27 Dicembre 2018 :
La Corte Suprema della Florida ha emesso sentenze in sette casi di condanna a morte, confermandone cinque, annullandone una e consentendo un limitato test del DNA in un settimo caso. La più importante delle decisioni è arrivata nei casi di Gerald Murray e Steven Taylor, che erano stati processati separatamente per lo stesso omicidio. Entrambe erano stati condannati dopo che le giurie popolari avevano votato non all’unanimità. Ma sin dall’inizio i processi avevano avuto iter diversi, e così le due condanne a morte sono diventate definitive una prima e una dopo il 24 giugno 2002. A causa di questo, oggi una delle condanne è stata annullata, l’altra confermata. Come è noto, attualmente la Florida ha una legge capitale in linea con quella degli altri stati, e prevede che una condanna a morte possa essere emessa solo dopo un voto unanime della giuria popolare. Fino al 2016 però la legge era diversa, e l’unanimità non era obbligatoria. Il 12 gennaio 2016 (vedi), con la sentenza Hurst v. Florida, la Corte Suprema degli USA aveva dichiarato incostituzionale un aspetto apparentemente minore della legge, il fatto che fosse il giudice e non la giuria popolare a stabilire se ricorressero i presupposti per una condanna a morte. In pratica la procedura corretta prevedrebbe tre voti della giuria popolare: uno sul verdetto di innocenza/colpevolezza, uno per stabilire se sono validi i presupposti (aggravanti/attenuanti) per chiedere la pena di morte, e uno per decidere tra pena di morte o ergastolo senza condizionale. Con una serie di sentenze successive (Perry v. State, Hurst v. State, Asay v. State e Mosley v. State) la Corte Suprema di stato aveva preso atto della decisione della Corte superiore, ma aveva posto un discrimine temporale, il 24 giugno 2002. In quella data infatti la Corte Suprema Usa aveva rivolto un primo invito alla Florida (con la sentenza Ring v. Arizona) ad adeguare la propria legislazione a quella degli altri stati, invito che il parlamento nel corso degli anni non aveva adottato. Dopo la serie di sentenze del 2016, lo stato della Florida ha modificato la legislazione, e ora è obbligatoria l’unanimità per emettere una condanna a morte, ma le istanze di annullamento delle condanne a morte emesse in precedenza hanno avuto esiti diversi. Da allora la Corte Suprema di stato ha annullato diverse decine di condanne a morte diventate definitive dopo il 2002 ed emesse senza unanimità della giuria popolare, ma ne ha confermate quasi altrettante, del tutto equivalenti alle altre ma diventate definitive prima del giugno 2002. Nella decisione di oggi, la condanna a morte di Murray è stata annullata perché, dopo due annullamenti, la sua condanna a morte è stata formalizzata in un terzo processo che si è concluso dopo il giugno 2002. La condanna a morte di Taylor invece è stata confermata perché il processo iniziale non è mai stato annullato, e così la sua condanna è diventata definitiva prima della data limite. Gerald Murray, 49 anni, bianco, venne condannato a morte nella Duval County inizialmente il 15 aprile 1994 con un voto 11-1 con l’accusa di aver derubato, violentato e ucciso Alice West, 59 anni, il 15 settembre 1990. Il verdetto di colpevolezza venne annullato nel 1997 ritenendo insufficienti le prove scientifiche contro di lui. La condanna a morte venne riemessa il 19 marzo 1999. Il verdetto di colpevolezza venne di nuovo annullato il 3 ottobre 2002 per standard scientifici non adeguati utilizzati durante il processo, e una nuova condanna a morte venne emessa per la terza volta il 26 giugno 2003 con un voto 12-0. Steven Taylor, anche lui 49 anni, bianco, venne condannato a morte per lo stesso fatto 3 anni prima di Murray: il 9 dicembre 1991 con un voto 10-2 della giuria popolare. Il suo processo non è mai stato annullato, e quindi fa testo la data del 1991, ben antecedente alla data limite del giugno 2002 indicato dalla Corte Suprema della Florida come discrimine. Rimane l’apparente paradosso di due condanne a morte emesse non all’unanimità per lo stesso reato che oggi hanno registrato un esito diametralmente opposto.