12 Giugno 2020 :
Poche ore dopo che Esmaili aveva annunciato come imminente l’impiccagione di una “spia” accusata di aver collaborato all’uccisione del generale Soleimani, dalla magistratura arriva una smentita: la “spia” era già stata arrestata diversi mesi prima della morte di Soleimani, e non è possibile collegarla all’evento. Poche ore dopo la conferenza stampa mattutina in cui il portavoce della magistratura iraniana, Gholam Hossein Esmaili, indicava come “imminente” l’esecuzione di Sayyid Mahmoud Mousavi-Majd (vedi NtC 09/06/2020), l’organo ufficiale della magistratura, il sito Mizan Online, senza polemizzare, ha pubblicato una notizia diversa. Esmaili aveva accusato Majd di aver fornito informazioni a Cia e Mossad per l’attacco con un drone statunitense che ha ucciso il generale Qasem Soleimani, capo della Forza Quds islamica del Corpo dei Guardiani della Rivoluzione Islamica (IRGC). Il convoglio di auto che trasportava Soleimani è stato colpito nei pressi dell’aeroporto di Baghdad il 3 gennaio. Mizan Online ha spegato che Mousavi-Majd era stato arrestato il 10 ottobre 2018 ed è stato condannato a morte il 25 agosto 2019 dalla sezione 15 della Corte rivoluzionaria. È stato nuovamente processato dopo che la Corte Suprema aveva individuato degli errori nel primo processo, condannato a morte una seconda volta, e confermato dalla Corte Suprema. In un tweet dopo l'annuncio del portavoce della magistratura questa mattina, Mehdi Keshtdar, amministratore delegato di Mizan Online, ha dichiarato che Mousavi-Majd era in detenzione al momento dell'omicidio di Soleimani e non avrebbe potuto essere responsabile di aver fornito informazioni sull'arrivo di Soleimani all'aeroporto di Baghdad. Keshtdar, tuttavia, ha affermato che in passato, in varie occasioni, Mousavi-Majd aveva effettivamente passato informazioni alla Cia sugli spostamenti di alcuni capi militari, compreso Qassem Soleimani.
