esecuzioni nel mondo:

Nel 2024

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Dal 2000 a oggi

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legenda:

  • Abolizionista
  • Mantenitore
  • Abolizionista di fatto
  • Moratoria delle esecuzioni
  • Abolizionista per crimini ordinari
  • Impegnato ad abolire la pena di morte

SURINAME

 
governo: democrazia costituzionale
stato dei diritti civili e politici: Libero
costituzione: 30 ottobre 1987
sistema giuridico: basato su quello olandese con elementi della teoria penale francese
sistema legislativo: monocamerale, Assemblea Nazionale
sistema giudiziario: Corti Cantonali e una Corte di Giustizia come corte d'appello
religione: 27,4% induisti, 25,2% protestanti, 22,8% cattolici, 19,6% musulmani, 5% credenze indigene
metodi di esecuzione: plotone d'esecuzione
braccio della morte:
Data ultima esecuzioni: 0-0-0
condanne a morte: 0
Esecuzioni: 0
trattati internazionali sui diritti umani e la pena di morte:

Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici

Primo Protocollo Opzionale al Patto

Convenzione sui Diritti del Fanciullo

Convenzione Americana sui diritti umani

Convenzione Inter-Americana contro la Tortura


situazione:
Il 3 marzo 2015, il Parlamento del Suriname ha abolito la pena di morte, nel quadro della riforma del proprio codice penale. La nuova normativa pone il Suriname in linea con il trend internazionale, ha osservato l’Assemblea Nazionale in un comunicato.
Il Ministro della Giustizia Eward Belfort aveva inizialmente proposto che la pena massima per crimini altrimenti puniti con la pena di morte dovesse essere aumentata a 30 anni. Tuttavia, i legislatori hanno innalzato i termini di pena detentiva da 30 a 50 anni in quello che è stato visto come un compromesso volto a ottenere la modifica del codice penale. “Sono state aumentate le pene per i reati gravi. Questo è un segnale chiaro”, ha detto la Vice Presidente dell’Assemblea Nazionale Ruth Wijdenbosch al termine della riunione. Il Parlamento ha inoltre escluso la liberazione condizionale per le persone condannate per reati capitali. Detenuti per omicidio, omicidio colposo, reati sessuali o gravi reati di droga non potranno più beneficiare della condizionale, dopo aver scontato tre quarti della loro pena.
Nel 2014, il Ministro della Giustizia Edward Belfort, nell’annunciare il progetto di modifica del codice penale, era stato molto chiaro circa l’abolizione della pena di morte, dichiarando che “i Paesi mantenitori dovrebbero essere i più sicuri al mondo e invece registrano ancora molti omicidi commessi su base giornaliera”. Aveva aggiunto che la pena di morte era un pezzo obsoleto di una legislazione, irreversibile una volta effettuata. Il Ministro ha osservato anche di non essere uno che dona la vita e, quindi, non può essere lui a toglierla o a incoraggiare a farlo. “Lasciamo i crimini che le persone commettono alla loro coscienza; nel frattempo, facciamo il nostro meglio per catturarli e portarli davanti alla giustizia.” Belfort ha inoltre presentato al Parlamento un piano di ri-socializzazione per i detenuti attraverso un sistema adeguato di sviluppo sociale e la trasformazione delle case di detenzione in case di correzione, dove i detenuti vengano preparati per il loro reinserimento nella comunità.
Ci sono voluti nove anni per arrivare all’approvazione del nuovo codice penale. Progressi significativi verso l’abolizione sono stati compiuti grazie anche all’impegno di Parliamentarians for Global Action (PGA) e al loro Gruppo Nazionale in Suriname guidato da Ruth Wijdenbosch e Hugo Jabini, che hanno lavorato per un paio di anni per creare le condizioni politiche, portando alla creazione di un gruppo bipartisan in Parlamento, che ha reso possibile l’abolizione.
L’ultima volta che qualcuno è stato messo a morte in Suriname è stato nel 1982, quando i militari al governo guidato da Desiré Delano “Desi” Bouterse hanno giustiziato un certo numero di oppositori politici. Il 13 marzo, Wilfred Hawker, un sergente considerato colpevole di tradimento, è stato fucilato all’alba per aver tentato due colpi di stato. L’8 dicembre, 15 principali oppositori del suo regime militare sono stati torturati e uccisi. Queste uccisioni sono note come gli “omicidi di dicembre”.

Il 17 dicembre 2018, il Suriname ha nuovamente votato a favore della Risoluzione per una moratoria delle esecuzioni capitali all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

 

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