PAKISTAN: ANNULLATA LA CONDANNA A MORTE PER L’OMICIDIO DEL REPORTER DANIEL PEARL

Ahmed Omar Saeed Sheikh

04 Aprile 2020 :

Un tribunale pakistano Il 2 aprile 2020 ha annullato la condanna a morte del militante di origine britannica Ahmed Omar Saeed Sheikh, riconosciuto colpevole dell'uccisione del giornalista americano Daniel Pearl, avvenuta nel 2002.
L'avvocato difensore di Sheikh, Khawja Naveed, ha detto all'AFP che la condanna del suo cliente è stata ridotta a sette anni di carcere.
Poiché Sheikh ha già trascorso più di sette anni in prigione, essendo recluso dal 2002, l'imputato dovrebbe essere rimesso in libertà anche se il tribunale non ha ancora deciso in merito.
I pubblici ministeri non hanno rilasciato commenti.
Pearl, 38 anni, era il capo dell'ufficio Asia Meridionale del Wall Street Journal quando fu rapito e decapitato a Karachi nel 2002, mentre cercava notizie sui militanti islamisti.
Un video con la decapitazione di Pearl fu consegnato al consolato americano della città quasi un mese dopo.
Sheikh fu arrestato nel 2002 e condannato a morte da un tribunale antiterrorismo, mentre altri tre imputati furono condannati all'ergastolo.
Nel gennaio 2011, un rapporto pubblicato dal Progetto Pearl della Georgetown University a seguito di un'indagine sulla sua morte ha sostenuto che gli uomini sbagliati siano stati condannati per l'omicidio di Pearl.
L'indagine, guidata dall'amica di Pearl ed ex collega del Wall Street Journal Asra Nomani e da un professore della Georgetown University, ha affermato che il reporter fu assassinato da Khalid Sheikh Mohammad, la presunta mente degli attacchi dell’11 settembre 2001, e non da Sheikh.
Mohammed - meglio noto come KSM - è stato arrestato in Pakistan nel 2003 ed è detenuto a Guantanamo Bay.
Secondo uno psicologo americano che ha incontrato KSM, il prigioniero gli avrebbe detto di essere stato lui a decapitare Pearl.

 

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