IRAQ: IN 18 MESI 33 MINORI CONDANNATI AL CARCERE PER TERRORISMO

05 Febbraio 2020 :

Quasi 400 persone sono state processate nei tribunali iracheni tra la metà del 2018 e la fine del 2019 con l'accusa di terrorismo per presunta appartenenza allo Stato Islamico, tra cui 33 minorenni che sono stati riconosciuti colpevoli, hanno dichiarato le Nazioni Unite il 28 gennaio 2020.
In un nuovo Rapporto, le Nazioni Unite sollevano "serie preoccupazioni" per i processi iniqui in corso in Iraq contro gli accusati di affiliazione allo Stato Islamico per ragioni che includono blocchi istituzionali a una difesa efficace, l'eccessiva dipendenza dalle confessioni e l'uso della tortura. I risultati si basano sul monitoraggio indipendente di 794 processi penali di imputati per lo più associati allo Stato Islamico dal 1° maggio 2018 al 31 ottobre 2019. Secondo i dati pubblicati nel Rapporto, durante il periodo di ricerca sono stati processati 60 minori. Dei 33 minori che sono stati giudicati colpevoli, 23 sono stati condannati a pene detentive da 11 a 19 anni, mentre il resto sconterà una pena di 10 anni. Degli adulti processati, 104 uomini e una donna hanno ricevuto la pena di morte. Altre cinque donne sono state condannate all'ergastolo. “I responsabili di atrocità diffuse contro la popolazione irachena devono rispondere dei loro crimini, ed è importante che le vittime vedano che viene fatta giustizia. Allo stesso tempo, gli accusati hanno diritto a un processo equo e questi standard devono essere rigorosamente applicati", ha affermato Michelle Bachelet, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani. Più di tre anni dopo aver assunto il controllo di circa un terzo dell’Iraq nel 2014, il governo federale ha dichiarato la "vittoria finale" contro lo Stato Islamico, con decine di migliaia di sospetti catturati dalle forze di sicurezza e dalle Forze di Mobilitazione Popolare (PMF), milizie sostenute dall'Iran.
Il Rapporto ha rilevato che i procedimenti giudiziari svolti nel quadro della legislazione anti-terrorismo si sono concentrati principalmente sull'appartenenza a un'organizzazione terroristica, senza distinguere tra coloro che hanno partecipato alle violenze e commesso crimini internazionali e coloro che invece si sono uniti allo Stato Islamico per sopravvivere e/o perché costretti. Bachelet ha invitato le autorità giudiziarie "a condurre una revisione approfondita dei processi e delle condanne al fine di rafforzare le procedure di giustizia penale, in linea con la Costituzione dell'Iraq e gli obblighi dello Stato sulla base del diritto internazionale".

 

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