IRAN - Rapporto di Human Rights Activists News Agency sugli arresti seguiti alle proteste di novembre e gennaio

17 Febbraio 2020 :

Rapporto di Human Rights Activists News Agency sugli arresti seguiti alle proteste di novembre e gennaio in Iran. Le proteste nazionali di novembre sono uno degli eventi più significativi del 2019. Durante le proteste di novembre che sono durate più di 10 giorni contemporaneamente in 719 parti del paese, sono state arrestate almeno 7133 persone, centinaia sono morte per le strade e molti manifestanti hanno subito ferite da arma da fuoco. Inoltre, l'8 gennaio 2020, il volo 752 dell'Ucraina International Airlines si è schiantato poco dopo il decollo dall'aeroporto internazionale Imam Khomeini di Teheran, uccidendo tutte le 176 persone a bordo. L'11 gennaio 2020, migliaia di persone sono scese in piazza in tutto il paese dopo che lo Stato Maggiore delle Forze armate della Repubblica islamica dell'Iran ha ammesso ufficialmente che l'Islamic Revolutionary Guard Corps (IRGC) ha involontariamente abbattuto l’aereo di linea ucraino. La HRANA ha precedentemente pubblicato un rapporto sulle proteste di gennaio.
Centri di detenzione
Il Penitenziario Centrale della Grande Teheran (anche detto "Fashafuyeh" o "Prigione di Hasanabad-e Qom") è uno dei centri di detenzione che ospita molti degli arresti delle proteste d novembre e gennaio. Molti degli arrestati (principalmente dalle parti meridionali di Teheran e della provincia di Alborz) sono collocati con altri detenuti accusati di altri tipi di crimini nel reparto 5 di questa prigione. Ciò è contrario alle norme sulla classificazione dei prigionieri che impongono alle carceri di separare i detenuti in base alla natura dei crimini di cui sono accusati e giudicati colpevoli. Il reparto 5, che otto giorni fa ospitava più di 200 prigionieri politici che erano stati arrestati durante le recenti rivolte, ha subito un cambiamento nella sua popolazione dopo che metà di questi prigionieri sono stati rilasciati e molti altri prigionieri con altri tipi di crimini sono stati trasferiti dalla prigione di Evin, l’altra grande prigione di Teheran, quella con la più alta percentuale di detenuti politici. Al momento della compilazione di questo rapporto (3 febbraio 2020) il numero di prigionieri politici nel reparto 5 era di circa 100.
Inoltre, tra gli arrestati, ci sono persone che sono state ferite da colpi d’arma da fuoco. L’alto numero di arrestati ha provocato Penitenziario Centrale della Grande Teheran un sovraccarico di detenuti, evidenziando la carenza degli impianti di aereazione e riscaldamento, e di coperte e acqua calda.
Il seguente rapporto identifica 138 prigionieri politici e le loro condizioni di detenzione.
Accuse
Gli arrestati sono per lo più accusati di "adunata sediziosa", "insulti al leader supremo", " insulti al fondatore della Repubblica islamica", "vandalismo (danneggiamento della proprietà del governo)", "disturbo dell'ordine pubblico", "disturbo dell'opinione pubblica", "propaganda contro lo stato" e "insulti alle autorità di alto rango". I loro casi vengono inviati alla Sezione 1 della Procura della Prigione di Evin, alla Sezione 15 della Corte Rivoluzionaria presieduta dal giudice Abolghasem Salavati, alla Sezione 26 della Corte Rivoluzionaria presieduta dal giudice Iman Afshari, alla Sezione 28 della Corte Rivoluzionaria presieduta da Il giudice Mohammad Moghiseh, alla Sezione 24 della Corte Rivoluzionaria presieduta dal giudice Mohammadreza Amouzad e alla Corte Rivoluzionaria di Robat Karim.
Proteste dello scorso novembre
La maggior parte dei manifestanti delle proteste dello scorso novembre, rinchiuse nel Penitenziario Centrale della Grande Teheran, sono state arrestate tra il 15 novembre 2019 e il 15 dicembre 2019 dall'IRGC (campo di Sarallah). Questi cittadini sono stati picchiati e hanno subito maltrattamenti al momento dell'arresto e sono stati informati delle loro accuse negli uffici dei procuratori di Parand e Baharestan.
Per 10 degli arrestati si è tenuta un’udienza per direttissima ed hanno già ricevuto una condanna. A seguire, una lista di 88 persone, ancora detenute, in una condizione di “limbo”.
Majid Kharabati, Mohammadreza Esmaeilian Zareian, Ali Bikas, Mohsen Shakouri, Abolfazl Karimi, Seyed Hamidreza Noshai, Hasan Abbasi, Abolfazl Shahabi, Mohammad Moalemian, Jamil Ghahremani, Mehdi Ghalandari, Shahin Motaharzadeh, Danial Bakhshi, Ali Darabi, Farshid Eftekhari, Mehran Jalilvand, Mehdi Hasanpour, Morteza Amirbeigloo, Ali Asghar Karimi, Hosein Reyhani, Mohsen Roshani, Reza Sarvestani, Mohammad Jahani, Masoud Zadkhak, Mehdi Vahidi, Ali Ebadi, Mohammad Adam, Pouria Foroughi, Mohammad Bagher Saadi, Mohammadreza Amiri, Siamak Moghimi, Behnam Bazobandi, Mohammad Kadimani, Tohid Fotouhi, Abolfazl Maghsoudi, Reza Moradian, Ali Mehmandoust, Vahid Mehmandoust, Soheil Alipanah, Matin Ezadi, Mohammadreza Eslami, Ali Kazemi, Mohammad Rashidi, Hamed Karami, Majid Farzad, Behnoud Esmaili, Hossein Nikcheh Farahani, Saeed Asadi, Sajad Salarvand, Seyed Amid Mousavi, Arya Hamedi Rad, Mohammad Eghbali, Saber Rezaei, Hossein Tajik, Farshad Niazi, Ali Akbar Hadipour, Reza Alidoust, Omid Hejazi, Ali Asghar Keramati, Abolfazl Toosi, Javad Adinehvand, Ramin Hosseinpour, Amir Morovati, Saeed Mavedati, Omid Mohammadian, Ali Akbar Moradi, Behnam Nafarieh, Behnam Khakzad, Saeed Golbodaghi, Meisam Khaki, Milad Mahmoudi, Mohammad Rajabi, Ali Nabizadeh, Saeed Tamjidi, Hamid Farahbakhsh, Amir Salman Shirizad, Amir Hossein Keshavarzi, Pouria Mirzaei, Alireza Hosseinzadeh, Iman Daraei, Mohammadreza Doostdar, Mir Mohsen Ghoreishi, Mir Reza Ghoreishi, Masoud Torkpour, Seyed Mohammadreza Mousavi, Ramin Behnoush, Ahmad Ali Hatamian, Seyed Mahmoud Mousavi, Siamak Momeni.
Siamak Momeni, un prigioniero politico e uno degli arrestati della protesta dello scorso novembre ha tentato il suicidio tagliandosi le vene dei polsi il 25 gennaio 2020 ed è stato trasferito in ospedale, ma non è ancora stato riportato al reparto. Il signor Momeni ha 18 anni, ed è stato condannato a 10 anni dalla Corte Rivoluzionaria. Inoltre, Sabre Rezaei è stato ferito da arma da fuoco durante le proteste.
Come accennato in precedenza, 23 degli arrestati a novembre sono stati rilasciati su cauzione. Sono stati identificati come segue: Milad Arsanjani, Sina Naimipour, Javad Monafi, Mohsen Tashakori, Ehsan Khazaei, Mohammad Javad Foroughi, Hossein Adam, Mohammadreza Fathalizadeh, Kaveh Asadi, Mohsen Adibzadeh, Iman Abdi, Arash Salari, Mohammad Lotfi, Irajhammadari Shahram Kalantari, Rouzbeh Jahangiri, Shervin Beigi, Siamak Paymard, Jafar Dehdari, Reza Allahyari, Vahid Najafi Khuzestani.
Siamak Paymard, Jafar Dehdari, Reza Allahyari e Vahid Najafi Khuzestani sono stati colpiti da colpi d’arma da fuoco a Qarchak durante le proteste di novembre. Dopo aver ricevuto sommarie cure mediche in ospedale, sono stati arrestati e condotti nel campo di Tharallah. Sono accusati di " adunata sediziosa". I detenuti di Tharallah sono principalmente residenti nei poveri quartieri del sud di Teheran e sono stati arrestati in quelle aree. Per lo più non hanno istruzione universitaria.
Proteste di gennaio
Durante le proteste del gennaio 2020, più di 500 persone sono state arrestate il 12 gennaio a Teheran, di cui 300 sono state trasferite nel Penitenziario Centrale della Grande Teheran. Alcuni di loro sono stati temporaneamente rilasciati su cauzione e altri sono stati trasferiti nella prigione di Evin. Solo alcuni di loro sono ancora nel Penitenziario Centrale della Grande Teheran. Questi cittadini, che sono per lo più studenti universitari e impiegati, sono stati arrestati dagli agenti del Ministero dei servizi segreti e sono stati deferiti davanti alla Sezione 1 della Procura della Prigione di Evin. Sono stati picchiati, minacciati e maltrattati al momento del loro arresto. La maggior parte di questi detenuti sono stati rilasciati negli ultimi giorni. Tuttavia, ci sono ancora due detenuti che non sono stati rilasciati. Sono identificati come Iman Heydari e Pouria Gozarabadi. I 25 cittadini arrestati durante le proteste di gennaio e rilasciati dal penitenziario centrale di Teheran l'ultima settimana di gennaio 2020, sono stati identificati come: Bahador Hadizadeh, Mohammad Pakpour, Morteza Hosseini Lavasani, Pouria Foroughi, Pouya Gozarabadi, Iman Poonaki, Siavash Monfared, Mostafa Farahani, Bahram Fardi, Masoud Khaksar, Amir Soleiman Shiralizad, Mohammad Rajabi, Abu Salham Rajh, Rajay Behrouz Habibi, Mehrdad Norouzi, Mottaleb Kardarfar, Habib Pashai, Kasra Taghavi, Emad Rashidi, Sahand Babaei, Shahab Reisi, Behnam Zandi.

 

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