IRAN - Un detenuto, Mohammad Ameri, picchiato a morte da agenti nella prigione di Raja’i Shahr il 1° febbraio.

09 Febbraio 2020 :

Un detenuto, Mohammad Ameri, picchiato a morte da agenti nella prigione di Raja’i Shahr il 1° febbraio. La notizia è riportata da Iran Focus, che la addebitata ud un gruppo di agenti, denominato “Special Guards”, guardie speciali. Le cosiddette Guardie Speciali nella prigione di Raja’i Shahr di Karaj, nota anche come prigione di Gohardasht, hanno fatto irruzione nel reparto 6 ed hanno attaccato i detenuti con manganelli e altri strumenti. Le guardie hanno quindi inviato i detenuti nei cortili pieni di neve dove, senza essere medicati, sono stati lasciati seminudi a temperature gelide. Ameri, colpito a manganellate mentre era a terra, sarebbe morto di emorragia cerebrale. Fonti di Iran Focus segnalano che le Guardie Speciali da diverse settimane compiono raid notturni nei bracci 1, 3, 5 e 6 di Raja’i Shahr. La spedizione punitiva di sabato notte si ritiene sia stata ordinata, come le altre, dal direttore della prigione, Allah Karam Azizi, uomo noto per i suoi sistemi brutali che ha già operato, uccidendo, torturando e mutilando i detenuti nelle prigioni di Darab e Kazerun nella provincia di Fars. Azizi è stato nominato da Ebrahim Raisi, l'attuale capo della magistratura e mullah che ha ucciso migliaia di prigionieri politici durante il massacro del 1988. Questo trattamento purtroppo non è una sorpresa. Nei giorni scorsi Iran Human Rights Monitor ha rivelato che nelle carceri le autorità stanno cercando di costringere i detenuti ad assumere sistematicamente droghe, in modo da romperne la volontà. IHRM sostiene che venga incoraggiato l’uso di crack. Questo sta accadendo nel penitenziario della Grande Teheran (GTP), dove centinaia di persone sono state arrestate per aver protestato contro l'abbattimento del volo passeggeri ucraino, ed è una tattica che è stata utilizzata anche abitualmente per reprimere i prigionieri politici.

 

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