USA - La pena di morte nel 2019: un anno di incredibili progressi, macchiato da esecuzioni irragionevoli.

17 Dicembre 2019 :

La pena di morte nel 2019: un anno di incredibili progressi, macchiato da esecuzioni irragionevoli. L'America ha fatto grandi passi avanti nel 2019 nel suo percorso per smantellare la pena di morte razzista, ingiusta e disumana. Oggi, sempre meno stati applicano la pena di morte, il numero più basso rispetto a qualsiasi altro periodo dell'era moderna, e il numero di persone nel braccio della morte è al minimo di 27 anni. A grandissima maggioranza, con l’apporto di entrambe i partiti, il New Hampshire ha abolito la pena di morte a maggio, diventando così il 21 ° stato ad averla abolita formalmente. Il governatore Gavin Newsom ha imposto una vasta moratoria sulle esecuzioni in California, chiudendo la camera della morte nello stato con il più grande braccio della morte nel paese e inibendo l'esecuzione di 737 prigionieri nel braccio della morte. 4 stati - California, Oregon, Colorado e Pennsylvania - sono ora in regime di moratoria ufficiale imposta dal governatore. Con 21 stati abolizionisti e 4 in moratoria formale, sono 25 gli stati al momento senza pena di morte. 10 anni fa, solo 12 stati vietavano le esecuzioni. In altre parole, il numero di stati che proibiscono le esecuzioni è più che raddoppiato nell'ultimo decennio: un notevole ritmo di cambiamento. Il cambiamento degli stati è rispecchiato dal cambiamento dell'opinione pubblica. Il tradizionale sondaggio Gallup ha iniziato nel 1985 a monitorare l'opinione pubblica sulla preferenza tra pena di morte e ergastolo. Quest'anno, per la prima volta, la maggioranza degli americani (60%) preferisce l'ergastolo alla pena di morte. Parte di questo spostamento è la chiara prova che il governo non sempre ha ragione: state condannate a morte persone innocenti, comprese le 166 persone che sono state formalmente prosciolte dopo una condanna a morte in primo grado. Quest'anno ha portato ancora più prove del fatto che la pena di morte non può ignorare il tema dell’errore giudiziario. 2 uomini, Charles Ray Finch e Clifford Willians Jr., entrambi condannati a morte nel 1976, sono stati prosciolti e scarcerati. Inoltre, la Texas Court of Criminal Appeals ha concesso un rinvio a tempo indeterminato a Rodney Reed dopo che un forte movimento di opinione pubblica ha evidenziato nuove potenti prove della sua innocenza. Altri nomi come James Dailey, Richard Glossip e Larry Swearingen hanno anche fatto notizia per credibili dichiarazioni di innocenza. Per Swearingen, quelle notizie sono arrivate troppo tardi. Il 2019 è stato però anche un anno afflitto da vergognose esecuzioni in alcuni stati, e dal tentativo spericolato del governo federale di mettere in calendario le esecuzioni di 5 uomini dopo una moratoria di fatto di oltre 16 anni. La Corte Suprema ha permesso all'Alabama di giustiziare Dominque Ray, un musulmano nero che chiedeva, senza successo, di poter passare le ultime ore con l’assistenza spirituale del suo Imam - un conforto garantito ai detenuti cristiani. Poche settimane dopo, la Corte ha fermato l'esecuzione di Patrick Murphy, un uomo bianco che chiedeva di poter essere assistito da un monaco buddista, scatenando polemiche sul fatto che razza e religione abbiano avuto un ruolo in esiti tanto diversi. Altre esecuzioni senza scrupoli del 2019 includono: l'esecuzione di Ray Cromartie in Georgia senza consentire un semplice test del DNA che avrebbe potuto dimostrarne l’innocenza; l'esecuzione in Missouri di Russell Bucklew, in presenza di prove mediche che la sua esecuzione avrebbe potuto essere estremamente dolorosa; e l'esecuzione in Tennessee di Lee Hall, un uomo ormai completamente cieco. La Corte Suprema e il governo del South Dakota allo stesso modo non sono intervenute nel caso di Charles Rhines, permettendo la sua esecuzione nonostante prove evidenti che i suoi giurati lo avessero condannato a morte a causa del loro pregiudizio anti-LGBT. Quest'anno ha avuto esiti alterni in termini di volontà dei tribunali di affrontare il difficile tema della discriminazione razziale nella pena di morte. La Corte Suprema degli Stati Uniti ha rifiutato di ascoltare casi dell'Oklahoma e della California che sembravano chiaramente improntati al pregiudizio razziale. Ma la Corte Suprema della Carolina del Nord ha concesso il riesame in 6 casi in cui gli imputati avevano avuto un annullamento della condanna a morte con commutazione in ergastolo, e poi un annullamento della commutazione. I 6 avevano dimostrato che i loro casi erano stati infettati da razzismo dopo che il Parlamento aveva abolito una recente legge antidiscriminazione. E la Corte Suprema degli Stati Uniti ha emesso una potente decisione in Flowers v. Mississippi, ribadendo il suo impegno a ribaltare i casi in cui i pubblici ministeri si sono assicurati condanne a morte escludendo sistematicamente candidati neri qualificati dalla giuria popolare. La pena di morte è cambiata negli ultimi 40 anni, da quando, nel 1976, la Corte Suprema ne ha permesso il ripristino con la sentenza Gregg v. Georgia, dopo che l’aveva ritenute incostituzionalmente distorta e arbitraria nel 1972. Dopo più di 40 anni, nessuno dei principali problemi “strutturali” della la pena di morte è stato affrontato. Discendente del linciaggio e della schiavitù, la moderna pena di morte è ancora fortemente influenzata dal fattore razziale. Formalmente dovrebbe essere riservata agli imputati “peggiori tra i peggiori”, di fatto però la pena di morte viene emessa contro quelli che hanno gli avvocati peggiori, non quelli che hanno commesso i reati peggiori. Geografia, denaro e razza sono ancora i migliori predittori di chi riceverà la pena di morte. La buona notizia del 2019 è che il Paese sta accelerando i suoi sforzi per rompere finalmente con la punizione disumana e ingiusta.

 

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