IRAN - Aumenta la pressione su Narges Mohammadi, importante difensore dei diritti detenuta in Iran.

06 Maggio 2020 :

Aumenta la pressione su Narges Mohammadi, importante difensore dei diritti detenuta in Iran. Gli agenti dell'intelligence della Repubblica islamica hanno rafforzato le restrizioni sulla signora Narges Mohammadi, all’inizio del suo sesto anno di carcere. In una lettera dalla remota prigione di Zanjan, dove è stata trasferita l’anno scorso, dice che la lontananza dalla sua città le rende difficile ricevere cure per la sua grave malattia, e che non le è più permesso di ricevere libri. Nella lettera Mohammadi parla delle sue compagne di detenzione, “portate in carcere dalla povertà, dalla corruzione, dalla tirannia e dalle leggi patriarcali". Il "dono" che ho ricevuto per il mio sesto anno di prigione, afferma la signora Mohammadi, è la compagnia delle vittime il cui destino "fa dolere le mie ossa... una madre devastata dall’attesa di un bambino affamato che aveva rubato una busta di patatine, e una prostituta che vendeva il suo corpo per evitare di dormire per strada di notte." Il dono, ha aggiunto Mohammadi, le ha anche fatto capire che "negare alle donne il diritto al divorzio le porta alla forca e alla fossa delle pietre". Un Tribunale Rivoluzionario ha condannato la Mohammadi, 48 anni, a sedici anni di carcere con l'accusa di "attività di propaganda contro il regime", "campagne per l'abolizione della pena di morte" e "cospirazione per commettere crimini contro la sicurezza del paese." In una recente lettera al fratello, la Mohammadi ha lamentato di non essere stata inserita tra le persone scarcerate dalla magistratura per contrastare il coronavirus nelle carceri (vedi NtC 30/03/2020). Anche Amnesty International si è interessata al caso: "Dopo anni di prigionia, la salute di Narges sta venendo meno. Soffre di un coagulo di sangue nei polmoni e di un disturbo neurologico, il che significa che è a rischio se contrae COVID-19".

 

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