USA - Idaho. In calendario l'esecuzione di un italoamericano con un cancro terminale: Gerald Ross Pizzuto

USA - Pizzuto 1989-2008

10 Maggio 2021 :

L'Idaho giustizierà un italoamericano con un cancro terminale: Gerald Ross Pizzuto
Pizzuto, che ora ha 65 anni, è stato condannato a morte nel maggio 1986 per il duplice omicidio di Berta Herndon, 58 anni, e di suo nipote Del Herndon, 37 anni, avvenuto il 26 luglio 1985. Al momento del suo arresto, Pizzuto era anche ricercato per due omicidi avvenuti qualche mese prima a Seattle, stato di Washington, quello di Rita Drury, 51 anni, uccisa a colpi di arma da fuoco il 16 marzo 1985, e quello di John Jones, 31 anni, ucciso a colpi di arma da fuoco nel suo letto, due settimane dopo. Tutti gli omicidi erano a scopo di rapina, ma dopo la condanna a morte in Idaho lo stato di Washington non ha mai chiesto l’estradizione per celebrare gli altri processi.
L'esecuzione, che sarebbe la prima in quasi 9 anni in Idaho, è stata fissata per il 2 giugno, nonostante Pizzuto abbia un cancro alla vescica allo stadio terminale e altre malattie croniche tra cui il diabete.
Il progetto giornalistico no profit “The Marshall Project”, che si occupa di controversi casi di giustizia penale, ha denunciato il caso, sottolineando che all'uomo sono stati prescritti 42 diversi farmaci nell'ultimo anno, e allo stato attuale l’uomo abbia dolori cronici molto forti. Nell'ultimo anno i suoi avvocati hanno segnalato episodi costanti di perdita di memoria e di disorientamento generale.
Negli scorsi anni i suoi difensori avevano insistito sul basso quoziente intellettivo, 72 punti, che lo collocano appena 2 punti sopra il livello usualmente riconosciuto per la disabilità intellettiva. I ricorsi sono stati respinti, l’ultimo nel 2019 dalla corte d’appello federale del 9° Circuito, sostanzialmente perché la legge attualmente in vigore prevede che debba essere la difesa a “dimostrare” il ritardo intellettivo, non la corte a indagarlo ed eventualmente accertarlo. La legge in Idaho (come in molti altri stati) riconosce come “prova” del ritardo una certificazione medica ufficiale che sia stata rilasciata all’imputato prima che commettesse il reato, e quasi sempre pretendo che questa certificazione sia stata rilasciata in età scolare, e comunque prima dei 18 anni. Una certificazione successiva non ha per le corti un livello probatorio sufficiente.
Questo caso, secondo The Marshall Project, solleva la questione relativa ai costi legati alle esecuzioni in America poiché, come nel caso di Pizzuto, la probabile morte del condannato avverrebbe comunque presto, e per cause naturali. Pizzuto e un altro detenuto nel braccio della morte dell’Idaho, Thomas Eugene Creech, hanno citato in giudizio lo stato per quella parte del protocollo di esecuzione che consente all’Amministrazione Penitenziaria di modificare il protocollo secondo le proprie necessità, senza una verifica né del Parlamento, né di altre autorità politiche. Questa mancanza di trasparenza viene periodicamente sollevata dai difensori dei condannati a morte, e a volte accolta dalle corti federali. Fino ad oggi però la Corte Suprema degli Stati Uniti ha sempre respinto questo tipo di ricorsi, e non c’è motivo di credere che l’attuale composizione della Corte Suprema, con i giudici ultraconservatori nominati da Trump, inverta la tendenza.

https://apnews.com/article/idaho-executions-8b75a9a39320459de3a523cfaf7f503d
https://time.news/the-state-of-idaho-will-execute-an-italian-american-with-terminal-cancer/

 

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