esecuzioni nel mondo:

Nel 2024

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Dal 2000 a oggi

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legenda:

  • Abolizionista
  • Mantenitore
  • Abolizionista di fatto
  • Moratoria delle esecuzioni
  • Abolizionista per crimini ordinari
  • Impegnato ad abolire la pena di morte

RUANDA

 
governo: repubblica presidenziale
stato dei diritti civili e politici: Non libero
costituzione: nuova, approvata per referendum il 26 maggio 2003
sistema giuridico: si basa su quello tedesco e belga con norme di diritto consuetudinario
sistema legislativo: bicamerale, Camera dei Deputati e Senato
sistema giudiziario: Corte Suprema; Alte Corti della Repubblica; Corti Provinciali; Corti Distrettuali; Corti locali
religione: Cattolici 56,5%; Protestanti 26%; Avventisti 11,1%; Musulmani 4,6%; Credenze indigene 0,1%; Nessuna 1,7
braccio della morte:
Data ultima esecuzioni: 0-0-0
condanne a morte: 0
Esecuzioni: 0
trattati internazionali sui diritti umani e la pena di morte:

Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici

Secondo Protocollo Opzionale al Patto (per l'abolizione della pena di morte)

Convenzione sui Diritti del Fanciullo

Convenzione contro la Tortura ed i Trattamenti e le Punizioni Crudeli, Inumane o Degradanti


situazione:
Il Ruanda è il primo Paese africano abolizionista della Regione dei Grandi Laghi.
La legge che ha cancellato la pena capitale per tutti i crimini, compreso quello di genocidio, è entrata in vigore il 25 luglio 2007, dopo l’approvazione della Camera dei Deputati avvenuta l’8 giugno 2007 e del Senato il 10 luglio. Il disegno di legge per l'abolizione della pena di morte era stato approvato dal governo ruandese il 19 gennaio 2007.
Dopo l’indipendenza dal Belgio nel 1962, il paese è stato a più riprese teatro di scontri tra la minoranza dei Tutsi e il gruppo etnico maggioritario degli Hutu al potere.
Una guerra civile scoppiata nel 1990 fu interrotta dagli accordi del 30 ottobre del 1992 e del 9 gennaio del 1993 ad Arusha, in Tanzania, tra il Presidente Hutu Juvenal Habiarymana e il leader del Fronte Patriottico Ruandese, Paul Kagame, che avevano sottoscritto un patto di condivisione del potere. Questo accordo fu rotto nell’aprile del 1994, dopo la morte sospetta in un incidente aereo del Presidente Habyarimana. Estremisti Hutu ed elementi dell’esercito ruandese iniziarono il massacro sistematico dei Tutsi e degli Hutu moderati. Il massacro è terminato solo dopo l’intervento del Fronte Patriottico Ruandese che nel luglio dello stesso anno ha rovesciato il regime degli Hutu, i quali hanno abbandonato in massa il paese per paura della vendetta Tutsi.
Il 25 agosto 2003, con le prime elezioni a cui abbiano partecipato più candidati, Paul Kagame è stato eletto Presidente per un mandato di sette anni. A settembre dello stesso anno, il Fronte Patriottico Ruandese, il partito di Kagame, ha conquistato la maggioranza dei seggi alle elezioni legislative. Elezioni locali si sono svolte nel gennaio-marzo 2006.
Dal 1996 la legge ruandese ha diviso le persone implicate nel genocidio del 1994 in quattro categorie diverse secondo la gravità del crimine. Dal 1997 al giugno 2002, le corti hanno processato 7.211 persone, rilasciandone 1.386 e condannandone a morte 689, di cui 22 sono state giustiziate nel 1998. Nel corso della prima metà del 2002, le corti ordinarie hanno processato solo 757 persone per genocidio.
Per sveltire i processi giudiziari, nel marzo 2001, è stato introdotto un sistema giuridico tradizionale, denominato Gacaca, ovvero corti locali diffuse in tutto il paese che si ispirano a principi di riconciliazione. I 250.000 giudici che operano in queste corti sono stati eletti nell’ottobre 2001 e il sistema è diventato operativo dal giugno 2002.
Secondo una stima del Comitato Internazionale della Croce Rossa, all’inizio del 2005 erano ancora ammucchiate nelle prigioni circa 89.000 persone. Nel 2004 ne erano state rilasciate 23.000.
Secondo l’ufficio del procuratore di stato, per i fatti relativi al genocidio del 1994, ad oggi, sono state eseguite 23 condanne a morte, le ultime avvenute il 24 aprile 1998, quando 22 persone, tra cui l'ex vice presidente del Movimento Democratico Repubblicano (MDR), Frodouald Karamira, sono state giustiziate in pubblico.
In alternativa alla giurisdizione nazionale, le persone sospette di genocidio e di crimini contro l’umanità possono essere giudicate anche dal Tribunale Penale Internazionale appositamente istituito dall’ONU ad Arusha in Tanzania. Questo tribunale esclude il ricorso alla pena di morte. La sua abolizione in Ruanda dovrebbe favorire il rimpatrio, tramite estradizione, di persone sospettate per il genocidio del 1994.
L’abolizione è stata accolta con favore anche da superstiti del genocidio, i quali hanno giustamente rilevato che la pena capitale esisteva nella legislazione ruandese ben prima del 1994 e “non ha dissuaso la gente dall'impugnare i machete per massacrare i loro simili.”
Il 19 dicembre 2016, il Ruanda era assente durante il voto della risoluzione per una moratoria delle esecuzioni capitali all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Negli anni precedenti, aveva cosponsorizzato e votato a favore.
Il 29 settembre 2017, il Rwanda ha votato a favore della risoluzione sulla pena di morte (L6/17) alla 36° sessione del Consiglio diritti umani.
Il 16 dicembre 2020, come nel 2018, il Ruanda ha votato a favore della Risoluzione pro moratoria all'UNGA.

 

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