IRAN - Lo Special Rapporteur Javaid Rehman sulle "Proteste di Novembre".

23 Febbraio 2020 :

Nel suo ultimo rapporto pubblicato il 19 febbraio 2020, il Relatore Speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Iran, Javaid Rehman ha scritto di essere "scioccato" dal numero di morti, feriti gravi e maltrattamenti di persone arrestate durante le proteste di novembre 2019. "Secondo i rapporti, i detenuti vengono torturati o subiscono altre forme di maltrattamenti, a volte per ottenere confessioni forzate". Rehman ha dichiarato nel suo rapporto: "Vi sono anche segnalazioni di diniego di cure mediche, anche in casi di lesioni causate dall'uso eccessivo della forza da parte delle forze di sicurezza, e di detenuti tenuti in luoghi segreti senza informare le famiglie. Rehman ha affermato di essere "preoccupato per le notizie secondo cui famiglie di persone uccise dalle forze di sicurezza sono state minacciate perché non parlino". Rehman ha scritto nel suo rapporto che nei giorni successivi alle proteste sono emerse immagini e rapporti che hanno dimostrato i metodi brutali delle forze di sicurezza, compreso lo sparare intenzionalmente su cittadini disarmati. Rehman ha aggiunto in un'altra parte del suo rapporto che il 25 novembre, uno dei membri del Comitato parlamentare per gli affari esteri e l'intelligence ha annunciato che erano stati arrestati più di 7000 manifestanti. Gli arrestati sono stati tenuti in luoghi sovraffollati, senza avere accesso agli avvocati, torturati, maltrattati e messi sotto pressione per rilasciare confessioni forzate. Lo Special Rapporteur ha anche ribadito che ai giornalisti era stato severamente ordinato di astenersi dal criticare il trattamento dei manifestanti da parte del regime. Il nuovo rapporto di Javaid Rehman è stato compilato sulla base della risoluzione 74/167 dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite e si prevede che sarà presentato alla riunione del Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite il 9 marzo 2020. Nella parte finale del suo rapporto, Rehman esorta il regime clericale a liberare tutti i manifestanti arrestati nel novembre 2019 e a informare immediatamente le loro famiglie delle loro condizioni e del luogo di detenzione. Il Rapporteur ha anche sottolineato nella sua relazione le esecuzioni di minori, le terribili condizioni nei centri di detenzione, l'uso della forza bruta e la violenza contro le minoranze etniche e religiose, le esecuzioni in pubblico, gli omicidi dei “kolbar” (facchini di frontiera curdi che trasportano a piedi merci e carburante nelle regioni frontaliere del Kurdistan e del Baluchestan) e la discriminazione nei confronti delle donne.

 

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