06 Agosto 2025 :
05/08/2025 - IRAN. Coppia britannica arrestata per spionaggio rimane in isolamento nelle prigioni di Teheran
Craig Foreman e Lindsay Foreman, due cittadini britannici arrestati con l'accusa di “spionaggio”, sono attualmente detenuti nella prigione “Greater Tehran” di Teheran e nella prigione di Qarchak a Varamin.
Secondo il figlio della signora Foreman, alla coppia è stato negato qualsiasi contatto con la famiglia sin dal momento dell'arresto.
Joe Bennet, figlio della signora Foreman, ha dichiarato all'AFP che domenica 3 agosto il Ministero degli Esteri britannico ha informato la famiglia che sua madre e il suo patrigno erano stati trasferiti nelle due prigioni. Ha sottolineato che la totale mancanza di comunicazioni ha acuito le preoccupazioni della famiglia per la loro incolumità e le condizioni di detenzione. Bennet ha chiesto alle autorità iraniane di consentire alla coppia di contattare i propri cari.
L'arresto è avvenuto a Kerman ed è stato effettuato da agenti dell'Organizzazione di intelligence dell'IRGC. Un portavoce della magistratura iraniana aveva precedentemente annunciato che i due erano stati arrestati con l'accusa di spionaggio. Dopo il loro arresto iniziale, sono stati trasferiti nella prigione di Evin.
Asghar Jahangir, un alto funzionario giudiziario, ha successivamente affermato che i detenuti erano entrati in Iran con il pretesto di un viaggio turistico e, presentandosi come ricercatori, avevano raccolto informazioni in diverse province.
In precedenza, il 13 febbraio 2025, la Procura Pubblica e Rivoluzionaria di Kerman aveva annunciato che Hugo Shorter, ambasciatore britannico in Iran, aveva incontrato i detenuti presso la sede della procura.
La coppia, entrambi sulla cinquantina, era entrata in Iran nell'ambito di un giro del mondo in motocicletta e aveva programmato di proseguire il viaggio verso il Pakistan dopo un breve soggiorno.
Negli ultimi anni, le autorità iraniane hanno arrestato diversi cittadini stranieri con l'accusa di spionaggio o quella ancora più vaga di "collaborazione con governi ostili". Sebbene alcuni siano stati rilasciati a seguito di negoziati politici, le organizzazioni per i diritti umani e diversi governi occidentali hanno accusato l'Iran di utilizzare tali arresti come mezzo di pressione politica. Tale pratica è ormai comunemente definita sui media internazionali come “diplomazia degli ostaggi”. Le autorità iraniane negano la strumentalità degli arresti degli stranieri occidentali.