LIBIA: AMNESTY, A UN ANNO DALLA RIVOLUZIONE GLI ABUSI DELLE MILIZIE CONTINUANO

21 Febbraio 2012 :

in un nuovo rapporto sulla Libia, reso pubblico a un anno dall'inizio della rivolta, Amnesty International ha denunciato che le milizie armate ancora operanti in tutto il paese commettono abusi nella più assoluta impunità, alimentando l'insicurezza e pregiudicando gli sforzi per la ricostruzione delle istituzioni statali.
Il rapporto, intitolato "Le milizie minacciano le speranze di una nuova Libia", documenta gravi e massicci abusi, compresi crimini di guerra, detenzioni illegali e torture, da parte di una moltitudine di milizie nei confronti di sospetti lealisti gheddafiani.
Nei mesi di gennaio e febbraio una delegazione di Amnesty International ha visitato 11 strutture detentive usate da varie milizie nella Libia centrale e occidentale.
In 10 di questi centri, i detenuti hanno denunciato di essere stati torturati e hanno mostrato ad Amnesty International le ferite riportate. Parecchi detenuti hanno riferito che, per far cessare le torture, hanno dovuto confessare stupri, omicidi e altri crimini mai commessi.
Dal settembre 2011, almeno 12 persone detenute dalle milizie sono morte a causa della tortura.
I loro corpi erano ricoperti di ematomi, ferite e tagli e ad alcune di esse erano state strappate le unghie. Persone detenute nella capitale Tripoli e nei suoi dintorni, a Gharyan, Misurata, Sirte e Zawiya hanno raccontato ad Amnesty International di essere state sospese in posizioni contorte, picchiate per ore con fruste, cavi, tubi di plastica, catene, sbarre metalliche e bastoni di legno e di essere state sottoposte a scariche elettriche mediante elettrodi e congegni simili alle pistole taser.
Sono circa 2.400 le persone detenute in centri controllati dal nuovo governo libico, tuttavia le milizie tengono prigioniere diverse migliaia di persone, ha detto Amnesty, per la maggior parte a Tripoli, Misurata e nei loro dintorni.
 

altre news