IRAN - Esperto delle Nazioni Unite: l'Iran ha 90 minorenni nel braccio della morte

25 Ottobre 2019 :

Esperto delle Nazioni Unite: l'Iran continua a giustiziare minorenni, ne ha 90 nel braccio della morte ---- Javaid Rehman afferma che 7 minori sono stati messi a morte l'anno scorso e due finora quest'anno, anche se la legge sui diritti umani proibisce la pena di morte per chiunque sia minorenne. Javaid Rehman ha anche detto al Comitato per i Diritti Umani dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite di avere "informazioni credibili", che ci siano almeno 90 persone attualmente nel braccio della morte in Iran che erano minorenni al momento del reato. Rehman, "Special Rapporteur" delle Nazioni Unite sui diritti umani in Iran, ha espresso profonda preoccupazione per l'uso complessivo della pena di morte nella Repubblica islamica, affermando che il suo tasso di esecuzione "rimane uno dei più alti al mondo" anche dopo un calo registrato recentemente. Le esecuzioni infatti sono state le 507 nel 2017, e 253 nel 2018. Finora nel 2019, ha affermato, "stime prudenti indicano che sono state eseguite almeno 173 esecuzioni". Ha accolto con favore un emendamento a una legge antidroga iraniana nel 2017 che ha portato alla riduzione delle esecuzioni nel 2018, ma ha affermato che "c'è ancora molto lavoro da fare". Ha anche affermato sentirsi incoraggiato dal miglioramento del dialogo tra le autorità iraniane e l'Ufficio dell'Alto Commissario per i Diritti Umani "sull'amministrazione della giustizia e sulle esecuzioni di minori." Per quanto riguarda la situazione generale dei diritti umani in Iran nell'ultimo anno, Rehman ha citato una serie di fattori negativi, tra cui una situazione economica in declino che, ha affermato, viene "aggravata dall'impatto delle sanzioni, con gravi conseguenze per la realizzazione di diritti sociali". Gli Stati Uniti hanno aumentato le sanzioni contro l'Iran da quando il presidente Donald Trump si è ritirato l'anno scorso dall'accordo tra potenze mondiali e Iran del 2015 sul nucleare. L'amministrazione americana sostiene, in parte supportata dall’osservatorio sulle attività nucleari delle Nazioni Unite, che l'Iran non stia rispettando l'accordo, e sta sollecitando anche altri paesi a intensificare la pressione su Teheran. In tale contesto economico, ha affermato Rehman, coloro che chiedono il rispetto dei diritti umani "sono stati intimiditi, attaccati, arrestati e detenuti". "Tra settembre 2018 e luglio 2019, almeno otto importanti avvocati sono stati arrestati per aver difeso prigionieri politici e difensori dei diritti umani, molti dei quali hanno ricevuto lunghe condanne". Inoltre, ha affermato Rehman, i manifestanti che chiedono una migliore protezione dei diritti dei lavoratori presso lo zuccherificio Haft Tappeh sono stati arrestati con accuse di attentare alla sicurezza nazionale. Sette di loro sono stati recentemente condannati a pene tra i sei e i 19 anni, sebbene il capo della magistratura abbia ordinato una revisione delle condanne. Rehman, un britannico di origine pachistana, professore di diritto islamico, ha affermato che i giornalisti che hanno denunciato la protesta di Haft Tappeh e altre questioni relative ai diritti dei lavoratori sono stati arrestati e detenuti. Almeno 32 persone sono state arrestate da gennaio 2018 per aver protestato contro le leggi sul velo obbligatorio, la maggior parte delle quali donne che in molti casi hanno subito pene più severe rispetto alle loro controparti maschili. Ha detto che persone che lavorano nel campo dell’arte e della cultura "sono state ripetutamente oggetto di arresti e detenzioni per il loro lavoro". Rehman ha affermato che le minoranze etniche e religiose sono rappresentate in modo sproporzionato sia tra le persone giustiziate per motivi di “sicurezza nazionale”, sia, nel complesso, tra i detenuti per motivi politici. "Sono soggetti a arresti arbitrari e detenzione per la loro partecipazione a una serie di attività pacifiche come la difesa dell'uso delle lingue minoritarie, l'organizzazione o la partecipazione a proteste pacifiche e l'affiliazione con i partiti dell'opposizione". Nella costituzione dell'Iran sono riconosciute solo 3 minoranze religiose: cristiani, ebrei e zoroastriani, ha affermato Rehman. Ha esortato a modificare la costituzione per consentire a tutte le minoranze religiose e coloro che non detengono alcuna credenza religiosa "di godere pienamente dei loro diritti".

 

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