Nel 2024
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Convenzione sui Diritti del Fanciullo
Convenzione contro la Tortura ed i Trattamenti e le Punizioni Crudeli, Inumane o Degradanti
Carta Africana sui Diritti Umani
In Mauritania sono considerati reati capitali alto tradimento, omicidio premeditato, tortura e atti di terrorismo, anche se l’ultima esecuzione è avvenuta nel 1987, nei confronti di tre ufficiali dell’esercito condannati a morte per un tentato colpo di Stato.
Nel 1980 è stata introdotta la legge islamica e la pena di morte è stata estesa all’apostasia, l’omosessualità e lo stupro, ma l’applicazione di punizioni severe in base alla Sharia – come le fustigazioni – è stata rara dal 1980.
Nel 2017, come nel 2016, non vi sono state né esecuzioni né nuove condanne a morte in Mauritania dove 90 persone, erano in attesa di esecuzione alla fine dell’anno, secondo Amnesty International.
Le Nazioni Unite
Il 3 novembre 2015, nella sua risposta alle raccomandazioni ricevute nell’ambito della Revisione Periodica Universale da parte del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, la Mauritania ha respinto quelle di stabilire una moratoria sull’uso della pena di morte e ratificare il Secondo Protocollo Opzionale al PIDCP.
Il 16 dicembre 2020, la Mauritania si è di nuovo astenuta sulla Risoluzione per una moratoria delle esecuzioni capitali all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Mohammad Javad Vafa'i Thani, un prigioniero politico simpatizzante dell'Organizzazione dei Mojahedin del Popolo dell'Iran (PMOI/MEK), il 19 luglio 2023 è stato condannato a morte nella Repubblica Islamica.
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