esecuzioni nel mondo:

Nel 2024

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Dal 2000 a oggi

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legenda:

  • Abolizionista
  • Mantenitore
  • Abolizionista di fatto
  • Moratoria delle esecuzioni
  • Abolizionista per crimini ordinari
  • Impegnato ad abolire la pena di morte

ZIMBABWE

 
governo: reubblica semi-presidenziale
stato dei diritti civili e politici: Parzialmente libero
costituzione: 21 dicembre 1979
sistema giuridico: misto di diritto romano-olandese e common law inglese
sistema legislativo: bicamerale, Parlamento composto da Senato e Camera
sistema giudiziario: Corte Suprema, Corte Costituzionale
religione: 50% sincretismo (misto di cristianesimo e credenze indigene), 25% cristiani, 24% credenze indigene, 1% musulmani
metodi di esecuzione: impiccagione
braccio della morte: 85 (al 31 marzo 2018)
Data ultima esecuzioni: 0-0-2003
condanne a morte: 5
Esecuzioni: 0
trattati internazionali sui diritti umani e la pena di morte:

Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici

Convenzione sui Diritti del Fanciullo

Statuto della Corte Penale Internazionale (esclude il ricorso alla pena di morte) (solo firmato)


situazione:
Nel luglio del 2015, lo Zimbabwe ha superato i dieci anni senza effettuare esecuzioni e quindi può essere considerato un abolizionista di fatto.
Dall’indipendenza dalla Gran Bretagna nel 1980 a oggi, secondo i dati ufficiali, 79 persone sono state giustiziate in Zimbabwe. L’ultima persona a essere giustiziata è stata Mandlenkosi “Never” Masina Mandha, impiccata il 22 luglio 2005 dopo essere stata condannata per omicidio.
La nuova Costituzione dello Zimbabwe approvata nel marzo 2013 abolisce la pena di morte per le donne, i minori di 21 anni e gli ultrasettantenni. “Ogni persona ha diritto alla vita”, è scritto nell’articolo 48 della nuova Carta, la quale però specifica che “la legge consente che la pena di morte sia imposta unicamente a chi è condannato per omicidio commesso in circostanze aggravanti”. In base alla nuova Costituzione, “la legge deve consentire al giudice un margine di discrezionalità nel decidere se comminare o meno la pena capitale”.
Il 21 ottobre 2014, l’Alta Corte dello Zimbabwe ha stabilito che la pena capitale per omicidio non può essere imposta fino a quando il Parlamento non avrà approvato una legge che definisca le circostanze aggravanti per cui si può essere condannati a morte.
Alla fine del 2017, il Presidente Robert Mugabe è stato deposto dopo 37 anni al governo del Paese e sostituito da Emmerson Mnangagwa, che ha promesso "una nuova democrazia".
Il cambiamento è significativo anche per la politica sulla pena di morte. Mugabe, verso la fine del suo incarico presidenziale aveva intenzione di riprendere le esecuzioni. Annunci erano  stati fatti per reclutare un boia, visto che il ruolo era vacante dal 2005. Mnangagwa, d'altra parte, è stato chiaro nella sua opposizione alla pena di morte. Lui stesso aveva rischiato di essere impiccato durante il governo di Ian Smith, contro cui aveva combattuto durante la guerra di liberazione.

Nel 2017, sono state comminate almeno 11 nuove condanne a morte.
Nel 2016, sono state comminate almeno 6 nuove condanne a morte.
Nel 2015, sono state comminate almeno 2 nuove condanne a morte.

Il 22 marzo 2018, il Presidente Emmerson Mnangagwa, che è scampato alla pena di morte quando era adolescente, ha commutato le condanne a morte dei detenuti nel braccio della morte, nell’ambito di un’amnistia presidenziale rivolta a 3.000 detenuti. "La commutazione della pena di morte all'ergastolo è concessa a tutti i prigionieri che sono stati nel braccio della morte per almeno dieci anni" ha detto il Presidente.
Sono 16 i condannati a morte che hanno beneficiato della commutazione, secondo la stampa locale, su un totale di 101 detenuti nel braccio della morte, il che ridurrebbe il numero a 85
Tra i beneficiari della commutazione, anche una donna, Yvonne Musarurwa, militante del Movimento per il Cambiamento Democratico (MDC), che era stata condannata per aver ucciso un ufficiale di polizia, l’ispettore Peter Mutedza, nel 2013.
Nel 2016, il Presidente Robert Mugabe aveva commutato in ergastolo le sentenze di 10 detenuti nel braccio della morte.
La prigione centrale di Harare è l’unico carcere progettato per condannati a morte, ma alcuni di loro sono detenuti nel carcere di massima sicurezza di Chikurubi a causa della mancanza di spazio, una situazione che ha sottoposto un certo numero di loro a tortura psicologica per la lunga attesa dell’esecuzione. 


Nazioni Unite
Il 2 novembre 2016, nell’ambito del Riesame Periodico Universale del Consiglio dei Diritti Umani dell’ONU, il Governo dello Zimbabwe ha accolto raccomandazioni a “considerare la ratifica” del Secondo Protocollo Opzionale al Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici e ad “adottare misure” volte ad abolire la pena di morte.
Il 19 dicembre 2016, lo Zimbabwe, per la prima volta, si è astenuto sulla Risoluzione per una Moratoria delle esecuzioni capitali all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Negli anni precedenti aveva votato contro.
Il 17 dicembre 2018, lo Zimbabwe ha votato contro la Risoluzione per una Moratoria delle esecuzioni capitali all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Il 16 dicembre 2020, lo Zimbabwe si è astenuto dalla votazione.

 

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