INDIA: UNA CONDANNA A MORTE ANNULLATA E CINQUE COMMUTATE NEL TAMIL NADU

23 Giugno 2020 :

L'alta corte di Madras il 22 giugno 2020 ha assolto un uomo che era stato condannato a morte per l’uccisione del suo genero Dalit, commutando inoltre le condanne a morte emesse contro altre cinque persone nello stesso caso.
Il crimine provocò grande indignazione pubblica nello stato di Tamil Nadu, oltre quattro anni fa.
I giudici dell’alta corte M Sathyanarayanan e M Nirmal Kumar hanno assolto B Chinnaswamy, padre di una ragazza di nome Kausalya e membro dell’importante casta Thevar, e lo hanno sollevato da ogni accusa, inclusa la cospirazione criminale.
La corte ha commutato le condanne capitali di altri cinque imputati in ergastolo senza possibile liberazione per un minimo di 25 anni.
Il marito di Kausalya, il 22enne Shankar, fu assassinato di fronte a lei a Udumlapet nel distretto di Tirupur il 13 marzo 2016, un crimine che fu ripreso da telecamere a circuito chiuso (CCTV).
Kausalya, che allora aveva 19 anni, subì gravi ferite nell'aggressione.
I due giovani si erano innamorati mentre studiavano in un college di ingegneria a Pollachi e si erano sposati contro la volontà della famiglia di Kausalya nel 2015.
Nel dicembre 2017, il tribunale del distretto di Tirupur condannò a morte sei imputati, tra cui Chinnaswamy, che fu accusato di essere la mente dietro l’omicidio. Degli 11 accusati nel caso, tre persone - la madre di Kausalya, lo zio materno e un minorenne – furono prosciolti da ogni accusa. Altri due imputati ricevettero pene minori.
Chinnaswamy e gli altri cinque condannati a morte presentarono appello presso l’Alta Corte.
I cinque uomini condannati in appello a 25 anni di prigione sarebbero stati assunti per uccidere Shankar, secondo un resoconto comparso su The News Minute.
L'avvocato di Chinnaswamy, ARL Sundaresan, ha dichiarato al sito web che l'accusa non è stata in grado di provare alcuna cospirazione tra Chinnaswamy e il gruppo. In una dichiarazione affidata ai social media, Kausalya ha condannato il verdetto e ha affermato che continuerà a lottare per la giustizia. "Combatterò fino a quando il mio Shankar non avrà ottenuto giustizia", ​​ha detto.

 

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