AMNESTY INTERNATIONAL: NEL 2020 ESECUZIONI NEL MONDO DIMINUITE DI UN QUARTO RISPETTO ALL’ANNO PRECEDENTE

21 Aprile 2021 :

Il numero di esecuzioni registrate da Amnesty International nel 2020 è diminuito di un quarto rispetto all'anno precedente - uno dei dati contenuti nel Rapporto annuale sulla pena capitale nel mondo, pubblicato il 21 aprile 2021.
Il Rapporto di 63 pagine di Amnesty - Condanne a morte ed esecuzioni 2020 - registra 483 esecuzioni in 18 paesi durante il 2020. Questa cifra, sebbene rappresenti ancora una perdita di vite scioccante, con molti giustiziati dopo processi gravemente iniqui, rappresenta una diminuzione del 26% rispetto alle 657 esecuzioni del 2019 e un calo del 70% dal picco delle 1.634 esecuzioni nel 2015.
Il Rapporto mostra che il calo delle esecuzioni dello scorso anno è dovuto alla riduzione delle esecuzioni in alcuni paesi "mantenitori" che usano abitualmente la pena capitale e, in misura minore, a causa di interruzioni delle esecuzioni a causa della pandemia di coronavirus.
Le esecuzioni registrate in Arabia Saudita sono diminuite dell’85% (27 contro le 184 del 2019), quelle in Iraq di oltre la metà (45 contro 100) mentre nessuna esecuzione ha avuto luogo in Bahrein, Bielorussia, Giappone, Pakistan, Singapore e Sudan, a differenza del 2019.
Per quanto riguarda la Cina, questo paese considera i dati sulle condanne a morte e sulle esecuzioni come segreti di stato e impedisce il monitoraggio indipendente. Pertanto, il Rapporto di Amnesty International, che elenca le esecuzioni a essa note, non fornisce il numero della Cina. Si ritiene, tuttavia, che questo stato ogni anno metta a morte migliaia di prigionieri, collocandosi dunque stabilmente al primo posto. Seguono Iran (almeno 246 esecuzioni), Egitto (almeno 107), Iraq (almeno 45), Arabia Saudita (almeno 27), USA (17), Somalia (almeno11), Yemen (almeno 5), India (4), Oman (4), Botswana (3), Sud Sudan (almeno 2), Sudan (almeno 2), Bangladesh (2), Qatar (1); Taiwan (1), Nord Korea: numero sconosciuto; Siria: numero sconosciuto; Vietnam: numero sconosciuto.
Iran, Egitto, Iraq e Arabia Saudita si sono resi responsabili dell’88% delle esecuzioni note nel 2020.
L’Egitto ha triplicato le esecuzioni rispetto all’anno precedente. Almeno 23 delle esecuzioni hanno riguardato casi di violenza politica e sono state precedute da processi clamorosamente irregolari, basati su “confessioni” forzate e altre gravi violazioni dei diritti umani come la tortura e le sparizioni forzate. Tra ottobre e novembre sono stati messi a morte in Egitto almeno 57 prigionieri, 53 uomini e quattro donne.
Sebbene il numero delle esecuzioni in Iran abbia continuato a essere inferiore rispetto agli anni precedenti, nel 2020 la pena di morte è stata usata più frequentemente come arma di repressione politica contro dissidenti, manifestanti e appartenenti alle minoranze etniche, in violazione del diritto internazionale.
Negli Usa, l’amministrazione Trump ha ripristinato le esecuzioni federali dopo 17 anni mettendo a morte 10 condannati in meno di sei mesi.
Le norme internazionali che vietano l’uso della pena di morte per reati diversi dall’omicidio volontario sono state violate anche da diversi stati della regione Asia-Pacifico: condanne a morte sono state emesse per reati di droga in Cina, Indonesia, Laos, Malesia, Singapore, Sri Lanka, Thailandia e Vietnam, per corruzione in Cina e Vietnam, per blasfemia in Pakistan. In Bangladesh e Pakistan condanne a morte sono state emesse da tribunali speciali che seguono solitamente procedure diverse rispetto ai tribunali ordinari.
A livello globale, il numero delle condanne a morte note, almeno 1477, è diminuito del 36 per cento rispetto al 2019. Amnesty International ha registrato tale calo in 30 dei 54 stati dove sono state emesse condanne alla pena capitale, in diversi casi a causa di ritardi e rinvii nei procedimenti giudiziari a causa della pandemia da Covid-19.
Hanno fatto eccezione l’Indonesia, con un aumento del 46% rispetto alle condanne del 2019 (117 contro 80) e lo Zambia (119 condanne contro 101), che ha segnato il record nell’Africa subsahariana.
Nel 2020 il Ciad e il Colorado (negli Usa) hanno abolito la pena di morte, il Kazakhistan si è impegnato ad abolirla ai sensi del diritto internazionale e nelle Barbados è stata cancellata l’obbligatorietà della condanna alla pena capitale.
Secondo dati aggiornati ad aprile del 2021, 108 stati hanno abolito la pena di morte per tutti i reati e 144 l’hanno abolita per legge o nella pratica.

 

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