equo, ha ribadito l’urgenza e l’importanza di una Commissione d’inchiesta indipendente per i crimini commessi dal regime iraniano nel 1988 con un vero e proprio massacro di almeno 30.000 membri dell’opposizione all’interno del paese; un massacro per cui le vittime e i loro familiari attendono ancora la verità – com’è loro diritto sancito dall’ONU -, mentre gli autori continuano impunemente a essere premiati per averli commessi. E’ emerso in particolare come anche le più alte istituzioni ONU – tenute all’indipendenza e ai principi e agli obiettivi delle Carte fondanti dell’organizzazione -, come l’ex Segretario Generale dell’ONU Ban Ki Moon, hanno e continuano a fare pressione sui loro stessi funzionari e esperti indipendenti per non far emergere la verità e per cancellare la questione stessa dai rapporti al fine di “sviluppare relazioni amichevoli con i Governi nazionali”… E’ evidente che sta tornando a pieno regime la ragion di stato anche all’interno delle Nazioni Unite. Forse è utile ricordare che tale politiche – tra realpolitik, appeasement e ragion di stato sovrano – non hanno mai portato la pace e sono stati il fallimento dichiarato del predecessore della stessa ONU. Il Partito Radicale continuerà a richiamare e premere per l’affermazione piena dello Stato di Diritto, contro ogni ragion di stato in contrasto con esso, e a sostenere chiunque – dentro o fuori dalle istituzioni – denunci la violazione e le repressioni dei diritti umani fondamentali.

 

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