IRAN - Il Ministro degli Interni fornisce dati ufficiali sulle “Proteste di Novembre”.

IRAN - Disordini 2019

02 Giugno 2020 :

Il Ministro degli Interni fornisce i dati ufficiali delle “Proteste di Novembre”. Come è noto in Iran, lo scorso novembre, la decisione del governo di un forte aumento dei prezzi dei carburanti ha scatenato fortissime proteste popolari iniziate il 15 e durate diverse settimane. Per questi eventi la stampa internazionale ha coniato il termine “Proteste di Novembre”. Oggi, in un'intervista alla televisione di stato, il Ministro degli Interni, Abdolreza Rahmani-Fazli ha parlato di “circa 200 vittime”. Rahmani-Fazli ha annunciato dati più accurati nei prossimi giorni, ed ha riconosciuto che all’epoca dei disordini il suo Ministero aveva disposto lo spegnimento di Internet in tutto il paese, ritenendo che questo avrebbe reso più difficile ai “rivoltosi” organizzarsi. Il ministro oggi ha parlato apertamente del tentativo da parte dei rivoltosi di scatenare una guerra civile “sul modello della Siria”. Nel tentativo di minimizzare ulteriormente i numeri della repressione, Rahmani-Fazli ha sostenuto che valutando le autopsie il 20% delle vittime non erano ascrivibili alle armi in possesso alle forze dell’ordine o comunque ai loro metodi, facendo capire che erano stati gli stessi rivoltosi a ucciderle. "Dicono che Rahmani abbia interrotto Internet. Certo, l'ho fatto perché fornivano addestramento e organizzavano gli scontri via Internet ... Il motivo per cui sono arrabbiati è che volevano iniziare una guerra civile. Per diversi mesi, noi, come funzionari della sicurezza del paese, li abbiamo monitorati ... Il prezzo della benzina ha offerto un'opportunità per far esplodere questo tentativo... Volevano sconvolgere il paese e causare insicurezza, trasformarlo in un'altra Siria ... Il mantenimento della sicurezza è importante per tutti noi, ed è la base di tutte le attività ". Il ministro da un lato ha ammesso le vaste dimensioni della protesta, dall’altro l’ha anche sminuita, sostenendo che se tutte le accuse contro il governo iraniano fossero state vere la protesta avrebbe coinvolto molta più gente, e non sarebbe stato altrettanto facile domarla. Secondo la Segreteria del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana (NCRI), che coordina diversi gruppi di opposizione al regime, il principale dei quali è PMOI/MEK (Mojahedin del Popolo), le vittime sarebbero almeno 10 volte quelle riconosciute dal ministro. NtC ha pubblicato più volte resoconti non-governativi sugli scontri, vedi 19/11/2019, 20/11/2019, 21/11/2019, 23/11/2019, 26/11/2019, 26/11/2019, 29/11/2019, 30/11/2019, 03/12/2019, 03/12/2019, 04/12/2019, 14/12/2019, 16/12/2019, 18/12/2019, 20/12/2019, 25/12/2019, 29/12/2019, 01/01/2020, 10/01/2020, 02/02/2020, 03/02/2020, 06/02/2020, 09/02/2020, 19/02/2020, 21/03/2020. 
PMOI/MEK, ad esempio, il 15 dicembre 2019 sosteneva che il numero di “martiri” nell'insurrezione di novembre avesse superato i 1.500, e aveva pubblicato una lista di 765 nomi. Alcuni giorni dopo, il 28 dicembre, la Reuters aveva citato tre funzionari del Ministero degli Interni iraniano secondo cui "Circa 1.500 persone sono state uccise durante meno di due settimane di disordini iniziati il 15 novembre". Reuters aveva sottolineato: "I dati forniti a Reuters, avevano affermato due dei funzionari, si basavano sulle informazioni raccolte dalle forze di sicurezza, dagli obitori, dagli ospedali e dalle medicine legali". La Resistenza Iraniana ha costantemente sottolineato che, in ogni caso, il massacro di novembre è stato un crimine contro l'umanità e che i leader e i funzionari del regime devono essere perseguiti e ritenuti responsabili da un tribunale internazionale. 

https://www.ncr-iran.org/en/ncri-statements/statement-iran-protest/mullahs-interior-minister-covers-up-crimes-against-humanity-tried-desperately-to-minimize-the-number-of-november-uprising-martyrs/

 

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