IRAN - IHR segnala probabili torture su Ali Younesi e Amir Hossein Moradi, due giovanissimi studenti iraniani d’eccezione.

07 Maggio 2020 :

06/05/2020

IRAN

IHR segnala probabili torture su Ali Younesi e Amir Hossein Moradi, due giovanissimi studenti iraniani d’eccezione.
Il portavoce della magistratura della Repubblica islamica dell'Iran martedì 5 maggio ha accusato Ali Younesi e Amir Hossein Moradi, arrestati il 10 aprile, di avere legami con un gruppo di opposizione, Mojahedin Khalq Organization (MEK), e di essere in possesso di "ordigni esplosivi". L'accusa potrebbe comportare una severa punizione per i due studenti d'élite della Sharif University of Technology.
Considerata la lunga tradizione della Repubblica islamica di ottenere false confessioni sotto tortura, Iran Human Rights (IHR) lancia un allarme sia sul loro destino, sia sulla possibilità di una nuova ondata di arresti volti a intimorire il popolo per controllare la crisi durante e dopo l'epidemia di COVID-19.
Riferendosi alla pandemia di Coronavirus, Gholam-Hossein Esmaili, il noto portavoce della magistratura, ha accusato i due studenti stavano "progettando di creare una situazione catastrofica durante la pandemia, progetto interrotto dalle forze di sicurezza".
Mahmoud Amiry-Moghaddam, direttore di Iran Human Rights, ha dichiarato: "La magistratura della Repubblica islamica ha una lunga storia di false accuse. Il capo della magistratura stesso è accusato di crimini contro l'umanità. Le accuse contro Ali Younesi e Amir Hossein Moradi non hanno basi credibili: siamo preoccupati che queste invenzioni stiano preparando il terreno per una repressione diffusa e brutale di tutti gli oppositori delle autorità iraniane, in particolare il movimento studentesco, e prefigurano una catastrofe dei diritti umani nei mesi post-Coronavirus. La comunità internazionale, e la società civile all'interno dell'Iran, deve lavorare per prevenire una potenziale catastrofe difendendo i diritti di questi due studenti".
Ali Younesi, studente di ingegneria informatica presso la Sharif University of Technology, e Amir Hossein Moradi, studente di fisica all'università, sono stati arrestati dal servizio di intelligence della Guardia Rivoluzionaria il 10 aprile 2020.
Il fratello di Ali Younesi, Reza Younesi, aveva precedentemente affermato che suo fratello e Moradi erano stati "picchiati al momento dell’arresto". Ha aggiunto che "Ali è stato portato a casa da 12 agenti in borghese. Gli agenti lo avevano duramente percosso, aveva sangue sul viso e ferite alla testa. Gli agenti hanno saccheggiato tutta la casa, e hanno preso tutti i telefoni cellulari, i computer e l’automobile di nostro padre".
Anche la sorella di Ali Younesi, Aida Younesi, ha reagito alle accuse della magistratura in un messaggio Twitter. Ha definito tutte le accuse "ridicole" e ha affermato che non era chiaro cosa fosse successo a suo fratello negli ultimi 26 giorni.
Quando era ancora al liceo, Ali Younesi ha vinto l'argento e l'oro alle Olimpiadi nazionali di Astronomia e Astrofisica rispettivamente nel 2016 e nel 2017. Nel suo ultimo anno di liceo, ha vinto la medaglia d'oro con la squadra nazionale iraniana alle Olimpiadi mondiali di Astronomia Astronomia e Astrofisica 2018 in Cina. Sta studiando informatica alla Sharif University of Technology. Anche Amir Hossein Moradi, che studia fisica nella stessa università, ha vinto l'argento alle Olimpiadi nazionali di Astronomia e Astrofisica del 2017.
Va notato che i servizi di sicurezza iraniani hanno una “tradizione” di false accuse e di forzate false confessioni sotto coercizione. È noto il caso di Maziar Ebrahimi, arrestato con l'accusa di coinvolgimento nell'assassinio di scienziati nucleari nel 2012 dal Ministero dell'Intelligence. Si è dichiarato colpevole delle accuse in una confessione trasmessa in televisione, ma è stato assolto e rilasciato nel 2014 quando la sua innocenza è stata dimostrata a seguito di una disputa tra l'IRGC e il Ministero dell'Intelligence. Si ritiene che molte persone siano state vittime di false accuse e non abbiano mai avuto l'opportunità di dimostrare la propria innocenza.

 

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