IRAN: GIORNALISTA CONDANNATO A MORTE PER I SUOI SCRITTI SUI SOCIAL MEDIA

Ruhollah Zam

01 Luglio 2020 :

Il giornalista Ruhollah Zam è stato condannato a morte in Iran per i suoi scritti sui social media, ha reso noto il 30 giugno 2020 il portavoce della magistratura Gholamhossein Esmaili.
Zam viveva e lavorava in esilio a Parigi e la dinamica della sua cattura non è chiara. Pare che qualcuno, manovrato dall’intelligence iraniana, lo abbia convinto a fare un viaggio in Iraq, dove, nell’ottobre 2019, è stato rapito e portato nel confinante Iran. Le autorità francesi hanno "fortemente condannato" la vicenda.
Esmaili ha affermato che la Corte Rivoluzionaria lo ha condannato per 13 capi di imputazione, incluso lo spionaggio a favore di Francia e Israele, reato che per il codice penale iraniano è “corruzione sulla terra" e prevede la condanna a morte. Durante il processo il 46enne Zam ha respinto tutte le accuse.
Il sito Web di Zam, AmadNews e un canale che aveva creato sulla popolare app di messaggistica Telegram pubblicavano informazioni imbarazzanti sui dirigenti iraniani e notizie che, secondo l’accusa, servivano a coordinare le azioni violente dei dimostranti durante le proteste del 2017.
Le proteste del 2017 hanno rappresentato la più grande sfida per l'Iran dopo i disordini di massa seguiti alle elezioni del 2009, proteste che hanno posto le basi per le rivolte del novembre 2019.
Nel 2017 vennero arrestate migliaia di persone, e la polizia fece almeno 25 vittime. Dopo il processo, con una prassi non rara, Zam è stato fatto comparire in tv in una registrazione in cui ammetteva le sue colpe e chiedeva di essere perdonato.

 

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