27 Maggio 2017 :
- Nel 1994 e nel 1995, la Pasqua è divenuta per due anni di seguito l´occasione per riunire a Roma centinaia di sindaci delle città di molti paesi e gli abolizionisti. Si è marciato dal Campidoglio a San Pietro, passando per il Quirinale dove il corteo è stato accolto dal Presidente della Repubblica, per chiedere anche alla Chiesa Cattolica e al Papa di levare la sua voce contro la pena di morte. Proprio in quei giorni del ´95 Giovanni Paolo II ha pronunciato, con l´Enciclica Evangelium Vitae, un "no" netto alla pena di morte. Sulla base dell´Evangelium Vitae è stato riscritto il Nuovo Catechismo che ancora la considerava legittima.
- Il 25 dicembre ´98, Nessuno tocchi Caino ha organizzato la Marcia di Natale da Campo de´ Fiori a S. Pietro. Cinquemila persone, i rappresentanti delle città italiane ed europee con i loro gonfaloni, i rappresentanti delle associazioni laiche e religiose, gli esponenti di tutti i partiti e cittadini di ogni confessione hanno chiesto al Papa e al Segretario dell´Onu di fare proprio l´appello a favore di una moratoria delle esecuzioni. Il Papa, durante la benedizione Urbi et Orbi ha chiesto ai Paesi che ancora la praticano di bandire la pena di morte. Il messaggio è stato ascoltato in mondovisione in 45 Paesi e attraverso la stampa e la televisione raggiunto molti altri Paesi.
- L’ 8 aprile 2007, Nessuno tocchi Caino, insieme al Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito, con il patrocinio della Regione Lazio, del Comune di Roma e dell' Anci, ha promosso con Radicali Italiani, la Comunità di Sant’Egidio ed il sostegno di 16 Ministri del Governo Prodi, la Marcia di Pasqua per la moratoria Onu delle esecuzioni capitali. La Marcia che ha visto la partecipazione di migliaia di persone è partita da Piazza del Campidoglio e si è conclusa, dopo aver percorso le strade del centro storico di Roma, in piazza San Pietro nel momento in cui Papa Benedetto XVI, impartiva la benedizione Urbi et Orbi. Tra gli obiettivi della Marcia, quello di chiedere al Governo italiano di presentare una risoluzione all'Assemblea generale dell'Onu in corso per la moratoria universale delle esecuzioni capitali. A sostegno della mobilitazione, il leader radicale Marco Pannella era in sciopero della fame dal 21 marzo.