USA - Texas. Il Texas non vuole rimborsare Alfred Dewayne Brown per ingiusta detenzione.

03 Luglio 2019 :

Il Texas non vuole rimborsare Alfred Dewayne Brown per ingiusta detenzione. Lo ha deciso l’ufficio preposto, il “Texas Comptroller of Public Accounts”. Il difensore di Brown, Neal Manne, chiederà al Comptroller di riconsiderare la decisione. In caso negativo, potrà fare ricorso alla Corte Suprema del Texas. Brown, oggi 37 anni, nero, venne scarcerato l’8 giugno 2015 (vedi). Era stato condannato a morte nella Harris County il 25 ottobre 2005 (vedi) con l’accusa di aver partecipato ad una rapina nel corso della quale, il 3 aprile 2003, erano rimaste uccise 2 persone, il poliziotto Charles R. Clark, 45 anni, e la commessa di un negozio, Alfredia Jones, 27 anni. Dopo la scarcerazione Brown ha insistito perché venisse riconosciuta la sua innocenza. Quella che in gergo giuridico si chiama “Dichiarazione di Effettiva Innocenza” venne formalizzata il 3 maggio 2019 (vedi) dal giudice George Powell della Harris County, che aveva accolto la dichiarazione che era stata presentata il 1° marzo (vedi) dalla procuratrice distrettuale della Harris County Kim Ogg. All’epoca del processo Brown sosteneva di essere stato a casa con la fidanzata, e di aver fatto una telefonata. Il tabulato di questa telefonata è stato ritrovato solo nel 2013, a casa di un detective della squadra omicidi che si preparava a traslocare. Dopo il ritrovamento del tabulato lo stesso giudice che aveva condannato Brown aveva sollecitato la corte d’appello a rivedere rapidamente il caso, e l’allora procuratrice della Harris County, Devon Anderson, aveva dato parere favorevole. Il 5 novembre 2014 (vedi) la Corte d’appello di stato aveva annullato il verdetto di colpevolezza di Brown, riconoscendo che si trattava di quello che in gergo si chiama “Brady case”, ossia il comportamento omissivo da parte della pubblica accusa che secondo la legge dovrebbe passare alla difesa anche le eventuali notizie positive riscontrate durante l’indagine. La procuratrice distrettuale Anderson, attenuando le responsabilità del suo predecessore Dan Rizzo, e definendone il comportamento omissivo “un errore, non un atto intenzionale, l’8 giugno 2015 (vedi) aveva formalizzato la sua decisione di non tentare di riprocessare Brown. In quell’occasione aveva dichiarato: “Abbiamo reinterrogato tutti i testimoni, abbiamo ricontrollato tutte le prove, e siamo giunti alla conclusione che non abbiamo elementi sufficienti per sostenere la colpevolezza di Brown oltre il ragionevole dubbio. Quindi, come prevede la legge, ritiro le accuse contro il signor Brown e ne chiedo la scarcerazione”. Poche ore dopo, dopo 12 anni di carcere, 10 dei quali nel braccio della morte, Brown era stato scarcerato. Il ritiro delle imputazioni però, per la legge del Texas, equivale in un certo senso ad una assoluzione per insufficienza di prove, e non dà diritto al risarcimento da parte dello stato, che in questo caso viene valutato in quasi 2 milioni di dollari. Il 10 giugno 2015 (vedi) il Death Penalty Information Center aveva aggiunto Brown, con il n° 154, alla sua lista degli “esonerati” dal braccio della morte.

 

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