IRAN - Rapporto IHR: le Corti Rivoluzionarie

19 Aprile 2020 :

Iran Human Rights, all’interno del suo “Rapporto Annuale sulla Pena di Morte in Iran nel 2019” affronta il tema delle “Corti Rivoluzionarie”. Almeno 55 delle 280 esecuzioni del 2019 derivavano da condanne emesse dalle Corti Rivoluzionarie. Il 12° rapporto annuale sulla pena di morte dell'Iran Human Rights (IHR) e ECPM (vedi NtC 31 marzo 2020) fornisce, tra le altre cose, anche un approfondimento sul tema delle Corti Rivoluzionarie. Esse furono fondate inizialmente nel 1979, assieme al corpo delle Guardie rivoluzionarie (conosciuto anche con il nome persiano pasdaran) subito dopo la presa del potere di Khomeini con l’incarico di processare gli esponenti del precedente regime dello scià Mohammad Reza Pahlavi, il re che aveva governato in maniera autoritaria in Iran dal 1941.
Se le Corti Rivoluzionarie (anche tradotte con Tribunali Rivoluzionari) sono state istituite per decidere quali funzionari del precedente regime andassero epurati o meno, esse continuano ad operare ancora oggi, e sono responsabili della stragrande maggioranza delle condanne a morte emesse ed eseguite negli ultimi 41 anni in Iran.
Le accuse di omicidio “semplice” (ossia senza implicazioni in qualche misura “politiche”) e stupro sono processate dalle Corti Penali “normali”, mentre tutti i casi considerati legati alla sicurezza, che vanno dai processi agli attivisti politici e civili, ai casi di corruzione e di droga, sono trattati dalle Corti Rivoluzionarie.
Le Corti non sono trasparenti e i giudici delle Corti Rivoluzionarie sono noti per un maggiore abuso dei loro poteri legali rispetto ad altri giudici. I giudici della Corte Rivoluzionaria negano sistematicamente l'accesso degli avvocati a persone che sono sottoposte a lunghi “duri” interrogatori. Secondo l'ex Relatore Speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Iran, Ahmed Shaheed, che ha intervistato 133 persone che sono state processate nel paese per un rapporto del 2014 incentrato sul sistema giuridico iraniano, il 45% degli intervistati ha riferito di non essere autorizzato a presentare una difesa; nel 43% dei casi i processi sono durati solo pochi minuti e il 70% degli intervistati ha riferito che le informazioni o le confessioni forzate erano state utilizzate durante il processo, o avevano costituito almeno una parte delle prove presentate dall'accusa. Circa il 65% degli intervistati ha riferito che il giudice ha mostrato segni di parzialità, ad esempio rimproverando o interrogando gli imputati e limitando la loro capacità di parlare e presentare una difesa.
Una risoluzione presentata al Parlamento europeo asserisce che i tribunali iraniani, con regolarità, non garantiscono processi equi, negano l'accesso a consulenti legali, negano visite da parte di rappresentanti dei consolati, delle Nazioni Unite o delle organizzazioni umanitarie, e consentono l'utilizzo come prova delle confessioni ottenute sotto tortura. Non esistono meccanismi indipendenti per un controllo sull’operato della magistratura, e permangono serie preoccupazioni sulla politicizzazione dei giudici, in particolare di quelli che presiedono le Corti Rivoluzionarie.
In una serie di interviste con la rivista quinicinale Hoghogh-e-ma, edita in lingua Farsi da IHR, alcuni importanti avvocati e giuristi iraniani hanno messo in dubbio la costituzionalità delle corti rivoluzionarie e ne hanno chiesto lo scioglimento.
Suddivisione tra Corti “normali” e Corti Rivoluzionarie nelle esecuzioni del 2019.
Come accennato in precedenza, i casi di stupro e omicidio (qisas) rientrano nella giurisdizione dei tribunali penali, mentre i casi di moharebeh (offesa all’Islam/corruzione sulla terra) e le accuse di ribellione, nonché i casi relativi alla droga rientrano nella giurisdizione delle Corti Rivoluzionarie. Dopo l'applicazione delle nuove modifiche alla legge anti-narcotici, il numero di condanne a morte emesse dalle Corti Rivoluzionarie ha mostrato una riduzione significativa (vedi Nessuno tocchi Caino 08/04/2020).
I rapporti IHR dal 2010 mostrano che 3.526 delle 5.486 esecuzioni (64%) negli ultimi sette anni erano basate su condanne a morte emesse dalle Corti Rivoluzionarie.
Le Corti Rivoluzionarie sono note per l'esecuzione sommaria degli oppositori politici o presunti tali durante il primo decennio di fondazione della Repubblica islamica negli anni '80.
Tuttavia, i dati raccolti dall'IHR mostrano che anche nel 4° decennio dopo la rivoluzione islamica le Corti Rivoluzionarie sono state responsabili della maggior parte delle condanne a morte che hanno portato a esecuzioni in Iran.

 

altre news