05 Settembre 2017 :
La Corte Suprema della Florida ha votato 5-2 per confermare la costituzionalità della scelta del governatore Scott di togliere alcuni casi capitali ad una procuratrice contraria alla pena di morte, e riassegnarli ad un procuratore favorevole. Il 16 marzo (vedi) il governatore Rick Scott (bianco, repubblicano) aveva “spostato” il processo contro Markeith Loyd dal 9° Circuito (Orange e Osceola County) al confinante 5° Circuito (Lake County) dopo aver appreso che la neoeletta Procuratrice del 9° Circuito Aramis Ayala non intendeva chiedere la pena di morte per Loyd, accusato, tra le altre cose, di aver ucciso una poliziotta. Ne era nata una polemica in cui poliziotti e politici repubblicani si erano schierati con il governatore, e difensori dei diritti civili e politici democratici si erano schierati con la procuratrice. Un ex giudice aveva invitato la procuratrice a fare ricorso, perché il precedente che un governatore possa spostare a suo piacimento dei processi senza un motivo serio può diventare un pessimo precedente, ad esempio potrebbe aiutarlo a far assolvere compagni di partito eventualmente accusati di corruzione, oppure far condannare avversari politici. Il 3 aprile (vedi) il governatore ha comunicato alla stampa di aver emesso un altro ordine esecutivo per trasferire altri 21 processi capitali, visto che la Ayala ha confermato di non voler chiedere la pena di morte per nessuno. Nel confinante 5° Circuito il procuratore Brad King è più in linea con il governatore. Ayala, 42 anni, nera, Democratica, eletta nella tornata elettorale dello scorso novembre ed entrata in carica a gennaio, ha più volte confermato quanto già aveva preannunciato durante la sua campagna elettorale: per tutta la durata del mandato non chiederà la pena di morte per nessun imputato. Ayala ha detto di aver fatto la sua scelta dopo aver studiato attentamente e scrupolosamente l’argomento, ed essersi convinta che l’uso della pena di morte comporta alti costi sia umani che economici, forti tensioni per tutte le persone coinvolte, processi lunghissimi, e nessun miglioramento per quanto riguarda la prevenzione dei crimini violenti. Non è quindi una scelta positiva né per la giustizia, né per la comunità. Il governatore Scott all’epoca aveva spiegato alla Associated Press: “Sono tutti casi orrendi, e io continuo a pensare alle famiglie delle vittime, ed è questo che ha motivato la mia decisione di oggi”. Scott aveva poi aggiunto: “Il completo rifiuto di Ayala a prendere in considerazione la pena di morte per tutta la durata del suo mandato manda un messaggio inaccettabile che lei non è interessata a prendere in considerazione ogni opzione possibile nella battaglia per la giustizia”. In seguito il governatore, con le stesse modalità, aveva spostato alcuni altri casi, secondo un conteggio effettuato dai media per un totale di 26 casi. Ayala aveva presentato un ricorso davanti alla Corte Suprema, ritenendo che l’autorità politica non avesse il diritto costituzionale di scavalcare così platealmente l’autorità giudiziaria. Oggi la Corte ha risposto che il governatore, che anche in tema di giustizia ha prerogative molto ampie, con le sue disposizioni non ha violato la costituzione, e anzi è stata la procuratrice Ayala, con il suo atteggiamento aprioristico, non ha esercitato il dovere della discrezionalità, e di fatto ha esercitato un potere di veto che non le compete.