IRAN - L'ex sindaco di Teheran Mohammad Ali Najafi “perdonato” dalla famiglia della vittima.

27 Agosto 2019 :

L'ex sindaco di Teheran Mohammad Ali Najafi “perdonato” dalla famiglia della vittima. Questo, secondo la legge islamica, annullerebbe la condanna a morte che è stata emessa contro di lui il 30 luglio (vedi). Al momento la notizia non è ufficiale, ma dedotta da un post su Istagram. Najafi, 67 anni, matematico di ottimo livello, con un master al MIT di Boston, si era costituito alla polizia il 28 maggio di quest’anno, confessando di aver sparato alla propria seconda moglie, Mitra Ostad, 35 anni, che l’uomo accusava di adulterio. Najafi ha sostenuto che al termine di un litigio “gli sarebbe partito accidentalmente un colpo di pistola”, ma sembra che in realtà dalla pistola mancassero 5 colpi, anche se solo uno aveva colpito la vittima al cuore, e uno al braccio. Najafi era stato sindaco di Teheran per 8 mesi dal 2017 al 2018, quando si era dimesso dopo le polemiche montate da circoli ultraconservatori sul fatto che nel marzo 2018 un video lo immortalava mentre assisteva ad un saggio scolastico dove 6 bambine, pare di una scuola elementare, si esibivano in una danza per festeggiare la Festa della Mamma. In Iran una bambina che ha passato i 9 anni viene considerata donna a tutti gli effetti, e assistere in un teatro ad una danza di “6 donne” è stato giudicato “molto sconveniente” dalle autorità religiose nazionali. Questo perchè, secondo la tradizione islamica, Maometto all’età di 50 anni avrebbe sposato una bambina di 6 anni, Aisha, ma non avrebbe “consumato il matrimonio” prima che la bambina compisse 9 anni. Prima di essere eletto sindaco della capitale iraniana Najafi era stato Ministro della Scienza, Ministro dell’Educazione, e anche, per 2 volte, Vice Presidente dell’Iran, una volta con la delega all’eredità culturale e al turismo, l’altra alla programmazione. Nel processo per l’omicidio della moglie, Najafi è stato condannato in base al principio della Sharia che si chiama Qisas, ossia la legge del taglione. Come è noto, la Sharia prevede che, con il consenso delle parti e di un giudice, si svolga una trattativa “economica” tra famiglia della vittima e famiglia del condannato. Nel caso venga raggiunto un accordo, la famiglia del condannato versa alla famiglia della vittima un “prezzo del sangue” (Diya) e la condanna “Qisas” viene considerata estinta. Masood Ostad, fratello della vittima, in un post sul suo account Instagram privato, ripreso dai media, sembra disposto a perdonare Najafi. Nel post Masood Ostad ha citato un versetto del Corano che dice: "Allah ama chi fa il bene". "Mio padre, mia madre e il nostro Mahyar (il figlio di sua sorella), dopo una meditazione che ha coinvolto anche altre persone, perdonano il signor Mohammad Ali Najafi". “Non abbiamo accettato un risarcimento economico, il prezzo del sangue, e siamo felici di non averlo fatto, per l’onorabilità della vittima. Speriamo che Mohammad Ali Najafi nei suoi anni rimanenti ... si impegni a purificarsi." L’agenzia di stampa filogovernativa IRNA ha riportato che la notizia è stata confermata da uno degli avvocati di famiglia, Mahmoud Hajiloui. Al momento non sono chiari i prossimi sviluppi del caso. Intanto Najafi ha subito anche una condanna a 2 anni per porto illegale di arma da fuoco, e questo è un reato contro lo stato e non contro la famiglia Ostad. Non è chiaro poi se e come gli Ostad formalizzeranno la loro decisione, e se questo si limiterà ad evitare l’impiccagione di Najafi, con a condanna a morte commutata in detenzione, oppure se azzererà completamente la condanna per omicidio. Alcuni analisti ritengono che il caso Najafi sia stato “pompato” dagli ultraconservatori per mettere in evidenza la “corruzione morale dei Riformisti” e trarne vantaggio politico.

 

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