IRAN - Mohammmadreza Rafati e Mohammad Tayyebi sono stati impiccati il 26 febbraio nella prigione di Raja’i Shahr.

14 Marzo 2020 :

Mohammmadreza Rafati, 65 anni, e Mohammad Tayyebi sono stati impiccati il 26 febbraio nella prigione di Raja’i Shahr. La notizia è riportata da IHR, che ha potuto aggiungere poche altre informazioni. “Mohammmadreza Rafati era stato arrestato 22 anni fa per omicidio, ed aveva trascorso 20 anni in carcere dopo essere stato condannato a morte. Il suo era stato un caso particolare, in quanto i familiari della vittima si rifiutavano di presenziare all’esecuzione”. Come è noto, il codice penale iraniano prevede che l’omicidio comune (senza distinzione di grado tra premeditato, volontario o involontario) sia punito con “qisas”, che significa “restituzione dello stesso tipo”, ossia ritorsione, legge del taglione Nei casi “qisas” i familiari hanno la possibilità di perdonare, oppure di chiedere un “diya”, un risarcimento, termine che in italiano viene tradotto con “prezzo del sangue”. In molti casi in realtà i familiari della vittima vengono incoraggiati a porre personalmente il cappio al collo del condannato, e a volte anche a completare l’esecuzione togliendo la sedia da sotto i piedi del condannato. Anche in assenza di una partecipazione attiva dei familiari della vittima, essi devono comunque presenziare all’esecuzione. Sembra che nel caso di Rafati, spiega IHR “in mancanza dei familiari della vittima, dopo 20 anni, come previsto dalla legge, Rafati era stato scarcerato su cauzione. Tuttavia, recentemente un familiare lo ha visto per strada, gli ha urlato dietro, e la polizia lo ha arrestato. La lite ha riavviato la procedura di esecuzione che era rimasta in sospeso, e questa volta, 10 giorni dopo il secondo arresto, l’uomo è stato impiccato", ha detto a IHR una fonte ben informata. Il caso di Mohammmadreza Rafati viene definito “molto raro”, sia per la scarcerazione su cauzione, sia per il secondo arresto e l’esecuzione.

 

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