CALIFORNIA (USA): SODIO TIOPENTALE DALLA GRAN BRETAGNA

09 Dicembre 2010 :

il California Department of Corrections and Rehabilitation ha, in parte, ottemperato ad un ordine di un giudice, ed ha reso nota la fonte del Sodio Tiopentale recentemente acquistato. 7 giorni fa un giudice aveva dato allo Stato una settimana di tempo per ottemperare ad una richiesta di informazioni avanzata dalla sezione californiana della American Civil Liberties Union. Il termine scadeva oggi, ma secondo uno degli avvocati della ACLU, Natasha Minsker, il Dipartimento non ha risposto formalmente alla ACLU, ma ha divulgato alla stampa le informazioni richieste, che però la ACLU considera ancora incomplete.
In una intervista al quotidiano Sacramento Bee, la portavoce del Dipartimento, Terry Thornton, ha detto che il Dipartimento ha acquistato un primo stock di 12 grammi di Sodio Tiopentale il 30 settembre in Arizona (stock non oggetto dell’azione legale in corso) ed un secondo stock di 521 grammi dalla Gran Bretagna, fabbricato dalla ditta Archimedes Pharma, e costato 36.415 dollari. La California usa una dose di 6 grammi per ogni esecuzione. Questo secondo stock, oggetto dell’azione legale, non è stato ancora consegnato al Dipartimento, e al momento si trova nei magazzini doganali nella zona di New York in attesa del nulla osta della U.S. Food and Drug Administration.
La spedizione dalla Gran Bretagna, ha specificato la portavoce del Dipartimento, aveva comunque l’autorizzazione preventiva sia della U.S. Food and Drug Administration che dell’agenzia delle dogane, la U.S. Customs.
La portavoce si è detta certa che fin qui siano state seguite tutte le procedure adeguate.
La Archimedes Pharma da parte sua, in un comunicato, ha sostenuto di non esportare sodio tiopentale negli Usa, ma di non avere notizie sugli acquirenti e utilizzatori finali dei propri prodotti. L’ordinativo è stato fatto il mese scorso, prima della restrizione alle esportazioni decisa la scorse settimana dal governo britannico per “opposizione morale alla pena di morte”.
Secondo la avvocato Minsker della ACLU rimangono aperte ancora molte questioni circa la regolarità di una esecuzione realizzata con farmaci di provenienza estera, che potrebbero funzionare in maniera ben diversa da quelli che erano stati calcolati per il protocollo originario.
 

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