USA: RAPPORTO SU ERRORI GIUDIZIARI ED ESONERI

24 Maggio 2012 :

E’ stato pubblicato un rapporto su 2000 gravi errori giudiziari negli Usa, ed istituito il Registro Nazionale degli Esonerati, ossia delle persone che sono riuscite ad ottenere l’annullamento dei loro verdetti di colpevolezza.
Lo studio, dal titolo “Exonerations in the United States, 1989−2012” è firmato dai professori Samuel Gross e Michael Shaffer della University of Michigan. Durato 3 anni, e condotto con gli studenti della facoltà di legge, ha analizzato i dati dei processi per reati molto gravi partendo dal 1989, anno considerato spartiacque perché da quella data sono diventati accessibili i test del Dna. 2000 casi sono stati catalogati come “condanne sbagliate”, e di questi, 891 sono stati inseriti nel Registro Nazionale degli Esonerati (exonerationregistry.org).
¼ degli “esonerati” che era stato accusato di omicidio aveva ricevuto una condanna a morte (101 su 409). Quasi la metà degli esonerati (341 su 721) era stato condannato o a morte o all’ergastolo per stupro e/o omicidio.
10 persone sono state riconosciute innocenti dopo la loro morte, per esecuzione o per cause naturali. In questo dato è contenuto un paradosso: apparentemente è più facile essere “esonerati” se si viene condannati a morte, che in altri casi. La statistica dice che in percentuale i condannati a morte vengono “esonerati” 9 volte di più degli altri condannati. Questo, secondo gli analisti, perché lo status di condannato a morte garantisce più attenzione da parte di bravi avvocati d’ufficio, di associazioni per i diritti umani o i diritti civili, e anche dalla stampa.
Il professor Gross ha detto: “Quando una persona innocente riceve una condanna più breve di quelle esaminate da noi, probabilmente rinuncia ad intraprendere il percorso di revisione del processo, e si rassegnano”.
Secondo Rob Warden, direttore del Center on Wrongful Convictions della Northwestern University (Illinois) che ha fornito buona parte dei dati, i risultati sono gravi: “In un paese dove 2,3 milioni di persone sono in stato di detenzione, potrebbe sembrare che 2000 errori giudiziari nell’arco di 23 anni sono pochi, quasi una riprova dell’efficienza del nostro sistema giudiziario. Il problema è che noi veniamo a conoscenza solo di pochissimi casi, dietro i quali si cela un numero di tragedie molto più grande, casi dei quali non sappiamo niente”.
Secondo lo studio, a generare le condanne sbagliate sono soprattutto le testimonianze oculari gestite male, le testimonianza di informatori e/o delatori, e le forzature processuali effettuate dalla pubblica accusa, come ad esempio nascondere elementi favorevoli alla difesa o non rendere noti accordi premiali con i testimoni.
Il 37% degli “esoneri” sono scaturiti da test del Dna che hanno “smontato processi basati su prove non scientifiche. Il tempo medio tra la condanna e il suo annullamento è di 11 anni, e il 62% delle persone delle quali è stata riconosciuta l’infondatezza della condanna apparteneva a minoranze razziali.
 

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