TANZANIA - Aggiornamento sulla situazione di Tundu Lissu in Tanzania

The Hands off Cain team in Venice (2025)

03 Settembre 2025 :

Aggiornamento sulla situazione di Tundu Lissu in Tanzania.

Il team di supporto a Tundu Lissu ci comunica i più recenti avvenimenti legati al processo contro l’avvocato e parlamentare Lissu, accusato di “tradimento” per aver parlato di “corruzione di membri del governo” nel corso della campagna elettorale per le elezioni generali del paese, che si terranno ad ottobre.

Come è noto, NtC sta seguendo con attenzione le vicissitudini di Lissu, che è ormai da 5 mesi in un braccio della morte, ma ancora non si sa nulla rispetto a fatti specifici che possano essergli addebitati, e un eventuale processo continua ad essere rinviato. La Tanzania è governata da un unico partito sin dalla sua indipendenza nel 1961. Il partito al potere, oggi noto come Chama Cha Mapinduzi (CCM, il Partito Rivoluzionario) domina tutti gli aspetti della vita tanzaniana e raramente tollera dissensi.

Il Partito Rivoluzionario originariamente aveva una forte impronta marxista, ma dopo oltre 60 anni di potere incontrastato, e come molti altri partiti ex-comunisti, non ha più nulla di marxista se non la propensione a voler essere “partito unico”.

 

Lissu è invece il leader di Chadema (“Partito della Democrazia e dello Sviluppo”, di orientamento liberal-democratico), che nelle scorse elezioni (2020) ha ottenuto il 13% dei voti, diventando praticamente l’unico partito dell’opposizione ad aver superato lo 0,5%.

A ottobre di quest’anno si voterà di nuovo in Tanzania, e 5 mesi fa Lissu è stato arrestato, sostenendo che le misure anticorruzione che lui aveva inserito nella piattaforma elettorale del suo partito avrebbero fatto il gioco di non meglio precisate “potenze straniere”. Lissu però non ha ammesso nessuna colpa, e per effetto di questo comportamento la presidente in carica, Samia Suluhu Hassan, ha emesso un ordine esecutivo che vieta all’intero suo partito di candidarsi alle elezioni. Molti osservatori ritengono che le accuse contro Lissu siano completamente fittizie, e servano solo a tenerlo lontano dalla contesa elettorale. Un funzionario che ha parlato chiedendo l’anonimato ha fatto capire che Lissu, una volta passate le elezioni, verrà in qualche modo liberato. Rimane il fatto che ad oggi è ancora in isolamento in un braccio della morte, e almeno formalmente quella è la condanna che pende sul suo capo. Come NtC aveva notato a giugno, il governo italiano ha inserito la Tanzania nella lista delle nazioni coinvolte nel cosiddetto “Piano Mattei”, ma non risulta che stia facendo nessuna pressione a favore di Lissu.

NtC, assieme a All in Venice e con la sponsorizzazione di Ausonia-Hungaria Venice, sta portando le vicissitudini di Lissu, e più in generale il tema dei diritti umani, tra gli eventi collaterali al Festival del Cinema di Venezia.

Sul caso Lissu vedi anche NtC 19/06/2025, 28/06/2025, 15/07/2025 e 30/07/2025.

Questo è il testo dell’aggiornamento inviatoci il 3 settembre da DUA (Democracy Union of Africa) e dai curatori della campagna #FreeTunduLissu!

“In una situazione profondamente allarmante e in netto contrasto con i principi di equo processo e giusto procedimento, l'Alta Corte della Tanzania ha accolto la richiesta della procura di nascondere i testimoni civili nel processo per tradimento contro Tundu Lissu. I testimoni non saranno resi noti al pubblico e nemmeno allo stesso Tundu Lissu. Non è possibile condannare a morte qualcuno sulla base di testimoni sconosciuti.

La corte ha anche vietato la trasmissione in diretta del processo per tradimento contro Tundu Lissu.

Le udienze per il rinvio a giudizio si sono concluse il 17 agosto, ma l'Alta Corte della Tanzania ha impiegato tutto questo tempo per assegnare un giudice e fissare la data della prima udienza. Tattiche dilatorie!

Si è dovuto attendere fino al 2 settembre perché un giudice fosse assegnato al processo presso l'Alta Corte, e la prima udienza è stata fissata all'8 settembre è stata fissata.

Questo processo ha attirato l'attenzione nazionale e internazionale. Bloccare la copertura in diretta, come è stato fatto durante il processo preliminare, è un tentativo da parte dello Stato di nascondere la verità. Non possono in alcun modo dimostrare la loro accusa di tradimento e temono l'imbarazzo causato da Tundu Lissu, avvocato esperto che si difenderà da solo.

L'occultamento dei testimoni e il blackout mediatico significano che la giustizia per Tundu Lissu sarà amministrata in maniera opaca, e non sarà verificabile. Qualsiasi giustizia amministrata nell'oscurità è ingiustizia!”

 

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