IRAN - La attivista per i diritti umani Atena Daemi condannata ad altri 2 anni e 74 frustate.

07 Luglio 2020 :

L’attivista per i diritti umani Atena Daemi condannata ad altri 2 anni e 74 frustate. La notizia è riportata da IHR il 2 luglio. Secondo Iran Human Rights, la sezione 24 del tribunale rivoluzionario di Teheran, guidata dal giudice Mohammadreza Amouzad, ha emesso la nuova condanna arbitraria contro la signora Daemi in un caso che è stato aperto mentre la donna già stava scontando una pena detentiva. Il verdetto consegnato all'avvocato di Atena, Mostafa Nili, mercoledì 2 luglio 2020, la condanna a un anno di carcere con l'accusa di "propaganda contro il sistema" e un anno con l'accusa di "interruzione dell'ordine carcerario" e 74 frustate. Secondo l'agenzia di stampa HRANA, il caso è stato aperto contro di lei per denunce presentate dal Ministero dei servizi segreti e dall'IRGC. Con l'accusa di "propaganda contro il sistema" il tribunale ha citato dichiarazioni, lettere scritte e dichiarazioni a lei attribuite. Le accuse di non aver rispettato il regolamento penitenziario farebbero riferimento a comportamenti sconvenienti tenuti dalla donna (festeggiando e ballando) nel giorno della ricorrenza di Ashoora, il giorno che segna la morte dell'Imam Hussein nel calendario sciita. Atena Daemi è stata arrestata per la prima volta dalle autorità iraniane il 21 ottobre 2014. Il 15 gennaio 2014, in considerazione della natura “pacifica” delle attività dell’attivista, è stata condannata a “solo” 14 anni di carcere per "propaganda contro il sistema", "adunata sediziosa e collusione contro la sicurezza nazionale", "blasfemia e offesa al Capo Supremo" e "occultamento di prove". I post di Facebook e il suo attivismo contro la pena di morte sono stati utilizzati come parte delle prove contro di lei. Con il consenso del giudice d'appello, Atena era stata rilasciata su cauzione nel febbraio 2016. In appello la pena era stata ridotta a 7 anni. A questo punto la notizia di IHR non è chiara, perché dice che la donna stava scontando la pena nella sezione femminile della prigione di Evin, a Teheran. Se ne dovrebbe dedurre che nel frattempo, nonostante il dimezzamento della pena originaria, le fosse stata revocata la libertà provvisoria.

https://iranhr.net/en/articles/4303/

 

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