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08 Dicembre 2022 :

Condanne a morte contro i manifestanti
Il 5 dicembre, la prima sezione del tribunale rivoluzionario della provincia di Alborz ha condannato a morte cinque persone con l'accusa di Efsad-fil-arz (Corruzione sulla terra). Sono cinque dei 16 coimputati nello stesso caso di un ufficiale dell'IRGC ucciso sulla scena di una protesta sull'autostrada Karaj-Qazvin il 3 novembre. I manifestanti stavano ricordando il 40° giorno dell’uccisione del manifestante Hadis Najafi quando sono stati attaccati dalle forze di sicurezza. Gli altri undici imputati sono stati condannati a lunghe pene detentive. Le prime confessioni forzate relative al caso sono state trasmesse il 6 novembre, prima ancora che iniziasse il processo, e i processi di tutti i 16 imputati, 3 dei quali sono minorenni, si sono svolti nell'arco di tre giorni. È passato appena un mese dall'arresto all'emissione delle condanne a morte.
Il 5 dicembre, nel corso di una riunione del Consiglio supremo della magistratura, il capo della magistratura, Mohseni-Ejei, ha dichiarato che le condanne a morte per accuse legate alla sicurezza contro diversi manifestanti erano state emesse e confermate, e già inviate per l'implementazione.
Mohseni-Ejei, ha inoltre affermato che sono state emesse condanne a morte per gli imputati nel caso di due basiji (paramilitari specializzati nella repressione delle proteste) uccisi a Mashhad, con il caso attualmente davanti alla Corte Suprema per la conferma. La magistratura aveva precedentemente riferito sul processo, indicando Majidreza Rahnavard come principale imputato, accusato di moharebeh (inimicizia contro dio) per aver ucciso 2 agenti basiji e averne feriti quattro con armi bianche (coltelli).
L’agenzia di stampa Fars, controllata dall'IRGC, indica altri otto imputati nel caso, ma non è chiaro quanti di loro siano stati condannati a morte. 

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