IRAN - Rouhani ha condotto la campagna di disinformazione sull'abbattimento del jet passeggeri ucraino.

06 Febbraio 2020 :

Rouhani ha condotto la campagna di disinformazione sull’abbattimento del jet passeggeri ucraino. Il canale televisivo ucraino, TSN, ha rivelato prove scioccanti sull’abbattimento dell’aereo di linea ucraino, uccidendo tutti i 176 passeggeri a bordo. Questa prova è un file audio della conversazione tra il copilota sul volo Aseman Airlines 3768, durante il suo avvicinamento all'aeroporto di Teheran, e la torre di controllo, avvenuto contemporaneamente alla partenza del volo 752 della Ukrainian International Airline, aereo che oggi sappiamo essere stato abbattuto da due missili. Questa prova conferma ancora una volta che i massimi dirigenti del regime iraniano, in particolare il suo presidente Hassan Rouhani, erano a conoscenza sin da subito della dinamica dell’incidente. Le torri di controllo in Iran sono gestite dall'Organizzazione per l'Aviazione Civile (CAO), che è un'agenzia del Ministero delle strade e dello sviluppo urbano, quindi sotto il controllo di Rouhani. Nonostante sia stato immediatamente informato, Rouhani ha aspettato 72 ore prima di ammettere la dinamica dei fatti, e per tutti il tempo intercorso, fino alla mattina di sabato 11 gennaio, ha affermato più volte di non essere a conoscenza dell'incidente. Nella registrazione, l’operatore della torre di controllo si rivolge al pilota dell'aereo di linea ucraino in inglese e gli dà istruzioni, quindi parla con il pilota del volo iraniano Aseman 3768 in persiano. Il copilota iraniano chiede se l'area di volo è "attiva", ovvero se la zona di volo è sicura. La risposta dell’operatore è confusa e impercettibile. Poi si sente il pilota iraniano che dice che può vedere "alcune luci, sembrano missili Sta succedendo qualcosa?" Precedentemente, mentendo ancora una volta, il portavoce di Rouhani, Ali Rabiee, aveva affermato che al governo era stato informato della reale causa dell’incidente solo nel pomeriggio del 10 gennaio 2020. Inoltre, il Ministro delle strade e dello sviluppo urbano, Mohammad Eslami, l’8 gennaio aveva dichiarato all’agenzia di stampa filogovernativa ISNA che la causa dell’incidente era “un difetto tecnico" del velivolo" escludendo categoricamente che potesse trattarsi di “un attacco terroristico, un'esplosione o qualcuno che avesse aperto il fuoco contro l'aereo”. Il giorno dopo, il 9 gennaio, il portavoce del Ministro delle strade e dello sviluppo urbano, Qassem Biniaz, aveva affermato: "Il motivo dell'incidente è che uno dei motori dell’aereo ha preso fuoco". L'11 gennaio, Il generale dell’IRGC (guardie della rivoluzione) Amir Ali Hajizadeh, comandante della Forza Aerospaziale, aveva dichiarato che la mattina di mercoledì 8 gennaio, immediatamente dopo l'abbattimento dell'aereo, aveva informato i "dirigenti" che l'aereo era stato abbattuto da fuoco amico. Questo significa che il leader supremo del regime Ali Khamenei, e Rouhani sono stati informati tempestivamente della natura dell’incidente. Questi fatti dimostrano ancora una volta che i massimi funzionari del regime, come Khamenei e Rouhani, intendevano ingannare la comunità internazionale e non rispondere dell’ennesimo crimine contro l'umanità, organizzando una campagna orchestrata di menzogne e invenzioni. Il crimine del regime dell'abbattimento di un aereo passeggeri è stato seguito da proteste a livello nazionale, con gli studenti iraniani in prima linea. I manifestanti hanno preso di mira il regime nella sua interezza nei loro slogan, soprattutto definendo “bugiardi” Rouhani e Khamenei e i principali colpevoli di questo crimine. I manifestanti hanno ancora una volta chiesto il rovesciamento del regime. La signora Maryam Rajavi, presidente eletto del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana (NCRI), ha definito l'incidente un altro “grande crimine perpetrato dal regime clericale, che il popolo iraniano non perdonerà né dimenticherà. I principali colpevoli sono Khamenei, Rouhani e i comandanti dell’IRGC, che devono essere perseguiti e puniti per questo orribile crimine ".

 

 

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