USA - Connecticut. Il giudice federale Stefan Underhill considera “incostituzionale” l'uso prolungato dell'isolamento

03 Settembre 2019 :

Il giudice federale Stefan Underhill considera “incostituzionale” il regime di massima sicurezza in cui vengono tenuti gli ex detenuti del braccio della morte. Lo ha deciso oggi con la sentenza del caso sollevato da Richard Reynolds. Reynolds è uno degli 11 detenuti che erano nel braccio della morte nel 2012, quando la pena capitale venne abolita per via legislativa. Nel 2015 la Corte Suprema di stato dichiarò incostituzionale tenere nel braccio della morte i detenuti, visto che la pena di morte non era in vigore. Il concetto venne ribadito dalla stessa Corte anche nel 2016, e allora i detenuti vennero trasferiti nello Special Circumstances High Security Unit nel Northern Correctional Institution. Qui, isolati in un braccio a parte, sono sottoposti al regime di massima sicurezza con l’aggiunta di alcune ulteriori limitazioni rispetto agli ergastolani non provenienti del braccio della morte. oggi il giudice Underhill ha stabilito che questo equivale a quella “punizione crudele e inusuale” che è vietata dalla Costituzione. Nella sentenza di 57 pagine Underhill ha scritto che l’isolamento è “una forma estrema di punizione”, e “il fatto che alcune persone commettano crimini disumani non dà allo stato il diritto di trattarli in maniera disumana”. Nella sentenza Underhill ha anche citato alcune frasi estrapolate dal dibattito parlamentare ai tempi dell’abolizione della pena di morte, come il Sen. Joe Crisco che disse: “l’intera vita in carcere è effettivamente peggio, o anche più punitiva che l’essere messi a morte”, o la Sen. Edith Prague che disse: “è incomprensibile come una persona possa rimanere sana in condizioni del genere”. Il giudice ha dato 30 giorni di tempo all’Amministrazione Penitenziaria per “migliorare le condizioni di detenzione del sig. Reynolds (e degli altri nelle stesse condizioni)”. Sia il Procuratore Generale dello Stato, William Tong, che l’Amministrazione Penitenziaria non hanno risposto ai giornalisti, dicendo che stanno valutando la sentenza e l’eventualità di fare ricorso. Un commento positivo è venuto invece da David McGuire, direttore della sezione del Connecticut della ACLU, l’importante organizzazione per i diritti civili e sociali. McGuire spera che la sentenza odierna aiuti ad affermare, in Connecticut ma anche negli altri stati dove si fa ricorso all’isolamento prolungato, che “l’isolamento è contro produttivo, perché rende peggiore la vita dei detenuti, e rende la vita degli agenti, ma in fin dei conti dell’intera società, meno sicura”. Richard Reynolds, 50 anni, nero, spacciatore di crack, era stato condannato a morte il 13 aprile 1995 con l’accusa di aver ucciso, il 18 dicembre 1992, un poliziotto, Walter Williams, che lo aveva fermato per un controllo stradale.

 

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