USA - Il Governo Federale adotta nuovo protocollo di esecuzione e mette in calendario 5 esecuzioni.

26 Luglio 2019 :

Il Governo Federale annuncia l’adozione di un nuovo protocollo di esecuzione e mette in calendario 5 esecuzioni. L’ultima esecuzione federale risale al 2003. In un comunicato stampa datato 25 luglio, il Ministero della Giustizia (U.S. Department of Justice - DOJ) ha reso noto che il Procuratore Generale William P. Barr ha dato disposizioni perché l’Amministrazione Penitenziaria federale (Federal Bureau of Prisons - BOP) mettesse fine ad un contenzioso legale che andava avanti da tempo con i detenuti del braccio della morte federale. A tal fine il BOP ha deciso di modificare il protocollo di esecuzione, che non sarà più quello “classico” basato su una successione di 3 farmaci, ma diventerà un protocollo con un solo farmaco, una overdose di Pentobarbital. Convinzione del BOP è che il nuovo protocollo incontri il consenso dei giudici della corte federale di Washington che da anni sta gestendo il contenzioso. Confidando nell’approvazione della Corte Federale, il Procuratore Generale ha incaricato l’Amministrazione Penitenziaria di fissare le date per 5 esecuzioni. 3 sono state fissate nei cinque giorni che vanno dal 9 al 13 dicembre 2019, ed altre due per il 13 e 15 gennaio 2018. Il 15 gennaio è anche il 90° anniversario della nascita di Martin Luther King, giornata che negli Stati Uniti ricorda i temi dei diritti civili e dei diritti umani. Il procuratore generale Barr ha dichiarato: "Il Congresso ha espressamente autorizzato la pena di morte attraverso la legislazione votata dai rappresentanti del popolo in entrambe le Camere del Congresso e firmata dal Presidente. Sotto le Amministrazioni di entrambe le parti, il Dipartimento di Giustizia ha perseguito la pena di morte contro i peggiori criminali, compresi questi cinque assassini, ognuno dei quali è stato condannato da una giuria di pari dopo un procedimento completo ed equo. Il Dipartimento di Giustizia sostiene lo stato di diritto, e dobbiamo alle vittime e alle loro famiglie l’impegno a portare a compimento la sentenza emessa dal nostro sistema giudiziario." Ruth Friedman, direttore del Federal Capital Habeas Project, ha definito “un mito pervasivo” l'idea che la pena di morte federale sia amministrata meglio di quelle statali. Per Friedman non è vero che la pena di morte federale venga applicata "solo ai peggiori criminali, per una ristretta classe di crimini particolarmente atroci che coinvolgono interessi federali essenziali, con avvocati altamente qualificati e dotati di risorse adeguate per entrambe le parti". Essa invece è arbitraria, risente del fattore di razza, e pullula di avvocati di scarso livello e test scientifici inaffidabili. I mandati di esecuzione riguardano: Daniel Lewis Lee (9 dicembre 2019), Lezmond Mitchell (11 dicembre 2019), Wesley Ira Purkey (13 dicembre 2019), Alfred Bourgeois (13 gennaio 2020) e Dustin Lee Honken (15 gennaio 2020). 4 casi provengono da stati dove è in vigore, oltre alla pena di morte federale che è ovviamente in vigore in tutti gli Usa, anche a livello statale: Arkansas, Arizona, Missouri e Texas. Un caso proviene invece dall’Iowa, dove la legge statale non autorizza la pena capitale. La pena di morte federale è prevista per una serie di reati che coinvolgono direttamente gli interessi federali, che culminano con terrorismo e spionaggio, reati di cui, per altro, non sono accusati i 5 detenuti a cui è stata fissata l’esecuzione. Solo una delle 62 persone nel braccio della morte federale è stata condannata per terrorismo, e nessuno per alto tradimento o spionaggio. Robert Dunham, direttore del Death Penalty Information Center (DPIC) ha dichiarato: "Il semplice dire che esiste un protocollo legale non è la stessa cosa di avere effettivamente un protocollo legalmente in vigore. La legge federale non è emanata dal potere esecutivo. Devi seguire le regole." Paul Enzinna, che rappresenta James Roane e altri due detenuti nel contenzioso sul protocollo di esecuzione federale, ha dichiarato al National Law Journal che il nuovo protocollo " ovviamente sarà soggetto a esame all’interno del contenzioso già in atto". Insomma entrambi sembrano ritenere che quella del Procuratore Generale Barr, recentemente nominato da Trump ed entrato in carica nel febbraio 2019, sia più che altro una dichiarazione d’intenti. Come è noto, negli Stati Uniti una sentenza della Corte Suprema nel 1972 dichiarò incostituzionali alcuni aspetti delle leggi che regolavano la pena di morte. Gli stati e le Giurisdizioni (il governo federale è considerato una giurisdizione, come la giustizia militare e il Distretto di Columbia) hanno dovuto adeguare i loro statuti, e per gli stati che lo avevano fatto la stessa Corte Suprema nel 1976 dichiarò di nuovo “costituzionale” la pena di morte. Il Governo Federale è stato più lento ad adeguare la propria legge capitale, e la pena di morte è tornata in vigore nel 1988. Da allora solo 3 persone sono state giustiziate, l’ultima nel 2003. Nel 2007 venne emesso un mandato di esecuzione per Bruce Webster, esecuzione poi sospesa e infine definitivamente annullata dopo che (vedi 18/06/2019) Webster venne riconosciuto mentalmente disabile e in quanto tale non più passibile di condanna a morte. secondo i critici, la pena di morte federale risente degli stessi difetti di quella statale, a cominciare dal fattore razziale (neri e bianche sono condannati a morte quasi nello stesso numero, ma la percentuale di neri rispetto alla popolazione generale è molto più bassa), dal fattore geografico (in alcune zone le pena di morte è in vigore e in altre no, e anche dove è in vigore le scelte se perseguirla o meno variano moltissimo) e da quanto i singoli stati o giurisdizioni decidono di stanziare per garantire avvocati d’ufficio di buon livello.

 

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