Storia di Ben Crair, Editorialista del

L'esecuzione di Angel Diaz

12 Gennaio 2017 :

STORIA*
di Ben Crair
Editorialista del “The New Republic”

Il 13 dicembre 2006, lo Stato della Florida ha malamente praticato l’iniezione letale ad Angel Diaz. Il gruppo preposto all’esecuzione ha inserito l’ago nelle vene di entrambe le braccia e nei tessuti sottostanti. In seguito sono state necessarie due dosi complete di farmaci letali per giustiziare Diaz, che era stato condannato per omicidio nel 1986 e, un’esecuzione che avrebbe dovuto durare dai 10 ai 15 minuti, ne ha richiesti 34. E’ stata una delle esecuzioni peggio riuscite da quando lo Stato ha introdotto l’iniezione letale negli anni ‘80 e Jeb Bush, all’epoca Governatore della Florida, ha risposto introducendo una moratoria delle esecuzioni.
Altri Stati non hanno prestato alcuna attenzione all’esecuzione di Diaz. Da quando è morto, gli Stati hanno continuato a eseguire malamente le esecuzioni. Un recente studio di Austin Sarat dell’Amherst College ha stimato che almeno il 7% di tutte le esecuzioni è stato visibilmente difettoso. La più controversa è stata quella dello scorso aprile in Oklahoma quando Clayton Lockett, condannato per omicidio e violenza carnale, è stato giustiziato usando un protocollo a tre farmaci come avviene in quasi tutti gli altri Stati. Il gruppo preposto all’esecuzione ha lottato per 51 minuti prima di trovare la vena per l’ago, decidendo alla fine di inserirlo in profondità per raggiungere la vena femorale nell’inguine di Lockett. Ma qualche cosa è andata storta. L’Oklahoma in un primo momento ha detto che la vena era “gonfia”, poi che era “esplosa” e alla fine che è “collassata”, tutti casi che si verificano davvero raramente quando l’ago è inserito correttamente nella spessa vena femorale. Comunque sia, i farmaci hanno saturato i tessuti circostanti invece di scorrere nel sangue. Il direttore del carcere a quel punto ha fermato l’esecuzione e la procedura di iniezione letale è divenuta un’operazione di salvataggio della vita del condannato. Ma per Lockett era troppo tardi. Dieci minuti dopo, e un’ora e quarantasette minuti dopo che Lockett era entrato nella camera della morte, un dottore l’ha dichiarato morto.
Testimoni dell’esecuzione hanno riferito che Lockett si contorceva, digrignava i denti e si è lamentato durante tutta la procedura. Si potrà capire meglio cosa sia effettivamente successo quest’estate, quando l’Oklahoma rilascerà l’autopsia.
Sappiamo però cosa è accaduto ad Angel Diaz, che è morto in circostanze simili. Mentre i dettagli della sua esecuzione erano noti dal 2006, “The New Republic” ha deciso di pubblicare per la prima volta le foto delle lesioni che Diaz ha subito a causa dell’iniezione letale. Ho trovato le foto nel dossier sul caso di Ian Lightbourne, un condannato a morte della Florida il cui avvocato aveva presentato queste immagini come prova del fatto che l’iniezione letale pone un rischio di incostituzionalità in quanto punizione crudele ed inusuale.
Gli Stati hanno introdotto l’iniezione letale affinché la pena di morte sembrasse più serena, come se fosse un’ordinaria procedura medica. “Nessun dolore, nessuno spasmo, nessun odore o suono, solo addormentarsi e poi morire”, ha detto Bill Wiseman, il rappresentante dello Stato dell’Oklahoma che ha dato il primo avvio all’iniezione letale nel 1977. Ma anche allora, Jay Chapman, il capo dei medici legali dell’Oklahoma che ha scritto il protocollo, aveva avvisato, con le parole riportate dal “The Daily Oklahoman” che, “il principale rischio nell’impiego di farmaci per giustiziare i criminali è mancare la vena nel cercare di trovare un percorso intravenoso per i farmaci”. Questo è quello che è successo a Diaz e sembra essere successo anche a Lockett. Quel metodo capitale, che si riteneva fosse meno barbaro dei precedenti, risulta adesso tale da mutilare ancora il corpo umano. Queste foto, scattate da un medico legale della Florida durante l’autopsia del corpo di Diaz, ne sono la prova.
Diaz è morto alle 6:36 p.m. e il medico legale ha iniziato il suo lavoro il giorno successivo. Il suo corpo è arrivato nell’ufficio del medico legale con i vestiti che indossava quando è morto e con gli aghi ancora nelle braccia.
Comunemente si ritiene che un’esecuzione sia difettosa quando al detenuto si fanno più punture nell’arco di un lungo periodo di tempo per cercare un accesso intravenoso. I prigionieri sono spesso sovrappeso, inattivi e con un passato da tossicodipendenti per cui trovare una vena può essere difficile. Nel caso di Diaz, un componente del gruppo preposto all’esecuzione – il cui nome e qualifica non sono mai stati rivelati dalla Florida – non si è sforzato di trovare le vene negli avambracci ma, inconsapevolmente o meno, ha spinto gli aghi in entrambe le vene e nei tessuti sottocutanei, un errore noto in medicina come “infiltrazione”. Di conseguenza, i farmaci sono finiti tra gli strati dei tessuti molli delle braccia di Diaz invece che nel suo sangue.
Questo ha provocato ampie ustioni chimiche. Sul braccio destro, la zona bruciata era tra i 30 ai 38 centimetri, con numerose vesciche (o “bolle” come si dice in medicina) e uno spellamento superficiale. Sul braccio sinistro, la zona ustionata era tra i 28 e 43 centimetri. Le bolle, secondo il rapporto dell’autopsia, erano piene di “un fluido acquoso rosato”. Dal momento in cui è iniziata l’autopsia, il medico legale ha notato che in modo esteso la pelle era scivolata via rivelando lo strato sottocutaneo bianco e rosa.
“Non ho mai visto nulla di simile provocato da un’iniezione intravenosa”, ha detto Jonathan Groner, un professore di chirurgia clinica alla Facoltà di Medicina dell’Università dello Stato dell’Ohio che ha studiato le iniezioni letali, quando gli ho mostrato le foto. Groner ha descritto le ustioni come gravi di secondo grado, ossia bruciature “parziali di spessore profondo”. “Questo è il tipo di lesioni che vediamo quando un bambino cade in un falò o mette il suo braccio sulle fiamme”, ha detto Groner. “Il mio consiglio, quando qualcuno subisce questo da vivo, è un trapianto di pelle per guarire”.
Mk Heath, un anestesista della Columbia University che ha studiato l’iniezione letale e fatto test intensivi sulla procedura, ha definito la pelle grigia sulle braccia di Diaz un “marchio di garanzia di scolorimento da sodio tiopentale”, il primo dei tre farmaci del protocollo usato per uccidere Diaz. Il sodio tiopentale, comunemente noto come Pentotal, deve essere disciolto in una soluzione alcalina caustica prima di essere somministrato. La soluzione si diluisce quando entra nel flusso sanguigno ma può causare bruciature quando s’infiltra nella carne viva o nei tessuti grassi del braccio. Non è chiaro quanto la soluzione tiopentale abbia continuato ad agire sui tessuti molli di Diaz una volta morto. Quello che è certo è che il Pentotal è rimasto nel suo braccio sinistro per più di 30 minuti (e nel suo braccio destro per un tempo inferiore) tra la prima iniezione e il pronunciamento della morte. Tim Westveer, un ispettore del Dipartimento dell’esecuzione legale della Florida ha osservato il corpo di Diaz da una distanza dai due metri e mezzo ai tre metri immediatamente dopo l’esecuzione e ha notato degli arrossamenti lungo le braccia di Diaz che mai aveva visto in precedenti esecuzioni.
L’intento del sodio tiopentale era di rendere inconscio Diaz. Poi, il secondo farmaco, un agente paralizzante chiamato bromuro di pancuronio, avrebbe bloccato il controllo dei muscoli volontari da parte di Diaz. Infine, un terzo farmaco, il cloruro di potassio, avrebbe dovuto fermare il suo cuore. Secondo un rapporto ufficiale dell’esecuzione, un componente il team che ha effettuato l’esecuzione ha notato una maggior resistenza del solito della siringa nel momento in cui si è iniziato ad iniettare il Pentotal nel braccio sinistro di Diaz. La persona è riuscita a completare il dosaggio e poi ha iniziato a somministrare il bromuro di pancuronio attraverso lo stesso ago. La resistenza è divenuta però maggiore al punto che questa persona non riusciva a iniettare altra sostanza. La squadra di esecuzione ha allora cambiato il braccio di Diaz, passando a quello destro, per completare il dosaggio di bromuro di pancuronio e poi è passato al cloruro di potassio. Quando questo non ha bloccato il cuore di Diaz, il gruppo ha somministrato un altro ciclo completo del cocktail di tre farmaci passando, a metà procedura, dal braccio destro a quello sinistro.
I farmaci agiscono a livello sottocutaneo in modo diverso da quanto fanno a livello intravenoso. “Se il sodio tiopentale si infiltra, non provoca l’anestesia”, ha detto Heath. In una precedente esecuzione mal riuscita, il Pentotal accidentalmente somministrato per via sottocutanea non ha reso inconscio il prigioniero: pochi mesi prima dell’esecuzione di Diaz, Joseph Clark, un condannato per omicidio in Ohio, è rimasto sveglio dopo l’iniezione di Pentotal in una vena collassata e il personale preposto all’esecuzione ha dovuto trovare un’altra vena prima di ricominciare a giustiziarlo. Il sodio tiopentale è il farmaco più importante dell’esecuzione dal punto di vista del condannato. Se fallisce, il prigioniero resta sveglio e sente gli effetti di vera e propria tortura degli altri due farmaci. Il secondo farmaco, il bromuro di pancuronio, paralizza il condannato compreso il suo diaframma e i polmoni. In ambiente clinico, i pazienti devono essere attaccati a delle macchine per continuare a respirare. E il bromuro di pancuronio, a differenza del Pentotal, agisce anche se somministrato per via sottocutanea. “Il pancuronio immesso in circolazione è pienamente efficace, e così il prigioniero si ‘blocca chimicamente’ per un periodo di dieci o venti minuti”, ha detto Heath. Il terzo farmaco, il cloruro di potassio, è una sostanza dolorosa se iniettato in via sottocutanea. Per causare il blocco cardiaco, un’abbondante dose deve arrivare al cuore attraverso il sangue delle vene, il che, sappiamo, non è accaduto nel caso di Angel Diaz.
Con ogni probabilità, Diaz è rimasto cosciente quando i farmaci sono stati spinti nelle sue braccia e il bromuro di pancuronio ha cominciato a paralizzarlo. Diaz sarebbe quindi stato bloccato chimicamente, cioè mentalmente consapevole di quanto gli stesse accadendo ma senza che avesse il controllo di alcun muscolo volontario e avrebbe sentito mancargli l’aria poiché il diaframma era chiuso e sarebbe lentamente soffocato. Nel referto dell’autopsia, il medico legale ha rilevato una “distensione venosa giugulare bilaterale”, cioè un rigonfiamento anomalo di entrambe le vene giugulari del collo di Diaz il che potrebbe essere un segno della sua lotta per respirare.
Chi ha assistito all’esecuzione ha detto che Diaz si è mosso durante tutta la procedura, il che fa pensare che fosse conscio e che cercasse di superare l’insorgere della paralisi. Chris Tisch, un giornalista del “St. Petersburg Times” che ha assistito all’esecuzione, ha scritto che Diaz ha subito iniziato a fare delle smorfie e all’inizio sembrava che volesse parlare (le sue parole non erano udibili dai testimoni perché una finestra di vetro separava la camera della morte dalla sala in cui si trovavano). Ha ripetutamente socchiuso gli occhi e sollevato il mento. Dieci minuti dopo l’inizio dell’esecuzione, all’incirca nel momento in cui avrebbe dovuto morire, ha girato la testa a destra e ha iniziato a tossire. A sedici minuti dall’esecuzione, muoveva ancora la bocca e il mento. A ventidue minuti, sembrava avesse smesso di muoversi, ma due minuti dopo il suo corpo ha avuto una “scossa”, secondo Tisch, e i suoi occhi si sono spalancati. Alle sei e trentaquattro, un dottore ha controllato se Diaz era vivo. Il medico ha lasciato la sala dell’esecuzione, per tornarvi un minuto dopo a controllare di nuovo e alle 6.36 una persona del team ha dichiarato morto Diaz.
Tisch ha scritto nei suoi appunti che per diversi minuti la bocca di Diaz “annaspava come un pesce fuor d’acqua”, segno che si sforzava di respirare. Ron Word, un reporter dell’Associated Press, ha assistito anche lui all’esecuzione ed ha in seguito scritto: “Sembrava che Angel Nieves Diaz non morisse mai”.
Il Dipartimento delle Prigioni della Florida inizialmente ha detto che l’esecuzione di Diaz ha richiesto più tempo di quanto previsto perché aveva dei problemi al fegato che hanno rallentato l’effetto dei farmaci. Ma l’autopsia ha dimostrato che il fegato era sano e i medici hanno detto che anche se Diaz avesse avuto problemi di fegato, tali problemi avrebbero accelerato la sua morte invece di rallentarla.
Due giorni dopo la morte di Diaz, il Governatore Bush ha introdotto una moratoria su tutte le esecuzioni della Florida e ha istituito un gruppo di esperti per riesaminare e rivedere il protocollo dell’iniezione letale dello Stato. Questa commissione, che includeva medici e politici, ha rilevato che il team che ha condotto l’esecuzione non aveva un’adeguata formazione e che non ha seguito correttamente il protocollo. Tuttavia, ha detto che “è impossibile per la Commissione giungere a una conclusione sul fatto che il detenuto Angel Diaz avesse sofferto”. Il gruppo ha fatto delle raccomandazioni per migliorare la preparazione del team dell’esecuzione, per rafforzare la struttura di comando, migliorare la documentazione e monitorare con maggior attenzione le condizioni del prigioniero. Ha anche raccomandato al Dipartimento delle Prigioni della Florida di analizzare su base continuativa altre sostanze chimiche che più di recente sono state sviluppate per il loro utilizzo nel protocollo dell’iniezione letale con particolare riferimento alla necessità di un farmaco paralizzante come il bromuro di pancuronio, nel tentativo di rendere l’esecuzione tramite iniezione letale meno problematica. Nel 2008, il nuovo Governatore della Florida, Charlie Crist, ha abbandonato la moratoria sulla pena di morte. In una dichiarazione, il Dipartimento delle Prigioni ha fatto notare di aver aggiornato il protocollo dell’esecuzione dopo il caso Diaz. “Eseguire una sentenza di un tribunale in un caso capitale è il più solenne dei doveri del Dipartimento delle Prigioni della Florida e il Dipartimento resta impegnato nel cercare di fare tutto il possibile per assicurare una procedura dell’iniezione letale umana e dignitosa”, è riportato in una dichiarazione.
A seguito di una carenza su scala nazionale di sodio tiopentale, in Florida, nel 2013, il primo farmaco del cocktail a tre farmaci è stato sostituito con il Midazolam. A differenza del Pentotal, che è utilizzato in ambito clinico per anestetizzare i pazienti prima di un intervento chirurgico, i medici utilizzano in genere il Midazolam come sedativo per calmare pazienti o per provocare l’amnesia dell’intervento chirurgico. Lo scorso ottobre, la Florida ha giustiziato il suo primo prigioniero, di nome William Happ, condannato per omicidio e stupro, con il Midazolam. Il giornalista dell’Associated Press che ha assistito all’esecuzione ha scritto: “E’ sembrato che Happ sia rimasto cosciente più a lungo e ha fatto più movimenti con il corpo dopo aver perso conoscenza rispetto ad altre persone giustiziate di recente con l’iniezione letale secondo la vecchia formula”.
Anche l’Oklahoma ha giustiziato Clayton Lockett con il Midazolam come primo farmaco, anche se il dosaggio era solo un quinto di quello utilizzato in Florida per Happ. Dopo il pasticcio, l’Oklahoma ha detto che Lockett era morto per un attacco di cuore. Il cloruro di potassio potrebbe aver bloccato il cuore, anche se questo è improbabile quando il farmaco, come nel suo caso, non entra nel circolo sanguigno. L’arresto cardiaco avrebbe potuto essere causato da qualcos’altro, come dall’aria entrata nella vena. Potrebbe anche essere solo una dichiarazione sbagliata, così come lo era la relazione della Florida in merito ai “problemi al fegato” di Angel Diaz, rilasciata subito dopo la sua esecuzione.
Dopo la sua morte, il corpo di Lockett è stato trasferito all’ufficio del medico legale dello Stato per l’autopsia; poi è stato mandato a Dallas per una seconda autopsia da parte di un patologo forense indipendente. I risultati di queste autopsie non sono ancora stati rilasciati. A differenza di Bush, che ha nominato un comitato indipendente per riesaminare l’esecuzione di Diaz, il Governatore dell’Oklahoma Mary Fallin si è limitata ad ordinare a Michael Thompson, il commissario dello Stato per la pubblica sicurezza, di investigare sull’esecuzione di Lockett e di raccomandare modifiche al protocollo d’iniezione letale.
E’ importante notare che un’esecuzione mal riuscita, non necessariamente provoca danni fisici. Una delle principali preoccupazioni rispetto all’iniezione letale è l’integrità dei farmaci, soprattutto da quando la carenza di sodio tiopentale ha indotto gli Stati a ricorrere a sostituti non testati. Anche se i farmaci sono somministrati perfettamente attraverso una flebo, il prigioniero potrebbe ancora soffrire se il primo farmaco non lo anestetizza completamente. “E’ cosa invidiabile una morte tranquilla per iniezione letale”, ha scritto il giudice della Corte Suprema Antonin Scalia nel 1994, mettendo a confronto le morti dei prigionieri giustiziati con le morti violente delle loro vittime. In alcuni casi, però, è la tranquillità dell’iniezione letale a tre farmaci, come la morte inflitta dal farmaco paralizzante che potrebbe aver soffocato Angel Diaz, a essere più crudele.

* Questa storia è stata pubblicata sul The New Republic il 29 maggio 2014